UNITÀ DI APPRENDIMENTO PER LA SCUOLA SECONDARIA DI I° GRADO

“CUSTODI RESPONSABILI DEL CREATO”

Classe 3°

Carmela Mundo

           

  1. Modello di Progettazione

Iniziamo questa proposta di progetto di UdA per la scuola secondaria di primo grado a partire dalla descrizione del modello che seguiremo.            L’unità verrà progettata seguendo le fasi del modello didattico ermeneutico esistenziale:

A) Elementi di identificazione del contesto di apprendimento

Scuola, anno, disciplina, classe e sezione

B) Fase di definizione della domanda

  1. con l’aiuto del profilo educativo:
    • individuare la dimensione antropologica su cui orientare il processo educativo,
    • definire: area di esperienza, elemento qualificante, condizioni del vissuto,
    • indicare Motivo educativo conduttore unitario.
  1. confronto orientativo con i documenti normativi della progettazione (Indicazioni Nazionali, PTOF,ecc.) e definizione dei passaggi del processo di apprendimento:
  • Indicare la competenza attesa,
  • definire l’OF,
  • descrivere gli obiettivi di fase.

C) Fase di costruzione della risposta

  1. Indicare modalità di verifica e valutazione delle condizioni di partenza,
  2. definire il “compito autentico” del processo di apprendimento e descrivere le attività di ricerca,
  3. selezionare documenti e materiali per il lavoro di costruzione,
  4. stabilire organizzazione: tempi, modalità, metodi, mezzi, strumenti.

D) Fase di verifica, certificazioni, della competenza maturata

  • definire il “compito autentico per la verificadella  competenza attesa,
  • stabilire le modalità di verifica e definire i criteri, la scala di valutazione e la rubrica valutativa,
  • indicare la formula di certificazione del livello della competenza maturata.

E) Fase di riprogettazione

Confrontare la risposta con la situazione di partenza e i documenti normativi (Indicazioni Nazionali e il PTOF),

Indicazioni per il nuovo processo di apprendimento[1].

 

 

FASE 1:

ELEMENTI DI IDENTIFICAZIONE DEL CONTESTO DI APPRENDIMENTO

 

Il modello prevede che prima di iniziare la progettazione vada identificato il contesto di apprendimento, precisando: scuola, anno, disciplina, classe e sezione. Pertanto gli elementi di identificazione sono:

SCUOLA SECONDARIA DI I° GRADO

A.S. 2021/2022
Classe 3°
Insegnamento Religione Cattolica – IRC
UdA: Prendersi cura del creato
Periodo di svolgimento: due/tre mesi

FASE 2:

DEFINIZIONE DELLA DOMANDA

  1. Interrogativi

Per arrivare a definire la domanda possiamo partire da alcuni interrogativi che aiuteranno gli studenti a prendere coscienza e interesse al tema su cui lavoreranno insieme:

  • Per salvare il Pianeta è sufficiente educare ad una sensibilità ecologica o c’è bisogno di qualcosa in più?
  • Cosa può voler dire prendersi cura del creato?
  • Cosa vuol dire la parola cura?
  • Quale dovrebbe essere l’atteggiamento di un cristiano di fronte alla questione ambientale?
  • È un approccio condivisibile?
  1. Area di esperienza interessata
  • Ricerca del senso,
  • Relazione con gli altri,
  • Responsabilità.
  1. Situazione esistenziale qualificante

Il preadolescente, approfondendo le implicazioni antropologiche, sociali e valoriali legate all’esercizio della propria libertà, riflette e si orienta nella scelta di un responsabile progetto di vita.

  1. Motivo educativo conduttore

La scoperta della fraternità umana come condizione per un

approccio serio e responsabile  alla questione ambientale.

  1. Collegamenti trasversali

Educazione Civica: Agenda 2030 e Sviluppo sostenibile.

  1. Traguardi per lo sviluppo delle competenze

Ordine antropologico – religioso

  • È aperto alla sincera ricerca della verità,
  • Sviluppa un’identità capace di accoglienza, confronto e dialogo.

Ordine storico-biblico e storico-ecclesiale

  • Elabora criteri per una interpretazione consapevole.

Ordine etico

  • Coglie le implicazioni etiche della fede

FASE 3:

COSTRUZIONE DELLA RISPOSTA

 

  1. Obiettivi d’apprendimento del percorso di costruzione  della risposta

  • Ordine antropologico – religioso: Dio e l’uomo

Riconoscere l’originalità della speranza cristiana, in risposta al bisogno di salvezza della condizione umana nella sua fragilità, finitezza ed esposizione al male.

  • Ordine storico-biblico e storico-ecclesiale: la Bibbia e le altre fonti

Individuare il contenuto centrale di alcuni testi biblici, utilizzando tutte le informazioni necessarie ed avvalendosi correttamente di adeguati metodi interpretativi.

  • Ordine etico

Confrontarsi con la proposta cristiana di vita come contributo originale per la realizzazione di un progetto libero e responsabile.

  1. Competenza attesa

L’alunno comprende come i valori religiosi universali e cristiani offrono uno sguardo sulle  relazioni umane e sul mondo tale da poter contribuire allo sviluppo di atteggiamenti di ascolto,

rispetto, accoglienza, cooperazione, solidarietà e cura dell’ambiente.

  1. Compito di lavoro

Dopo aver analizzato ed essersi confrontati sui documenti proposti, costruire un manifesto (o un videoclip) per una Pubblicità Progresso sulla “Cura del Creato”.

  1. Testi per l’elaborazione della risposta

A) Testo introduttivo da Il Piccolo Principe, di Antoine de Saint-Exupéry, XXI

Sarebbe interessante leggere tutto il brano. Ne riportiamo di seguito solo un breve estratto

…In quel momento apparve la volpe.
“Buon giorno”, disse la volpe.
“Buon giorno”, rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno.
“Sono qui”, disse la voce, “sotto al melo…”
“Chi sei?” domandò il piccolo principe, “sei molto carino…”
“Sono una volpe”, disse la volpe.
“Vieni a giocare con me”, le propose il piccolo principe, sono così triste…”
“Non posso giocare con te”, disse la volpe, “non sono addomestica”.
“Ah! scusa”, fece il piccolo principe.
Ma dopo un momento di riflessione soggiunse:
“Che cosa vuol dire «addomesticare»?”
“Non sei di queste parti, tu”, disse la volpe, “che cosa cerchi?”
“Cerco gli uomini”, disse il piccolo principe.
“Che cosa vuol dire «addomesticare»?”
“Gli uomini” disse la volpe, “hanno dei fucili e cacciano. È molto noioso! Allevano anche delle galline. È il loro solo interesse. Tu cerchi delle galline?”
“No”, disse il piccolo principe. “Cerco degli amici. Che cosa vuol dire “«addomesticare»?”
“È una cosa da molto dimenticata. Vuol dire «creare dei legami»”
“Creare dei legami?”
“Certo”, disse la volpe. “Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo”.
….
“La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio perciò. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sottoterra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color dell’oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano…”
La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:
“Per favore… addomesticami”, disse.
“Volentieri”, disse il piccolo principe, “ma non ho molto tempo, però. Ho da scoprire degli amici, e da conoscere molte cose”.
“Non si conoscono che le cose che si addomesticano”, disse la volpe. “Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!”
“Che cosa bisogna fare?” domandò il piccolo principe.
“Bisogna essere molto pazienti”, rispose la volpe. “In principio tu ti sederai un po’ lontano da me, così, nell’erba. Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino…”
Il piccolo principe ritornò l’indomani.
“Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora”, disse la volpe.
“Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore… “.

Così il piccolo principe addomesticò la volpe.
E quando l’ora della partenza fu vicina:
“Ah!” disse la volpe, “… piangerò”.
“La colpa è tua”, disse il piccolo principe, “io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi…”
“E’ vero”, disse la volpe.
“Ma piangerai!” disse il piccolo principe.
“E’ certo”, disse la volpe.
“Ma allora che ci guadagni?”

“Ci guadagno”, disse la volpe, “il colore del grano”.
… E ritornò dalla volpe.
“Addio”, disse.
“Addio”, disse la volpe. “Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”.
“L’essenziale è invisibile agli occhi”, ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
… “Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato…”

Interrogativi per introdurre il lavoro:

  • C’è in questo brano la parola “addomesticare”; prova a spiegarla con parole tue. Puoi trovare un legame con l’espressione “prendersi cura”?
  • Quali mestieri o professioni ti vengono in mente pensando al “prendersi cura”?
  • Il legame di cui parla la volpe ha sicuramente a che fare con l’amicizia; ma può riguardare anche il legame tra fratelli?
  • Se hai fratelli racconta la tua esperienza su cosa vuol dire vivere la fratellanza; se sei figlio unico, cosa pensi del rapporto che unisce tra loro i fratelli?

 

B) Testo Gen 4, 1-16: Caino e Abele

Guida alla lettura del testo

Le note che riportiamo di seguito possono aiutare a comprendere meglio il significato della narrazione:

  • Caino (in ebraico Qaijn) può significare “acquistato”; non è un caso che il brano inizia con una constatazione da parte di Eva: “Ho acquistato [qaniti, dal verbo qanahun uomo grazie al Signore” (Gen 4,1). Nel concepire e partorire un figlio ella sperimenta che la benedizione di Dio non è venuta meno, che la maledizione (per la cultura del tempo la sterilità era considerata tale) non è scesa su di lei.
  • Acquistato, pertanto, nel senso di ricevuto in dono. Ma può significare anche “geloso” (se connettiamo il nome alla radice qana’, che significa gelosia). Caino è il dono fedele di Dio, Caino è colui che è geloso.
  • Caino sente il fratello come un’insidia, una minaccia, un ostacolo. La radice del fratricidio che Caino consumerà risiede in famiglia nel rapporto avuto con i genitori stessi.Risale al contesto e all’ambiente che gli è stato preparato. Caino cresce, infatti, abituato ad essere il primo dei due, quello che è sempre salutato al suo apparire, non cresce nella relazione con Abele!
  • il nome Abele è interessante: in ebraico è Hebel, che significa “soffio”, “fiato”, “fumo”, “vanità”. Il suo nome si ripete 7 volte in questi pochi versetti, per indicare che la sua pienezza (il numero 7 indica pienezza, perfezione, totalità) è tutta nella sua inconsistenza radicale.
  • Abele non parla, non genera, non ha discendenza, mentre Caino avrà un nome e una discendenza, diventerà costruttore di città (“Ora Caino conobbe sua moglie, che concepì e partorì Enoc; poi divenne costruttore di una città, che chiamò Enoc, dal nome del figlio”, Gen 4,17).
  • Nascendo come secondo, Abele instaura la fraternità e fa di Caino un fratello.
  • Abele nasce come uno che è di troppo, che è un di più nella famiglia.
  • Abele spezza per Caino la possibilità di avere tutto per lui.

 

La Scrittura, dunque, fa del rapporto fratello maggiore-fratello minore un luogo di rivelazione dell’agire di Dio, il quale preferisce il minore al maggiore. Dio, eleggendo il minore, attesta la gratuità della sua azione e la tenerezza del suo amore che si riversa in modo privilegiato sull’ultimo, sullo scartato, sul più indifeso. Dio ama il più piccolo, il più povero, il più disprezzato.

Dopo la differenza collegata al contesto familiare, la Scrittura ci presenta una seconda diversità tra i due fratelli, quella socioculturale: “Ora Abele era pastore di greggi, mentre Caino era lavoratore del suolo”; uno è pastore, l’altro contadino; uno seminomade, l’altro tendente alla sedentarizzazione. Due lavori diversi, due impostazioni mentali e di vita diverse che derivano dall’essere sedentario o nomade.

C’è inoltre una terza diversità tra i due fratelli: quella religiosa. L’uomo ha sempre offerto sacrifici alla divinità per entrare in comunione con essa. E sa che per il peccato dovrebbe morire, ma al posto della sua vita offre un’altra vita, animale o vegetale che sia. Entrambi offrono qualcosa: “Caino presentò frutti del suolo come offerta al Signore, mentre Abele presentò a sua volta primogeniti del suo gregge e il loro grasso” (Gen 4,3-4a). Caino offre vegetali, prodotti del lavoro della terra; Abele i primogeniti del suo gregge. La rottura tra i due fratelli si manifesta anche nel riconoscimento di Dio con due sacrifici diversi.

 

C) Testo Esortazione apostolica “Evangelii gaudium”

 53 No a un’economia dell’esclusione
Così come il comandamento “non uccidere” pone un limite chiaro per assicurare il valore della vita umana, oggi dobbiamo dire “no a un’economia dell’esclusione e della inequità”. Questa economia uccide. Non è possibile che non faccia notizia il fatto che muoia assiderato un anziano ridotto a vivere per strada, mentre lo sia il ribasso di due punti in borsa. Questo è esclusione. Non si può più tollerare il fatto che si getti il cibo, quando c’è gente che soffre la fame. Questo è inequità. Oggi tutto entra nel gioco della competitività e della legge del più forte, dove il potente mangia il più debole. Come conseguenza di questa situazione, grandi masse di popolazione si vedono escluse ed emarginate: senza lavoro, senza prospettive, senza vie di uscita. Si considera l’essere umano in se stesso come un bene di consumo, che si può usare e poi gettare. Abbiamo dato inizio alla cultura dello “scarto” che, addirittura, viene promossa. Non si tratta più semplicemente del fenomeno dello sfruttamento e dell’oppressione, ma  di qualcosa di nuovo: con l’esclusione resta colpita, nella sua stessa radice, l’appartenenza alla società in cui si vive, dal momento che in essa non si sta nei bassifondi, nella periferia, o senza potere, bensì si sta fuori. Gli esclusi non sono “sfruttati” ma rifiuti, “avanzi”.

 

D) Testo “Enciclica Fratelli tutti”: nn. 36; 107; 117; 118; 120
Video https://www.youtube.com/watch?v=bSV9qc3FgB8&t=1s

n.36
Se non riusciamo a recuperare la passione condivisa per una comunità di appartenenza e di solidarietà, alla quale destinare tempo, impegno e beni, l’illusione globale che ci inganna crollerà rovinosamente e lascerà molti in preda alla nausea e al vuoto. Inoltre, non si dovrebbe ingenuamente ignorare che «l’ossessione per uno stile di vita consumistico, soprattutto quando solo pochi possono sostenerlo, potrà provocare soltanto violenza e distruzione reciproca (Laudato si’, 204). Il “si salvi chi può” si tradurrà rapidamente nel “tutti contro tutti”, e questo sarà peggio di una pandemia.

n.107
Ogni essere umano ha diritto a vivere con dignità e a svilupparsi integralmente, e nessun Paese può negare tale diritto fondamentale. Ognuno lo possiede, anche se è poco efficiente, anche se è nato o cresciuto con delle limitazioni, ciò non sminuisce la sua      immensa dignità come persona umana, che non si fonda sulle circostanze bensì sul valore del suo essere. Quando questo principio elementare non è salvaguardato, non c’è futuro né per la fraternità né per la sopravvivenza dell’umanità.

n.117
Quando parliamo di avere cura della casa comune che è il pianeta, ci appelliamo a quel minimo di coscienza universale e di preoccupazione per la cura reciproca che ancora può rimanere nelle persone. Infatti, se qualcuno possiede acqua in avanzo, e tuttavia la conserva pensando all’umanità, è perché ha raggiunto un livello morale che gli permette di andare oltre sé stesso e il proprio gruppo di appartenenza. Ciò è meravigliosamente umano! Questo stesso atteggiamento è quello che si richiede per riconoscere i diritti di ogni essere umano, benché sia nato al di là delle proprie frontiere

n.118
Il mondo esiste per tutti, perché tutti noi esseri umani nasciamo su questa terra con la stessa dignità. Le differenze di colore, religione, capacità, luogo di origine, luogo di residenza e tante altre non si possono anteporre o utilizzare per giustificare i privilegi di alcuni a scapito dei diritti di tutti. Di conseguenza, come comunità siamo tenuti a garantire che ogni persona viva con dignità e abbia opportunità adeguate al suo sviluppo integrale.

n.120
Di nuovo faccio mie e propongo a tutti alcune parole di San Giovanni Paolo II, la cui forza non è stata forse compresa: «Dio ha dato la terra a tutto il genere umano, perché essa sostenti tutti i suoi membri, senza escludere né privilegiare nessuno». In questa linea ricordo che «la tradizione cristiana non ha mai riconosciuto come assoluto o intoccabile il diritto alla proprietà privata, e ha messo in risalto la funzione sociale di qualunque forma di proprietà privata». Il principio dell’uso comune dei beni creati per tutti è il «primo principio di tutto l’ordinamento etico-sociale», è un diritto naturale, originario e prioritario. Tutti gli altri diritti sui beni necessari alla realizzazione integrale delle persone, inclusi quello della proprietà privata e qualunque altro, «non devono quindi intralciare, bensì, al contrario, facilitarne la realizzazione», come affermava San Paolo VI. Il diritto alla proprietà privata si può considerare solo come un diritto naturale secondario e derivato dal principio della destinazione universale dei beni creati, e ciò ha conseguenze molto concrete, che devono riflettersi sul funzionamento della società. Accade però frequentemente che i diritti secondari si pongono al di sopra di quelli prioritari e originari, privandoli di rilevanza pratica.

 

  1. Svolgimento del Compito

  • Gli alunni vengono divisi in gruppi ed ogni gruppo analizza uno dei documenti proposti, compilando una scheda che sarà oggetto di condivisione e confronto.
  • Ci confrontiamo sui dati raccolti, riprendiamo l’ultima delle domande iniziali per discutere sul compito finale.

Alcuni punti chiave da tener presente nell’elaborazione:

  • Non può esserci sviluppo sostenibile senza riscoprirsi fratelli.
  • No alla cultura dello scarto e dell’esclusione.
  • I cristiani devono farsi testimoni di attenzione per il bene comune.
  • Il Vangelo di Gesù è sorgente di dignità umana e fraternità.
  • Non bisogna perdere la capacità di ascolto di Dio, della voce del povero, di quella del malato e della natura come ha fatto san Francesco.

Eseguendo i compiti di elaborazione verranno sviluppate le Competenze:

Imparare ad imparare

  • Raccogliere, sistemare e condividere informazioni,
  • Esplorare storie,
  • Analizzare, ricostruire e interpretare brani biblici/fonti.

Sociali e civiche

  • Confrontarsi sui documenti e sui dati raccolti,
  • Confrontarsi per acquisire consapevolezza.

 

FASE 4:

VERIFICA E VALUTAZIONE DELLA COMPETENZA

CRITERI DI VALUTAZIONE

1.Ordine Antropologico Religioso

Elabora criteri per avviare una interpretazione consapevole

2. Ordine Storico-Biblico Storico- ecclesiale

 

Sa accostarsi correttamente al Testo Biblico e ai documenti.

 

3. Ordine Linguistico Espressivo

 

Riconosce e utilizza il linguaggio specifico.

4. Ordine Etico

 

Riflette sulle scelte personali e non.

Riflette sui valori religiosi e ne coglie il contributo alla crescita umana.

GRIGLIA DI VALUTAZIONE

Capacità di riflessione personale

  • Livello alto

Riflette, discute e si confronta sui temi e valori proposti nel percorso didattico in modo personale e coerente.

  • Livello intermedio

Riflette, discute e si confronta in modo coerente sui temi e valori proposti nel percorso didattico.

  • Livello base

Riflette in modo semplice ma coerente sui temi e valori proposti nel percorso didattico.

  • Livello iniziale

Riflette, attraverso domande stimolo, in modo parziale, perché coglie solo gli aspetti più semplici ed immediati, sui temi e valori proposti nel percorso didattico.

 

Capacità di riconoscere e apprezzare i valori religiosi

  • Livello alto

Sa cogliere ed è in grado di spiegare in modo puntuale e preciso la validità e l’importanza dei valori proposti dalla religione cristiana

  • Livello intermedio

Sa cogliere ed è in grado di spiegare con una certa sicurezza, ma in modo non completamente preciso, la validità e l’importanza dei valori proposti dalla religione cristiana

  • Livello base

Sa cogliere la validità e l’importanza dei valori proposti dalla religione cristiana

  • Livello iniziale

Sa cogliere, se guidato, l’importanza dei valori proposti dalla religione cristiana.

 

Capacità di riferirsi in modo corretto alle fonti

  • Livello alto

È in grado di ricostruire e interpretare correttamente i documenti oggetto di studio

  • Livello intermedio

È in grado di ricostruire e interpretare con una certa sicurezza, ma con qualche omissione e/o imprecisione i documenti oggetto di studio

  • Livello base

È in grado di ricostruire negli aspetti essenziali i documenti oggetti di studio

  • Livello iniziale

È in grado di ricostruire, solo se guidato, nelle linee essenziali e con lacune e/o imprecisioni i documenti oggetti di studio.

 

Capacità di riconoscere e interpretare correttamente i linguaggi espressivi della fede

  • Livello alto

È in grado di riconoscere e interpretare correttamente i linguaggi espressivi della fede

  • Livello intermedio

È in grado di ricostruire e interpretare con una certa sicurezza, ma con qualche omissione e/o imprecisione, i linguaggi espressivi della fede

  • Livello base

È in grado di riconoscere negli aspetti essenziali i linguaggi espressivi della fede

  • Livello iniziale

È in grado di riconoscere, solo se guidato, nelle linee essenziali e con lacune e/o imprecisioni i linguaggi espressivi della fede.

 

Conoscenza dei contenuti

    • Livello alto

Possiede conoscenze precise, ampie e approfondite che sa trasferire, con sicurezza e originalità personale, anche in contesti nuovi

      • Livello intermedio

Possiede conoscenze discretamente strutturate e organizzate che sa trasferire, in modo abbastanza sicuro e personale, anche in contesti nuovi

        • Livello base

Possiede conoscenze essenziali che sa traferire in situazioni semplici

          • Livello iniziale

Possiede conoscenze ancora lacunose e/o frammentarie.

 

Domande per la valutazione/autovalutazione del prodotto

            • Qual è il messaggio che volete trasmettere? È coerente al compito assegnato?
            • Ci sono riferimenti ai documenti su cui vi siete confrontati?
            • Il contenuto del prodotto attira l’attenzione e suscita emozioni? Invita alla riflessione?
            • Il prodotto è gradevole e c’è una giusta combinazione tra immagini e testo?
            • Se avete realizzato un videoclip è ben riuscita la combinazione tra musica, immagini e testo?
            • Il titolo che avete scelto per il lavoro è efficace e coerente al messaggio?

FASE 5: RIPROGETTAZIONE

Le indicazioni emerse dall’osservazione del percorso didattico, insieme al confronto della risposta con la situazione di partenza e i documenti normativi, possono suggerire ulteriori approfondimenti e un nuovo processo di apprendimento per l’elaborazione di una risposta.

[1] Cfr. R.Romio – M.Marchetto, Comprensione di sé e impegno educativo, Elledici, Torino 2018, p. 208