L’avvenimento straordinario e impensabile dell’invasione della Russia in Ucraina ha colto tutti di sorpresa. Le controversie degli ultimi anni non lasciavano certo prevedere nulla di buono. Ma nessuno pensava che saremmo arrivati a questo punto. Mentre scriviamo più di tre milioni di profughi ucraini sono entrati nei paesi della UE. Di fronte a tutto questo non potevamo far finta di nulla e continuare nella normale programmazione. La redazione ha così deciso di riflettere, con un numero speciale, su quanto sta accadendo e di dare un contributo interpretativo nella prospettiva educativa ermeneutica esistenziale. Il titolo “Educare alla pace”, che abbiamo scelto, sintetizza la nostra risposta all’interrogativo: Ma perché accade tutto questo? In questi ultimi decenni di consumismo esasperato la violenza è andata progressivamente crescendo nelle relazioni familiari, di vicinato, sociali, istituzionali. E soprattutto l’educazione alla nonviolenza, sul piano della visione pedagogica e della prassi didattica è stata quasi totalmente ignorata. Di fronte alle decine di guerre a pezzi, combattute nell’indifferenza generale, la coscienza comune è venuta meno e tutti siamo diventati ciechi e sordi fino al drammatico risveglio di oggi. Ora è necessario fermarci e aprirci all’ascolto e al dialogo per ricostruire insieme le condizioni di un ritorno alla pace.