L’esperienza religiosa è parte integrante dell’esperienza umana, una delle sue espressioni è l’arte in tutte le sue accezioni: pittura, scultura, architettura, musica; indagarne i linguaggi aiuta a comprendere la realtà che ci circonda e assume rilevanza educativa. S. Agostino nelle Confessioni (X, 34, 53 ) indica chiaramente come l’arte comunica e favorisce l’intuizione del mistero della somma Bellezza:
«Mio Dio e Bellezza mia, io innalzo a te un inno di lode per le opere dell’arte […] poiché tutte le cose belle che, attraverso l’anima, passano nelle mani dell’artista, provengono da quella bellezza che è superiore alle anime e a cui giorno e notte l’anima mia sospira».

Cultura e religione

Il rapporto cultura e religione propone questioni interessanti dal punto di vista educativo e in particolare per l’Insegnamento di Religione Cattolica. Il cristianesimo ha permeato la storia italiana ed europea, lo testimonia il patrimonio artistico che in gran parte è costituito da arte sacra, opere a soggetto religioso o correlate al cristianesimo e alla sua storia. Comprenderne le motivazioni fondanti, l’impostazione e le ragioni delle scelte figurative in base a concezioni religiose precise, significa poter cogliere pienamente il senso della cultura nel suo significato più completo.

Il fatto religioso, analizzato nelle connotazioni che lo qualificano e che si esplicitano nelle manifestazioni artistiche, si pone nella logica della ricerca delle domande di senso. Questo implica un modo di avvicinarsi alla storia degli effetti iniziando dal modo in cui l’arte si rapporta alle esperienze di vita e interpella sul significato profondo inducendo anche al confronto con altre culture e religioni. Si può dire che la cultura considerata nel suo significato ampio, comprende tutte quelle espressioni della vita che attengono alla società in un determinato periodo storico e in un determinato luogo.

Lo studio dell’antropologia contribuendo ad ampliare questo termine vi ha incluso tutto ciò che è lo spazio reale dell’esperienza umana, includendo l’esperienza religiosa. La relazione fra fede e cultura è evidente, una fede si interpreta in un linguaggio specifico, si esprime in una determinata forma culturale, evidenzia un modo di vivere correlato. Non si può parlare di cultura dimenticando la religione o pensando che questa vi si adattati successivamente: la religione è una parte costitutiva della cultura, anzi si può definire come una delle sue linee interpretative ed espressive. In una categoria più approfondita, si potrebbe dire che la scelta religiosa, per certi aspetti, caratterizza la cultura e quindi ne diviene la matrice stessa.

Pedagogia delle domande di senso

La riflessione occidentale ha individuato nella capacità di stupirsi, di porsi delle domande di senso,  una delle principali caratteristiche dell’essere persona. Gli interrogativi fondamentali ruotano intorno ad alcuni argomenti complessi: il mondo e la sua origine, l’esistenza, il dolore e la felicità, la morte, la vita dopo la morte. Dal punto di vista educativo si identifica nella capacità di identificare le domande educative profonde, accompagnando gli educandi nel percorso di ricerca e motivazione all’apprendimento; ma soprattutto all’approfondimento e alla riflessione ermeneutica.

Le opere d’arte che si riferiscono a vario titolo all’esperienza religiosa, inducono a leggere in profondità l’azione generativa di riferimento, ma anche ad aprirsi alla possibilità di conoscere e confrontarsi con quell’esperienza.

“La promessa della risurrezione” di E. Spalletti,

Proprio in riferimento all’arte e alle domande profonde, espressione dell’umano, che può suscitare, si propone un’opera di Spalletti “La promessa della risurrezione” che presenta un’immagine permeata da varie tonalità del colore azzurro. Già dal primo sguardo, l’attenzione viene catturata da un ampio spazio aperto in cui un uomo cammina. Il quadro mostra una strada che finisce dove inizia il cielo, percepito attraverso la diversa intensità del colore. Soffermandosi di più ad osservare la spazialità espressa dall’azzurro, si potrebbe leggere anche come il continuum di un percorso. La persona si trova in un punto per cui si percepisce un prima e un altrove: c’è un pezzo di strada alle sue spalle e il volto è teso verso l’orizzonte, dove si apre lo spazio più ampio, promessa di futuro.  Il punto di convergenza dello sguardo è orientato alla piccola stella che indica il punto di arrivo, la promessa, la conclusione del viaggio, speranza agita del fine ultimo.

Il colore nell’opera di E. Spalletti
L’artista, pittore e scultore, nato nel 1940 e morto nel 2019, ha ricercato continuamente il rapporto tra opera e spazio, forma, colore e luce. L’azzurro, uno dei colori che usa di più, rimanda ai colori della costa abruzzese, sua terra di origine. Lo stesso Spalletti definisce l’azzurro come il colore del cielo, del mare, dell’aria, colore trasparente in cui si è immersi, che si modifica continuamente. Un colore che ha una su magia, che l’artista identifica come realtà impalpabile, non superficie, ma profondità.

Ed è proprio l’esperienza immersiva nel colore e nel suo performarsi nella luce che si evolve la ricerca della dimensione spirituale. Il colore pervade tutte le sue opere, scoprendo l’intensità della luce che vi si riverbera e che cambia la forma, dando la sensazione a chi guarda di immergersi in un’esperienza che in qualche modo induce a trascendere la realtà e a porsi in una prospettiva altra, in cui ci si può aprire alla ricerca del Trascendente.

Giuliana Migliorini