La dott.ssa Rosa Maria Morbegno, dopo lunga esperienza direttiva nella Comunità Ministeriale, è attualmente anche Direttore dell’USSM (Ufficio Servizio Sociale Minorenni) Servizio che ha, come mandato principale, quello di dare attuazione ai Provvedimenti del  Tribunale per i Minorenni.
Per alcuni anni il Servizio ha collaborato nell’ambito del  progetto “Liberi di scegliere” di cui è stato promotore il Presidente del Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria Roberto Di Bella (oggetto del libro di R. Di Bella con  Monica Zapelli, Liberi di scegliere, La battaglia di un giudice minorile per liberare i ragazzi dalla ‘ndrangheta, 2019 e di un Film per la TV di Giacomo Campiotti), oggi istituzionalizzato come Protocollo nazionale.
Molte le ragioni, anche  per l’insegnamento religioso scolastico, di doversi confrontare con l’esperienza e il punto di vista di altri “operatori” e istituzioni (attraverso due contributi “sostanziosi”), perché l’alleanza educativa diventi buona prassi.

 

 L’intervista

La Giustizia Minorile ed il Servizio Sociale

Quali sono i compiti, la missione istituzionale dell’USSM,   i punti di riferimento del  vostro progetto pedagogico attraverso quali esperienze “alternative” e come si svolge la vita ordinaria dei minori  affidati alle vostre cure?

L’USSM (Ufficio Servizio Sociale Minorenni) viene attivato su richiesta dell’Autorità Giudiziaria procedente quando un minore entra nel circuito penale e lo accompagna in tutto il suo percorso penale, fornisce assistenza al ragazzo in ogni stato e grado del procedimento, raccoglie elementi per l’accertamento della personalità e del contesto socio-familiare, fornisce ipotesi progettuali concorrendo alle decisioni dell’A.G.
In altre parole prende in carico i minori a piede libero, ma anche  quelli sottoposti ad una misura cautelare; elabora la progettualità relativa alla messa alla prova ed effettua il relativo monitoraggio; svolge le attività di sostegno e controllo anche per le misure di comunità cioè le misure non detentive di esecuzione della pena. Ha dei compiti anche nei confronti dei minorenni destinatari di provvedimenti dell’A.G. perché bisognosi di tutela, non perché hanno commesso dei reati, quindi nei casi di di provvedimenti amministrativi, di volontaria giurisdizione oppure per i minorenni vittime di maltrattamento o abuso.
In tutte queste ipotesi l’USSM cerca sempre di lavorare in rete con i Servizi del territorio ed il Terzo settore.

Uno spaccato dei “ragazzi difficili”

Chi sono i ragazzi “tipo” (es. ribelle, violento, frequentante cattive compagnie, affascinato dall’organizzazione criminale…) che passano dalla giustizia minorile e quali nuove tendenze registrate sui fenomeni di violenza e trasgressione nel mondo giovanile?

Chiaramente i Servizi Minorili sono un osservatorio del disagio minorile: sono frequenti i ragazzi che provengono dai quartieri di edilizia popolare, all’interno dei quali si concentrano famiglie caratterizzate da disagio sociale, economico e culturale. Per tanti di questi ragazzi mancano le opportunità educative che per altri ragazzi sono scontate e spesso il disagio diventa quasi “un’eredità familiare”.
Poi ci sono ragazzi, purtroppo sempre più numerosi, che arrivano a commettere reati per problemi legati all’uso di sostanze stupefacenti, o problemi psichici che non sono trattati adeguatamente.
Talvolta si tratta di ragazzi stranieri, entrati clandestinamente nel nostro Paese che vivono di espedienti, oppure minorenni di seconda generazione che scontano una mancata integrazione nel contesto sociale.
Sono decisamente in aumento i reati contro la persona come le aggressioni e le risse commesse in gruppo; i reati dei  c.d. domestic offender (per es. ragazzi violenti nei confronti dei genitori), poi tutta la casistica, notevole da un punto di vista quantitativo, dei reati commessi on line soprattutto quelli definiti di cyberbullismo.

 Cause delle scelte devianti

Che peso esistenziale, tra tante concause, assume la subcultura mafiosa con i suoi modelli antropologici,  gli pseudovalori, il familismo e le “appartenenze” morbose?

Non voglio azzardare analisi sociologiche ma, rispetto al passato, nel panorama meridionale della devianza minorile, sembra avere un peso minore la subcultura della ndrangheta. Non possiamo negare che in alcuni contesti i ragazzi purtroppo vivono questa subcultura ed orientano i loro comportamenti secondo modelli che conoscono, ma oggi si  incontrano più spesso  ragazzi che commettono reati perché privi di riferimenti che diano un senso alle loro scelte ed alle loro azioni, quello che colpisce è proprio  la mancanza di consapevolezza e di responsabilità rispetto ai propri agiti.

Non si può generalizzare ogni ragazzo è un caso a sé, molto diverse sono poi le cause se si tratta di reati contro il patrimonio o contro la persona, se il reato è commesso da un solo soggetto o in gruppo (come spesso avviene per i reati dei minorenni).

 I sintomi del fenomeno

Dalla lunga esperienza di incontri con ragazzi problematici e a rischio di comportamenti devianti e violenti, che cosa avete compreso sul mondo degli adolescenti e giovani di questi anni, e quali  sono i problemi scatenanti, i segnali ricorrenti della predisposizione  a un “destino” criminale?

Sembra scontato, ma dietro le storie dei ragazzi che entrano nel circuito penale ci sono spesso famiglie che fanno fatica ad essere un riferimento sicuro, famiglie caratterizzate da numerose fragilità, chiaramente non solo economiche. Non voglio avere un atteggiamento giudicante, ma si coglie, in tante situazioni, una certa inadeguatezza genitoriale che ha caratterizzato il rapporto genitori-figli sin dai primi anni di vita.
Queste situazioni di disagio e fragilità non vengono individuate precocemente e quindi non sono prese in carico in maniera adeguata da nessuno con il risultato di esasperare gli aspetti problematici della personalità dei ragazzi.
Altre note comuni, tra i ragazzi che conosciamo, sono le difficoltà nell’ambito scolastico, sino all’abbandono precoce, ma anche la scarsa partecipazione all’associazionismo giovanile o la pratica sportiva.

 Itinerari pedagogici

Nella rilevanza della dimensione educativa del vostro osservatorio, quali percorsi educativi alla legalità, nonviolenza, solidarietà, rispetto degli altri, valore del bene comune, per riuscire a divenire “liberi di scegliere” e a ritrovare il “diritto al futuro” e alla speranza ritenete più efficaci?

Come Servizi Minorili cerchiamo di offrire ai ragazzi delle attività formative, favorendo, quanto più possibile, anche l’eventuale rientro nel circuito scolastico e realizziamo anche percorsi di orientamento per aiutare i ragazzi a scoprire le proprie risorse ed in alcuni casi si riesce a favorire l’inserimento lavorativo grazie ai tirocini formativi.
Proponiamo percorsi di educazione alla cittadinanza ed alla legalità, in collaborazione con le Forze dell’Ordine e con varie associazioni come Libera, Fondazione Scopelliti o progettualità realizzate da varie realtà del Terzo settore. Da due anni, in collaborazione con la Polizia Postale, realizziamo progetti specifici per ragazzi che hanno commesso reati sul web.

Si cerca anche di creare delle occasioni di conoscenza e confronto con gruppi di pari che non vivono situazioni di devianza,  disponibili per esempio gli scout, perché troviamo sia molto efficace il confronto con coetanei che  offrono modelli diversi da quelli che di consueto i ragazzi sperimentano nei loro gruppi.
Una risorse importante è il Terzo settore perché ai ragazzi vengono proposte esperienze di impegno nelle realtà del volontariato cercando di attribuire a queste azioni una valenza ripartiva nei confronti della società.

Per quanto riguarda i minorenni è comunque importante curare l’aspetto educativo delle attività, non solo quello retributivo come si fa per gli adulti. A tal fine proponiamo anche percorsi di educazione alla tutela dell’ambiente marino e di vela, varie attività sportive e di socializzazione.

Tramite tutte queste attività si cerca innanzitutto di educare alla cittadinanza, la cosa più importante è far comprendere ai ragazzi che sono e devono sentirsi dei cittadini titolari di diritti e doveri.

  • Foto di copertina: Gruppo seguito dal  Servizio Sociale Minorenni nel progetto formativo di attività con la Capitaneria di Porto

Giorgio Bellieni