La travolgente esperienza della pandemia ed ora della guerra Russo-Ucraina, ha costretto tutti a rivedere i propri progetti e a ritrovare la serenità per riprogettare percorsi lavorativi e di vita. Ma è necessario guardare oltre le difficoltà in cui siamo invischiati alla ricerca di quei fondamenti che non vacillano e ci riportano alla serenità.
In questo cambiamento d’epoca, nella nostra società, italiana – europea – occidentale, ci siamo resi conto che il consumismo ha stravolto i criteri per valutare le cose che contano. Si diffonde un’esigenza di essenzialità intesa come semplicità e ricerca di quel nucleo intorno al quale ruota la nostra identità.

Siamo nati con ciò che è essenziale per vivere: il respiro, il cuore, due braccia che ci hanno accolto. Poi la nostra vita si è arricchita di esperienze, relazioni, cultura ecc. Tutto è diventato a poco a poco irrinunciabile fino ad appesantirci il cammino e la vita. Se non siamo stati travolti è perché, di tanto in tanto, abbiamo avuto il coraggio di buttar via la zavorra che ci toglieva energia. Abbiamo così ripreso il cammino di ritorno verso la profondità di noi stessi, verso l’origine.

L’essenziale non è un’idea o una cosa. L’essenziale è un processo che ci rinnova dal profondo dando al volto una luce nuova, quella della Vita, di Dio.
Il ritorno all’essenziale è un processo di pulizia che libera il cuore per fare posto all’Assoluto trascendete, a Dio. È un ritorno alla condizione originaria del nostro essere creature che portano in sé l’immagine e la somiglianza di Dio. Un’immagine che con il tempo è stata appannata e offuscata da tante esperienze interessanti o difficili, superficiali e banali.
Per questo abbiamo voluto proporre un percorso di ritorno alla condizione originaria. Al di là dei nostri ruoli, dei compiti e della considerazione che abbiamo, consapevoli delle fragilità possiamo obbedire alla vita che dentro si rivela e ci chiede di donare noi stessi. Tornare all’essenziale è un percorso di svuotamento che ogni giorno toglie qualcosa per guadagnare la libertà e l’immagine di ciò che veramente siamo.

Il mondo intorno a noi ci dice che la persona veramente realizzata è quella che fa valere i propri diritti, incarichi, ruoli e spreme dalla vita il massimo. Siamo però consapevoli che questo non ci porta alla felicità e alla piena realizzazione. La realizzazione e la felicità stanno nell’andare verso l’io profondo di noi e incontrare la Vita e lo Spirito Assoluto di Dio che è sempre oltre ogni nostra esperienza umana[1].

[1] P. Bignardi, Ritorno all’essenziale, cit., pp. 132-136.

 

Dall’Introduzione

Il percorso di ritorno all’essenziale

L’essenziale si raggiunge in un percorso verso ciò che ci fa essere ciò che siamo. Per i credenti è un percorso di ritorno a Dio nella verità di sé stessi. Per i cristiani un ritorno al mistero del Signore crocifisso e risorto, riscoperto nel cuore della propria vita[1]. Per tutti il ritorno all’essenziale comporta un processo di riscoperta delle radici ultime del proprio essere e del proprio agire e un risalire alla fonte originaria della vita per orientarla verso scelte autentiche che favoriscono l’unificazione della persona e la realizzazione[2].

Il percorso di ritorno all’essenziale allora deve ritrovare gli elementi costitutivi e fondamentali di una realtà senza i quali sarebbe incompleta e sfigurata, non riconoscibile pienamente. Deve togliere e sfrondare tutti quegli elementi e aggiunte non necessari, impropri, inutili e sbagliati che deturpano l’armonia e la bellezza del quadro. In questo lavoro di ripulitura dobbiamo avere ben chiaro l’immagine originaria, il modello da ristabilire.

Occorre allora silenzio, distacco, ascolto, contemplazione, discernimento, scelta, rinascita:

  • Silenzio per non essere distratti e disturbati dal rumore di fondo,
  • Distacco per osservare liberamente con attenzione,
  • Ascolto della tradizione e dei saggi che hanno percorso il cammino prima di noi,
  • Discernimento e meditazione per capire e riflettere,
  • Contemplazione della verità del modello originario,
  • Scelta per eliminare l’inutile, il dannoso, l’errore,
  • Rinascita per ristabilire la condizione di vita nuova.

Anche noi, nel nostro centro educativo CeRFEE Zelindo Trenti[3], abbiamo cercato di metterci in ascolto per interpretare gli eventi e capire come rispondere insieme alla storica crisi epocale che abbiamo attraversato in questi ultimi tempi. Il testo che presentiamo è appunto il frutto di questa nostra sosta di riflessione.

Il titolo L’essenziale. Fondamenti e percorsi educativi indica sinteticamente l’approdo della nostra riflessione e il senso della nostra proposta.

Molti di noi, in questo tempo, hanno detto o hanno sentito ripetere: “Dopo questi eventi cambierà tutto. Non potremo più ritornare come prima”. È stata un’iniziale percezione che si è andata progressivamente confermando soprattutto dopo la seconda e la terza ondata della pandemia.

Noi non pensiamo che si debba ripartire da zero. La tradizione, il nostro passato, è il nostro tesoro. In esso sono conservate la sapienza e le conquiste di chi ci ha preceduto e le risorse per ripartire e ricostruire. Le grandi sfide superate in passato ci invitano a tornare all’essenziale e sottendono la necessità di sfrondare i rami secchi e inutili del nostro vissuto per dare spazio ai nuovi rami e frutti. Come sempre dalle crisi nascono nuove opportunità e possibilità di crescita. La sapienza della vita e della tradizione ci ha insegnato e ci ripete che dalla morte, compresa e accolta, viene la Resurrezione e la vita.

 

La proposta del testo

Il testo, come si può ben vedere, non ha la pretesa di essere una trattazione sistematica sul tema dell’essenziale, ma vuole essere una riflessione, sulle condizioni del nostro oggi, nella prospettiva ermeneutica esistenziale, che può accompagnare il percorso di vita, più o meno accidentato, che stiamo vivendo. Non un testo di meditazione, dunque, ma un sussidio di riflessione per comprendere e interpretare correttamente le trasformazioni di oggi e ripartire dall’essenziale nella ricostruzione.

A chi è rivolta la proposta?

A coloro, innanzi tutto, che intendono intraprendere il cammino. A coloro, poi, che si sentono chiamati ad accompagnare altri nel percorso educativo verso l’essenziale. A chi è curioso ma dubbioso, in ricerca di un senso e della sua vocazione. E infine a chi è amareggiato, scoraggiato, deluso, con poca speranza, travolto da una vita inutile e insignificante.

L’atteggiamento giusto per incontrare la proposta di questo testo è quello del pellegrino, errante di luogo in luogo, in ricerca del senso e della Verità[4]. Con tutta la tradizione cristiana latina e bizantina, crediamo che il percorso del ritorno all’essenziale sia quello di: “discendere dentro il proprio cuore”, “riportare la mente nel cuore”, ricondurre l’attenzione della mente nel cuore” perché là dentro dimora Dio e là dentro si può incontrare[5].

L’essenziale è quel mondo nascosto, coperto, che mai si mostra senza maschera. È quello che sta dietro tutte le grandi fiabe e che esse mostrano copertamente: la ricerca di un Regno dei cieli. Quel tesoro inseguito, quella visione sognata e inesplicabile per i quali si riesce a disertare di colpo la terra amata e ogni bene desiderato[6].

 

Lo sfondo del testo

Lo sfondo in cui la riflessione di questo nuovo testo si sviluppa è quello della tradizione culturale occidentale, fondata sulle radici classiche ed ebraico cristiane, che va dalle pagine bibliche alle esperienze del monachesimo, fino alla contemplazione dei mistici e alle riflessioni degli studiosi, con particolare riferimento al filone di pensiero ermeneutico esistenziale[7].

Non mancano naturalmente, visto il tema trattato, influssi e riferimenti, diretti e impliciti, alla più generale riflessione sapienziale umana e religiosa. È ovvio che la dottrina sull’essenziale, come itinerario di spogliazione, di semplificazione abbraccia le più diverse tendenze spirituali e religiose[8].

Istintivamente nasce da quanto proporremo un richiamo “politico”, un’attenzione sicuramente presente e viva nella sensibilità contemporanea[9]. Solo l’accenno al ritorno all’essenziale evoca anche immediatamente l’idea dell’abbandono, della fuga, del rifugio in una comunità di salvati, della scelta dell’avarizia solitaria[10]. E insieme evoca, soprattutto oggi, l’impegno per la semplificazione del sistema, la svolta per una maggiore partecipazione e inclusione sociale, la lotta per la transizione ecologica e la difesa della natura, un nuovo modello di sviluppo per la sostenibilità ambientale, ecc.

Siamo convinti che questo viaggio verso l’essenziale non si esaurisce in un lodevole atteggiamento dello spirito, ma si esprime in modo diretto e concreto in atteggiamenti e strategie orientate al cambiamento sociale ed economico. Sono molte le vie individuate dalla tradizione per tentare di cambiare il sistema. Nello sfondo di ciò che proponiamo, si può intravedere la scelta non-violenta, che costituisce, a nostro avviso, un’azione militante: «arma alla portata dei più poveri», «potenza capace di trasformare le istituzioni e dare un senso nuovo alla storia»[11].

 

La struttura del testo

La nostra proposta non vuole essere ideologica, ma un invito a riflettere per ritrovare oggi il significato di un ritorno all’essenziale e intraprendere o costruire per altri un percorso educativo. Due sono gli aspetti che abbiamo voluto approfondire: quello filosofico nella prima parte del testo (di M. Marchetto) e quello educativo-pedagogico-didattico nella seconda parte (di R. Romio).

Nella prima parte viene sviluppata una riflessione filosofica sull’originaria ricerca di senso della natura umana (l’apriori ermeneutico), assumendo come centrale la domanda essenziale: Perché l’essere, e non il nulla? Ad essa non può non essere associata la domanda: Chi sono io in quanto essere umano? Una semantica del senso e del sentire accompagna il percorso che intende toccare la questione dei fondamenti dell’educazione, non disgiunta da quella del metodo per giungervi. Quanto risulta vera, in questo contesto, la considerazione di Pascal sulle incombenze educative inutili che impediscono di dare spazio alla ricerca dell’essenziale[12]!

Nella seconda parte cercheremo di tracciare un percorso educativo di ritorno all’essenziale. Andare all’essenziale significa semplificare, tagliando i rami inutili. Ma insieme unificare, integrare ciò che ci costituisce per ritrovarsi senza più divisione tra ciò che si pensa, si dice, si fa e si è. Considerata la grande quantità e varietà di proposte che si incontrano e vengono indicate nei percorsi educativi sull’essenzialità, non è facile individuare le indicazioni più adatte oggi. La nostra scelta è stata determinata, come abbiamo già accennato, dalla nostra prospettiva educativa ermeneutica esistenziale e dal complicato contesto socioculturale occidentale in cui stiamo vivendo. In questa ottica abbiamo scandito, alla luce della tradizione, alcune tappe che ci sembrano oggi importanti. Non le abbiamo distribuite in una logica organica, esaustiva e progressiva.

Nella complessità attuale e nella ricerca esasperata di personalizzazione dei percorsi educativi non è possibile fissare rigidi confini. Il processo educativo deve essere accompagnato dall’educatore con flessibilità e creatività per aiutare la costruzione di una personale risposta. Ancora una volta l’essenziale non sta nella concordanza delle dottrine, che risulta spesso divisiva e a volte incompatibile, ma nella esperienza personale profonda e concreta verso l’essenziale che supera ogni incompatibilità[13].

Le tematiche educative che abbiamo trattato nella seconda si suddividono in 5 capitoli che dopo un introduttivo sguardo contestuale sull’essenziale, sviluppano la prospettiva educativa:

  1. I passi del cammino educativo verso l’essenziale,
  2. Il processo educativo del ritorno all’essenziale,
  3. L’essenziale in un’epoca di cambiamento,
  4. Il significato del ritorno all’essenziale nell’educazione oggi,
  5. Il processo educativo di ritorno all’essenziale nella visione ermeneutica esistenziale.

 

Il testo e la Collana “Educare oggi”

La proposta del testo si inserisce nella collana, “Educare Oggi”. Già otto testi hanno visto la luce nella collana con l’obiettivo di far conoscere la prospettiva ermeneutica esistenziale. Una eredità interpretativa capace di dare senso alla complessa e profonda trasformazione culturale di questi anni. Ne indichiamo brevemente titolo e contenuto:

  • Educare oggi (2017): riepilogo introduttivo della esperienza di riflessione sull’educazione e formazione in prospettiva ermeneutica esistenziale;
  • Comprensione di sé e impegno educativo (2018): riflessione fondativa, filosofico-pedagogico- didattica, sulla prospettiva ermeneutica esistenziale;
  • Didattica per un nuovo umanesimo (2018): si riflette da diverse prospettive sul rinnovamento dei linguaggi e delle metodologie educative attuali;
  • Abitare le fragilità (2018), sguardo fenomenologico ermeneutico esistenziale sui volti e i luoghi della fragilità contemporanea;
  • Religione a scuola. Quale futuro? (2019): riflessioni degli esperti più qualificati sull’educazione religiosa scolastica in Italia oggi;
  • Pedagogia dell’apprendimento nell’orizzonte ermeneutico (2019): riedizione aggiornata della prima teorizzazione della visione pedagogico didattica ermeneutica esistenziale;
  • ESSERCI, come oasi nel deserto della città (2020): si ricercano nella tradizione spirituale le risorse per interpretare e rispondere alla crisi spirituale e religiosa che attraversiamo;
  • Educare alla vita (2021): esplorazione, in prospettiva ermeneutica esistenziale, delle fasi del processo educativo alla vita: esistenziale, interiore, spirituale, religiosa, credente[14].

Il testo e il Centro di Ricerca e Formazione Ermeneutica Esistenziale (CeRFEE)

Alla collana “Educare oggi”, negli ultimi due anni, il nostro Centro educativo CeRFEE ha affiancato due nuove collane per realizzare gli obiettivi di studio e di ricerca.
La prima collana “Strumenti di didattica ermeneutica esistenziale”, con Edizioni San Lorenzo: ha lo scopo di offrire agli educatori dei sussidi pratici per la costruzione e l’accompagnamento dei percorsi educativi secondo la prospettiva ermeneutica esistenziale. Sono già stati pubblicati:

  • Educare con il teatro (2021): cerca di portare le risorse culturali e formative del teatro nell’esperienza educativa scolastica;
  • Educare alla cittadinanza (2021): risponde alla richiesta di riportare l’educazione alla cittadinanza nei processi educativi delle discipline scolastiche e nei percorsi formativi extrascolastici;
  • Cercare la strada. I profili educativi e religiosi (2022): sussidio per progettare percorsi educativi a partire dai profili dei bisogni di sviluppo della persona nelle diverse fasi dello sviluppo[15].

La terza collana “Ricostruire” con Edizioni Ermes Education: ha lo scopo di offrire il contributo della visione ermeneutica esistenziale allo sforzo di ricostruzione del sistema socioculturale gravemente provato dalla crisi pandemica. Si tratta di testi divulgativi, in linguaggio comprensibile, indirizzati a tutti coloro che si impegneranno nella ricostruzione[16].

  • Una Paideia per la vita l’ermeneutica esistenziale, (2021): brevi riflessioni per giovani/adulti in prospettiva ermeneutica esistenziale sulle tematiche di attualità;
  • Visione, strategie, tecniche (2022): per conoscere, in un tempo di forti contrasti politico sociali, una via di soluzione e le sue modalità applicative.
  • Dalle periferie: uno sguardo e una proposta (2022): per capire, a partire dalla periferia, la strada del rinnovamento e della ricostruzione del sistema.

Il testo nel contesto attuale

Le provocatorie istanze emerse nel difficile contesto in cui viviamo hanno rafforzato in noi l’idea di un testo che riflettesse sull’essenziale dell’esistenza e proponesse un percorso educativo di ritorno ai principi fondamentali della vita. Crediamo sia questo il tempo, grazie anche alle provocazioni in atto, che necessita di una matura e solida consapevolezza del mistero del nostro esistere. Le grandi responsabilità sul futuro destino del pianeta che la globalizzazione ci pone davanti richiedono un salto di responsabilità. La diffusa consapevolezza di ciò che è essenziale può consentirci questo salto di responsabilità.

Il percorso verso l’Essenziale è insieme un inizio nuovo e un ritorno. Ma se è un ritorno vuol dire che c’è stato un momento in cui si viveva l’Essenziale. In genere l’essenziale si colloca nel momento dell’inizio di un cammino nuovo. L’inizio a volte è incerto e confuso e si chiarisce lentamente l’essenziale iniziale, quel seme in cui era contenuto in germe quello che si sarebbe manifestato in seguito.

Inizio per il mondo è la creazione. Per l’umanità il momento della sua origine. Per ogni persona quello della nascita. Per le diverse realtà il momento dell’avvio. Tornare all’essenziale in questo senso vuol dire tornare all’origine. Fare memoria e ritrovare il fuoco e la motivazione dell’inizio. Durante il cammino il nucleo originario può arricchirsi di altri aspetti fondamentali, implicitamente presenti in origine, che non vanno perduti. E allora nel cammino di ritorno si devono ricuperare anche quelli. Ma può anche appesantirsi e smarrirsi. E allora bisogna riprendere la via del ritorno all’autenticità iniziale.

Nel lungo itinerario del ritorno all’essenziale, non sempre lineare, che caratterizza il vissuto di ciascuno che si accosterà a questo testo, vogliamo essere compagni di viaggio discreti, ma partecipi con il dono di queste pagine che vogliono siano intense e incisive.

Roberto Romio

 

NOTE

[1] P. Bignardi, Ritorno all’essenziale, Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2020, pp. 11-20.
[2] G.Marciante, La parte buona che ci sarà tolta. Viaggio alla ricerca dell’essenziale, Cefalù 2019, p. 13.
[3] La nostra associazione di educatori “CeRFEE-Zelindo Trenti” nasce nel 2014, raccogliendo l’eredità di riflessione della Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università Pontificia Salesiana di Roma, che dalla fine degli anni settanta del ‘900 elabora una visione educativa ispirata alla prospettiva ermeneutica esistenziale, poi codificata dal prof. Zelindo Trenti e sul piano didattico dal prof. Roberto Romio.
[4] Ivi, p.25: «I miei beni terrestri sono una bisaccia sul dorso con un po’ di pane secco e, nella tasca interna del camiciotto, la sacra Bibbia. Null’altro», così si aprono i racconti del pellegrino russo, «una apertura, scriveva Cristina Campo nell’introduzione, tra le più ammalianti della letteratura di ogni paese».
[5] Ivi, pp. 11-12. «In tale dimensione non vi è alto né basso, non fuori né dentro e il centro del cuore non è altra cosa dall’infinito dei cieli, né l’atomo dalle galassie e le parole perdono ogni precisa direzione».
[6] C. Campo, Introduzione, in Racconti del pellegrino russo, Rusconi, Milano 1973, pp. 5-6. Come «pellegrini e mendichi, beati folli dal cuore in fiamme dei quali il mondo si fa beffe e che il mondo “che è dietro quello vero” soccorre e guida con meravigliosi segni e portenti […] [La Preghiera del Nome] è la gemma portentosa il cui fulgore protegge il corpo e illumina l’intelletto, disvela le cose lontane e ammansisce tutti i cuori, sazia tutti i bisogni e tramuta tutti i paesaggi».
[7] Numerosi riferimenti in questo senso possono ritrovarsi nei precedenti testi di questa collana in particolare in R. Romio – M. Marchetto, Comprensione di sé e impegno educativo, Ldc, Torino 2018.
[8] Un’attenzione particolare ci pare debba essere data: alle pagine bibliche sapienziali, alle riflessioni della tradizione ascetica, alla discrezione delle regole del monachesimo non solo benedettino, al disincanto verso le conquiste mondane dei testi di spiritualità come l’Imitazione di Cristo, alla tacita contemplazione dei mistici.
[9] Basti qui ricordare, per tutti, il continuo richiamo “politico” nei discorsi e nei documenti del magistero di papa Francesco.
[10] Scrivevano i ragazzi della scuola di Barbiana: «Il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è la politica. Sortirne da soli è avarizia».
[11] Lanza Del Vasto, Technique de la non-violence, Denoel, Paris 1971, pp.64-65 e 190-191.
[12] B. Pascal, Pensieri, 207 ed. Chevalier, trad. it. di A. Bausola, Rusconi, Milano 1993, p. 133. «Si addossa agli uomini fin dall’infanzia la cura del loro onore, del loro benessere, dei loro amici […]. Li si sovraccarica di incombenze, dell’apprendimento delle lingue e di altri vari esercizi e si insegna loro che non potranno essere felici se la loro salute, il loro onore, la loro fortuna e quella dei loro amici non saranno in buono stato e che se una sola di queste cose venisse meno questo li renderebbe infelici. E così si affidano loro incarichi e incombenze che li tengono in moto fin dall’alba. Ecco. Direte voi, una strana maniera di renderli felici! Cosa si potrebbe fare di più per renderli infelici? – Come! Cosa si potrebbe fare? Sarebbe sufficiente liberarli di tutte queste cose; allora essi vedrebbero sé stessi, penserebbero a quello che sono, donde vengono e dove vanno; ed è per questo che non possono mai essere troppo occupati e troppo distanti. E per questo, dopo averli tanto sovraccaricati di incombenze, se rimane loro qualche momento di sosta, si consiglia loro di impiegarlo a divertirsi, a giocare e a occuparsi sempre in qualche cosa con tutto il loro sé stesso. Come è vuoto il cuore dell’uomo e pieno di fango!».
[13] R. Panikkar, Sol levante e sol calante, trad. it. di M. Ghilardi, in Opera Omnia, Vol. VI, Tomo 1. Pluralismo e interculturalità. Culture e religioni in dialogo, Jaca Book, Milano, 2009, p. 233.
[14] Testi della collana “Educare oggi”:

    1. Romio – S. Cicatelli, Educare oggi, Ldc, Torino 2017.
    2. Romio – M. Marchetto, Comprensione di sé e impegno educativo, Ldc, Torino 2018. «»
    3. Romio, a cura di, Didattica per un nuovo umanesimo, Ldc, Torino 2018.
    4. Greco, Abitare le fragilità, Ldc, Torino 2018.
    5. Romio, a cura di, Religione a scuola. Quale futuro?, Ldc, Torino 2019.
    6. Trenti – R. Romio, Pedagogia dell’apprendimento nell’orizzonte ermeneutico, Ldc, Torino 2019.
    7. Romio, a cura di, Esserci. Come oasi nel deserto della città, Ldc, Torino 2020.
    8. Romio, a cura di, Educare alla vita, Ldc, Torino 2021.

[15] I testi pubblicati nella collana “Strumenti”:

      1. Loffarelli, Educare con il teatro, Edizioni San Lorenzo, Reggio Emilia 2021.
      2. Romio, a cura, Educare alla cittadinanza, Edizioni San Lorenzo, Reggio Emilia 2021.
      3. Romio, a cura, Cercare la strada. I profili educativi e religiosi, Edizioni San Lorenzo, Reggio Emilia 2022.

[15] I testi pubblicati nella collana “Ricostruire”:

        1. Greco, Ricostruite. Una Paideia per la vita l’ermeneutica esistenziale, Edizioni Ermes Education, Amazon 2021.
        2. Romio, a cura, Dalle periferie: uno sguardo e una proposta, Edizioni Ermes Education, Amazon 2022.
        3. Romio, Nonviolenza. Visione, strategie e tecniche, Edizioni Ermes Education, Amazon 2022.