Una delle principali sfide che riguardano le istituzioni scolastiche ed educative contemporanee è quella di coniugare in modo armonico le due dimensioni dell’agire umano, quella individuale e sociale. Realizzare questo tipo di operazione non è semplice a causa del pregiudizio antropologico diffuso nella mentalità occidentale, secondo cui il conseguimento dell’utile individuale è inconciliabile con la salvaguardia del bene comune.

Bene individuale e collaborazione sociale

Per il filosofo francese Jacques Maritain, tale impostazione è destinata al fallimento in quanto considera il successo immediato come il supremo criterio per valutare l’efficacia di un’azione politica. Si dimentica così che la ricerca dell’interesse personale non può mai ottenere dei risultati significativi se non in un’ottica più vasta, allargata, cioè, alla comunità di cui il singolo fa parte. Il raggiungimento del bene individuale richiede, infatti, la collaborazione di tutti i soggetti che ne condividono il contesto, in una dimensione morale che sappia sostenere e orientare ogni persona nella conquista della propria autentica libertà.

Conservare ed accrescere i princìpi della giustizia e dell’amore significa favorire la “legge di fruttificazione delle azioni umane” inscritta nella natura delle cose. In antitesi a qualsiasi forma di ingiustizia e di male che tendono per se stesse alla distruzione degli Stati e a un fallimento reale a lunga scadenza, ogni momento storico genera delle conseguenze che si perpetuano di generazione in generazione.
La linea di tendenza che coinvolge l’intera umanità verso la realizzazione di una civitas humani generis, è destinata ad assumere la forma organica di una struttura internazionale dei popoli (cfr. J. Maritain, La fine del machiavellismo, in Per una politica più umana, Morcelliana, Brescia 1979, pp. 142-155).

Scuola e cittadinanza attiva 

Le figure che operano nella Scuola hanno oggi l’opportunità di favorire il processo evolutivo che nasce dallo sviluppo della cittadinanza attiva in una prospettiva che, se vuole essere efficace, deve spingersi a comprendere scenari sempre più ampi in chiave europea e mondiale.
Le ‘competenze civiche e sociali’ sono state tra le otto competenze chiave, identificate nel 2006 dal Parlamento europeo come essenziali per tutti i cittadini dell’Unione. La promozione dell’equità e della coesione sociale attraverso l’istruzione scolastica costituisce uno dei principali obiettivi del Quadro ET2020 di riferimento strategico per la cooperazione europea nel settore dell’istruzione e della formazione (https://ec.europa.eu/education/policies/european-policy-cooperation/et2020-framework_it).
Com’è emerso nella Dichiarazione dei ministri dell’istruzione del G20 Istruzione tenutosi a Catania il 22 giugno 2021, occorre affermare con forza l’importanza di garantire  a ogni studentessa e a ogni studente un’educazione di qualità che riduca i divari digitali e contrasti la povertà culturale, senza lasciare indietro nessuno (cfr. G20 Education Ministers’ Declaration, June 22, 2021 Catania – Italy).

Tempo di ripartenze

E’ dunque il tempo di lavorare per costruire un’alleanza globale che consenta di dare risposte educative forti e credibili, in un’ottica di crescita e sviluppo integrale dei giovani.  
I valori comuni di libertà, tolleranza e solidarietà assumono una rilevanza fondamentale, soprattutto in riferimento a quanto accaduto negli ultimi due anni con la diffusione dell’emergenza pandemica causata dal Covid 19. La dispersione scolastica è purtroppo aumentata e solo elevando il grado di competenze insieme alla qualità delle conoscenze sarà possibile gestire positivamente la grande fase di trasformazione economica e tecnologica che interessa la maggior parte della popolazione mondiale.
Per sconfiggere ogni forma di emergenza educativa ed aprire scenari di speranza per il mondo di domani, occorre ripartire con fiducia ed entusiasmo dalla Scuola, mettendo in atto percorsi sociali, politici ed educativi che possano riuscire a garantire un futuro più sereno e sicuro per tutti.  

Paolo Gava