In questi giorni il tema della violenza giovanile è stato al centro dell’opinione pubblica italiana in seguito all’omicidio di Giulia Cecchettin ad opera del suo ex fidanzato Filippo Turetta. L’esplosione inspiegabile di una violenza incontrollata ed efferata, in un ragazzo ritenuto normale dai familiari, ci ha lasciati allibiti e increduli. Ma non è però un caso isolato. La violenza giovanile, non solo quella di genere, esplode ogni giorno in forme diverse: nelle relazioni individuali, nelle baby gang, nella criminalità malavitosa, nelle manifestazioni politiche, nella rabbia dei gruppi razziali, nelle espressioni estreme della tifoseria sportiva, ecc. In questo numero vogliamo esplorare, da educatori,  le ragioni di questo profondo disagio giovanile che si esprime, ormai in tutto il mondo, con il linguaggio della violenza, per capire il senso della domanda da cui nasce e individuare insieme i possibili percorsi di risposta. I giovani sognano la felicità e amano la vita libera e gioiosa, non la violenza.  E allora cosa possiamo fare per accompagnarli insieme nella realizzazione dei loro sogni di gioiosa felicità?