La sinodalità, il rapporto fraterno attraverso cui condividere il proprio cammino è una grande medicina che può guarire le malattie spirituali, psichiche, relazionali, le disuguaglianza sociali, culturali ed economiche. Il rapporto ODFAM international 2022 ci segnala ancora il raddoppiarsi delle disuguaglianze e il crescere della povertà. I 10 uomini più ricchi del mondo raddoppiano le proprie fortune, mentre nel mondo si stima che 163 milioni di persone in più sono cadute in povertà, in Italia 1 milione di poveri in più nel solo 2020.
I 10 super-paperoni detengono una ricchezza sei volte superiore al patrimonio del 40% più povero della popolazione mondiale, ovvero di 3,1 miliardi di persone,
Ogni 4 secondi nel mondo 1 persona muore per fenomeni connotati da elevati livelli di disuguaglianza come mancanza di accesso alle cure, fame, crisi climatica e violenza di genere.
A fine 2020, il top-10% degli italiani più ricchi possedeva oltre sei volte la ricchezza netta della metà più povera della popolazione.

 

La pandemia della disuguaglianza

Le analisi

In occasione dell’apertura dei lavori del World Economic Forum di Davos, è stato pubblicato “La pandemia della disuguaglianza”, il nuovo rapporto di Oxfam, organizzazione impegnata nella lotta alle disuguaglianze. Dall’inizio dell’emergenza Covid-19, ogni 26 ore un nuovo miliardario si è unito ad una élite composta da oltre 2.600 super-ricchi le cui fortune sono aumentate di ben 5 mila miliardi di dollari, in termini reali, tra marzo 2020 e novembre 2021. “Già in questo momento i 10 super-ricchi detengono una ricchezza sei volte superiore al patrimonio del 40% più povero della popolazione mondiale, composto da 3,1 miliardi di persone. – ha detto Gabriela Bucher, direttrice di Oxfam International – Se anche vedessero ridotto del 99,993% il valore delle proprie fortune, resterebbero comunque membri titolati del top-1% globale”.

“Le banche centrali hanno pompato miliardi di dollari nei mercati finanziari per salvare l’economia, ma gran parte di queste risorse sono finite nelle tasche dei miliardari che cavalcano il boom del mercato azionario. – ha aggiunto Bucher. “La disuguaglianza non è una fatalità ma il risultato di precise scelte politiche. – continua Bucher – Non solo i nostri sistemi economici ci hanno reso meno sicuri di fronte a questa pandemia, ma consentono a chi è estremamente ricco di beneficiare della crisi. Non è mai stato così importante intervenire sulle sempre più marcate ingiustizie e iniquità. Per questo servono coraggio e visione per affrancarsi da paradigmi di sviluppo che hanno mostrato il fallimento negli ultimi decenni”.

DisuguItalia

La pandemia ha aggravato le condizioni economiche delle famiglie italiane e rischia di ampliare a breve e medio termine i divari economici e sociali preesistenti. Nel primo anno di convivenza con il coronavirus in Italia è cresciuta la concentrazione della ricchezza. La quota, in lieve crescita su base annua, di ricchezza detenuta dal top-1% supera oggi di oltre 50 volte quella detenuta dal 20% più povero dei nostri connazionali. Il 5% più ricco degli italiani deteneva a fine 2020 una ricchezza superiore a quella dell’80% più povero. Nei 21 mesi intercorsi tra marzo 2020 e novembre 2021 il numero dei miliardari italiani della Lista Forbes è aumentato di 13 unità e il valore aggregato dei patrimoni dei super-ricchi è cresciuto del 56%, toccando quota 185 miliardi di euro alla fine dello scorso novembre. I 40 miliardari italiani più ricchi posseggono oggi l’equivalente della ricchezza netta del 30% degli italiani più poveri (18 milioni di persone adulte). L’inversione delle fortune, iniziata dalla metà degli anni ‘90, con una marcata divergenza tra le quote di ricchezza del 10% più ricco e della metà più povera della popolazione italiana, non sembra allentarsi nel biennio 2020-2021 con le famiglie più povere incapaci di intercettare la significativa crescita del risparmio registrata durante la pandemia.

Alla riduzione delle spese per consumi è corrisposto nel 2020 un significativo aumento dell’incidenza della povertà assoluta. Oltre 1 milione di individui e 400.000 famiglie sono sprofondati nella povertà, sebbene su questo disastro sociale possa aver inciso maggiormente – a differenza della precedente recessione – il cambiamento pandemico delle abitudini di consumo rispetto alla perdita di potere d’acquisto, pur significativa, delle famiglie.

“Il quadro sociale avrebbe potuto essere ancor più grave, se il Governo non avesse potenziato le misure di tutela esistenti e messo in campo strumenti emergenziali nuovi di supporto al reddito – ha dichiarato Elisa Bacciotti, responsabile Campagne di Oxfam Italia – I massicci trasferimenti hanno anche attenuato le disuguaglianze retributive e reddituali, ma le prospettive a breve restano incerte, data la temporaneità degli interventi e i rischi, tutt’altro che scongiurati, di un ritorno allo status quo pre-pandemico. In primis, per quanto riguarda il nostro mercato del lavoro profondamente disuguale e che genera, in modo strutturale, povertà da decenni”. La ripresa occupazionale del 2021 non è trainata da lavoro stabile e rischia di riproiettarci nel mondo pre-pandemico, che ha visto crescere la quota dei working poor di oltre 6 punti percentuali dall’inizio degli anni ‘90.

“Sono diversi i motivi, non rimossi dalla pandemia, che rendono oggi il lavoro insufficiente a condurre una vita dignitosa per tante persone: l’espansione di lungo corso di occupazioni in settori a bassa produttività e con salari insufficienti, la prevalenza nel tessuto produttivo di piccole e micro imprese con propensione all’innovazione mediamente molto debole e sottoutilizzo del capitale umano, le strategie competitive delle imprese italiane basate sulla compressione del costo del lavoro, la deregulation contrattuale, la diffusione del part-time in prevalenza involontario”, ha proseguito Bacciotti. Il contrasto alle disuguaglianze e in particolare la portata redistributiva di alcuni interventi strutturali messi in campo nel 2021 dal Governo Draghi sconta le difficili convergenze di una maggioranza disomogenea e la prevalenza di pulsioni conservatrici.

“Crediamo che la razionalizzazione delle misure di sostegno alle famiglie con figli intrapresa dall’attuale Governo sia largamente apprezzabile, così come l’azione sul riordino degli ammortizzatori sociali, anche se ancora incompleta. Le scelte in materia di riforma del sistema fiscale ci appaiono invece discutibili, dimenticando l’obiettivo di garantire maggiore equità orizzontale in favore di una crescita quantitativa, che offusca la dimensione sociale dello sviluppo. L’intervento effettuato sul reddito di cittadinanza nella legge di bilancio è inoltre fortemente deludente, mancando di recepire quasi tutte le indicazioni di riforma per rendere questo strumento più equo ed efficiente nel contrasto alla povertà”, conclude Bacciotti.

Un’agenda politica per l’equità

Sul fronte nazionale, coerentemente e limitatamente ai focus del rapporto, Oxfam raccomanda al Governo italiano di intervenire nei seguenti ambiti:

  • ammodernamento dei sistemi di protezione dei redditi, prevedendo l’ulteriore estensione delle tutele ai lavoratori autonomi e requisiti contributivi meno stringenti, per quanto concerne l’accesso a indennità in mancanza di rapporto di lavoro, per i disoccupati under-35;
  • ridare potere al lavoro con interventi pre-distributivi che limitino la svalutazione del fattore lavoro e escludano il ricorso a forme contrattuali atipiche e poco remunerate anche attraverso l’innalzamento dei salari minimi;
  • va rafforzata la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese;
  • promuovere sistemi fiscali equi e progressivi: in assenza di uno spazio politico che recuperi i vulnus dell’impostazione della riforma fiscale;
  • realizzare la riforma del catasto,;
  • ridurre significativamente il prelievo sui redditi da capitale e non conservare l’aberrante regime forfetario;
  • per il supporto delle famiglie con figli e reddito di cittadinanza: per quanto concerne l’assegno unico suggeriamo di valutare in itinere la riduzione della componente patrimoniale dell’ISEE nella determinazione dell’importo dell’assegno e di estendere per almeno il biennio 2023-2024 la clausola di salvaguardia oltre i 25.000 euro di ISEE, per garantire che nessun nucleo familiare riceva un supporto inferiore ai trasferimenti previgenti;
  • per il reddito di cittadinanza auspichiamo che si possa ancora trovare spazio per rivedere almeno i criteri di accesso e il calcolo dell’importo per non penalizzare le famiglie numerose e con minori e per ridurre l’aliquota minima effettiva per i beneficiari della misura che inizino un’attività lavorativa;
  • per la valorizzazione del capitale umano e accesso alla conoscenza: la creazione di posti di lavoro qualificato passa anche per processi di innovazione da incentivare e accompagnare.

Roma, 17 gennaio 2022

https://www.oxfamitalia.org/wp-content/uploads/2022/01/Report_LA-PANDEMIA-DELLA-DISUGUAGLIANZA_digital2022_definitivo.pdf