La risposta alla pandemia non può consistere nel chiudersi nel privato e nell’isolarsi per non essere contagiati. E’ una risposta passiva, attendista e perdente.
La crisi che attraversiamo richiede una diversa strategia e un ribaltamento della logica che ha la presunzione di ordinare dall’alto la soluzione.
Le soluzioni non vengono dall’alto, dai palazzi del potere, ma nascono dalla condivisione, che parte da basso, con chi vive il problema e deve essere aiutato, dalla competenza di chi ha le conoscenze, a capire e individuare le strade possibili da percorrere per costruire insieme una soluzione.
Chiediamo agli organi di potere di mediare tra le diverse idee e interessi e individuare modi per metterci in contatto, ascoltarsi, confrontarsi al di là delle ideologie e delle risposte preconfezionate dettate dalla paura e dall’interesse. Siamo convinti che chi esercita il servizio del comando deve creare, con l’umiltà di chi sa di non sapere tutto e di non avere soluzioni preconfezionate, le condizioni perché i cittadini possano condividere le loro certezze e individuare insieme le vie di soluzione.
Con certezza sappiamo che chi ci ha preceduto ha dovuto affrontare difficoltà e problemi simili ai nostri ed ha provato varie strade per risolverli.
In questo grande serbatoio/cantiere delle esperienze della tradizione sono custodite le risorse per pensare e costruire le nuove risposte ai nostri problemi di oggi.
Chi sa di più metta a disposizione il suo sapere per aiutare a comprendere chi non riesce a capire e interpretare la sua condizione problematica.
Nell’ascolto reciproco e nell’impegno comune possiamo  trovare la risposta vincente e sconfiggere la pandemia.
E’ questa la convinzione del Centro di ricerca e Formazione Educativa CeRFEE Zelindo Trenti, e il nostro contributo  di riflessione in questo difficile momento che certamente supereremo. La nostra visione ermeneutica esistenziale, che viene da molto lontano, ci ha ispirato questa riflessione.
Buon lavoro.