L’abolizione delle materie in favore di un insegnamento interdisciplinare fa parte della riforma scolastica del 2015 entrata in vigore in tutto il Paese nel 2020.
La riforma prevede anche l’abolizione delle lezioni frontali (il docente in cattedra che spiega ad alunni passivi) e introduce la collaborazione tra insegnante e ragazzi che sceglieranno i temi da sviluppare in classe.
L’argomento individuato sarà lo spunto per affrontare anche questioni di attualità, sviluppare competenze informatiche, risolvere problemi, parlare con esperti in diversi settori.
Non ci sono voti fino a 13 anni e si impara facendo; ci sono insegnanti di sostegno; si imparano tre lingue e i docenti sono accuratamente selezionati e addestrati ma non strapagati. Ecco i segreti della scuola finlandese, la scuola migliore del mondo.

L’inchiesta di Focus.

Secondo i dati dello studio Pisa (Programme for international study assessment), condotto su 400mila 15enni di 57 Paesi, i ragazzi finlandesi sono i meglio preparati in lingua, matematica e scienze. Gli italiani decisamente meno: uno su quattro non capisce ciò che legge e uno su due manca delle nozioni di base in matematica.Quali sono i segreti della scuola finlandese? Ecco che cosa emerge dall’inchiesta di Focus (11/2008).

Alcune delle caratteristiche distintive della scuola finlandese

      • I bambini vanno quasi tutti all’asilo nido e poi alla scuola materna dello stesso distretto. Il che consente grande omogeneità educativa: fin dalla prima infanzia si coltivano autoriflessione, senso di responsabilità, empatia e collaborazione. Qualità ideali per l’apprendimento.
      • La scuola inizia a sette anni compiuti, quando il cervello è al giusto stadio di maturazione per apprendere. Il 99,7% dei bambini (immigrati e rom compresi) termina la scuola nove anni dopo, “nessuno escluso”, come dice la legge istitutiva della scuola.
      • Per la pedagogia finlandese sono gli insegnanti a dover capire gli alunni, non il contrario. Un insegnante in una classe di 25 alunni deve quindi sviluppare diverse strategie. Es. sostegno ad hoc per chi ha difficoltà di apprendimento, giochi ed esercizi per aiutare i bambini stranieri a superare le barriere linguistiche e culturali. Tutte le scuole hanno un team di insegnanti e psicologi.
      • I docenti vengono selezionati accuratamente. Nel 2005 è stato accolto solo il 6,5% dei 4.500 candidati per frequentare le facoltà che preparano gli insegnanti. I migliori vengono formati per cinque anni, su come far divertire i ragazzi, catturare la loro attenzione e fare in modo che imparino. Seguono 120 ore di praticantato, un semestre sotto sorveglianza e un tutor durante i primi tre anni ‘di ruolo’. Lo stipendio è sotto la media europea.
      • In classe, fino ai 13 anni, niente voti e le interrogazioni non hanno nulla a che fare con giudizi punitivi o selezioni. La pedagogia finlandese parte dalla convinzione che tutti i bambini possano imparare a leggere, scrivere, fare di conto e parlare tre lingue come imparano a correre e parlare, senza umiliazioni.
      • Si impara facendo. Un fare che è sperimentare l’apprendimento con i 44 sistemi sensoriali. Già Albert Einstein diceva “che apprendere significa sperimentare. Il resto è solo informazione”.
      • Finiti i primi nove anni di scuola, ne seguono tre di scuola superiore. Il 53% degli alunni finlandesi (quelli con i voti migliori) continua nelle scuole superiori di carattere umanistico, mentre il 39% va alle scuole superiori tecniche.Scuola Finlandia.

     

    Per una scuola superiore ridisegnata sul modello finlandese.

    È questa la visione del Gruppo di Firenze, l’organizzazione di professori che dal 2005 si impegna nel proporre nuove soluzioni per il rinnovamento del sistema scolastico italiano.
    Secondo i docenti infatti l’attuale sistema di promozione e bocciatura basato sul succedersi delle classi e della annate può andare bene fino al primo ciclo, ma dopo subentrerebbero esigenze educative differenti, incentrate su inclinazioni e tempi d’apprendimento dei vari alunni

    «[…]Se a fine anno vengono “abbonate” più materie (come spesso succede) per evitare la bocciatura, percepita da molti docenti come un provvedimento draconiano, lo studente si porta dietro lacune non colmate – scrive nel comunicato il Gruppo – Se invece lo studente non viene promosso, avrà la possibilità di colmare quelle lacune, però al prezzo di ripetere anche le materie in cui aveva avuto risultati positivi, con il concreto rischio che prevalgano sfiducia e demotivazione».

    Come risolvere dunque tale problema?

    Con un cambio radicale di prospettiva. Al posto di promuovere, o bocciare, per anni infatti si dovrebbe procedere per corsi a livelli (italiano primo livello, italiano secondo livello, inglese primo livello ecc…), come accade in Finlandia. In questo modo uno studente carente in algebra potrebbe ripetere il corso di matematica senza però interrompere i progressi nelle altre materie.

    «Al termine di ogni corso, un esame accerta la preparazione del candidato. Se l’allievo non lo supera, si potrà consentire di sostenerlo nuovamente dopo qualche tempo, come succede nella scuola finlandese; in caso di ulteriore insuccesso, dovrà seguire di nuovo il corso».  Si eviterebbero inutili ristagnamenti che molto spesso sfociano in abbandoni prematuri della carriera scolastici, un fenomeno particolarmente diffuso in Italia dove – stando alle stime di Tuttoscuola – solo negli ultimi dieci anni il 28,5% degli studenti non ha terminato il proprio ciclo di studi superiore.

    Cfr. https://www.nostrofiglio.it/bambino/istruzione/scuola-finlandia-8-motivi-per-cui-e-la-migliore-al-mondo