La situazione
Stiamo vivendo una situazione di assoluta emergenza da molte settimane, il nostro paese è stato colpito duramente dalla diffusione del corona virus, che soprattutto al nord d’Italia ha provocato una serie di innumerevoli lutti.
Il governo italiano si è trovato davanti ad una situazione assolutamente inedita da affrontare, così come tutte le persone presenti sul nostro territorio nazionale.
Sono state prese misure di contenimento che hanno rivoluzionato la vita di tutti noi, limitando la possibilità di spostarci, di lavorare, di pregare in chiesa, e di fare tutte quelle attività che normalmente ci permettono di realizzarci come persone.
Queste misure, credo, siano state accettate da tutti con la consapevolezza che fossero imprescindibili per limitare la diffusione del virus e per salvaguardare la salute della popolazione.
Personalmente sono pienamente consapevole che ci siamo ritrovati tutti con delle restrizioni considerevoli alle libertà che la nostra amata Costituzione ci garantisce, ma dato che il nostro obiettivo comune è quello di uscire al più presto da questa situazione di lockdown, lo ritengo un sacrificio necessario.
La Costituzione italiana sancisce dei diritti che in determinate situazioni possono essere limitati, ad es. l’art. 16 che prevede la libertà di circolazione, permette di limitarla nel caso di emergenze sanitarie o per questioni di sicurezza, ed è la situazione che stiamo vivendo attualmente.
Con il d.p.c.m. ( decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri ) emanato il  26/04/2020, tra le misure prese, si è ripristinata la libertà di circolazione delle persone, allargandola agli incontri con i  propri congiunti e tramite l’ormai famoso modello di autocertificazione bisognerà indicare alle forze dell’ordine le persone che andremo a trovare nei giorni successivi al 4 Maggio.
Vorrei a questo punto invitare ad una serie riflessione sulla misura in questione, sia a livello giuridico che a livello morale.
La misura decisa dal Governo nella persona del Presidente Conte, non va più ad incidere sull’art. 16 della Costituzione, che come abbiamo visto riguarda la libertà di circolazione, che può essere limitata in determinati casi, ma va ad incidere sull’art. 13 della nostra carta dei diritti fondamentali.
 
L’art. 13 della Costituzione garantisce infatti la LIBERTA’ PERSONALE
e recita nella prima parte: “La libertà personale è inviolabile”.
Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge.’
Dobbiamo concentrare la nostra attenzione sul fatto che la libertà personale è inviolabile, ciò significa che la persona deve essere libera da ogni possibile coercizione o limite che ne impedisca i movimenti, le azioni a livello fisico, ma ancor di più deve essere libera MORALMENTE, cioè la persona deve poter far le proprie scelte liberamente per autodeterminarsi, per compiersi come individuo in base alla propria coscienza.
 
Tutto ciò NON PUO’ ESSERE ASSOLUTAMENTE LIMITATO IN ALCUN CASO,
perché significherebbe annientare la volontà del singolo.
La libertà personale dell’individuo consiste anche nel poter scegliere i propri affetti sotto qualsiasi forma, non solo riguardo un compagno/a, un marito o una moglie, ma anche a livello di amicizia o frequentazione, ognuno di noi è assolutamente libero di poter incontrare le persone affini con le quali esprimere la propria socialità.
In un momento storico come questo in cui tutte le nostre certezze sono messe in discussione, tutti noi abbiamo contattato le persone a noi più care per avere e dare una parola di conforto, per trovare un momento di sollievo e condivisione, per alleggerire il peso opprimente di un futuro pieno di incognite, e non e detto che ci siamo rivolti solo ai nostri congiunti, ma sicuramente ci siamo rivolti anche ad amici di vecchia data, qualcuno al proprio parroco, altri a proprie figure di riferimento come un proprio professore, ognuno liberamente a propria discrezione, senza limitazioni, senza che nessuno potesse dirci chi dover contattare o meno.
Questa è una parte fondamentale della nostra libertà personale, il poter scegliere con chi relazionarci, con chi esprimere la propria personalità.
 
Tutto questo NON PUO’ ESSERE ASSOLUTAMENTE LIMITATO DA ALCUN GOVERNO,
in quanto una volta ripristinata la libertà di circolazione, seppur nella propria regione, nessuno può indicarci chi vedere. Questo perchè la libertà personale è riconosciuta a tutti gli uomini dalla costituzione, ciò significa che appartiene alla persona stessa in quanto individuo, indipendentemente da qualunque fattore.
 
Voglio esprimere il mio DISSENSO DEMOCRATICO
riguardo questa misura presa dal Presidente del Consiglio dei Ministri tramite il d.p.c.m emanato, che oltretutto è un atto amministrativo che non ha forza di legge, perché è evidentemente incostituzionale.
Ribadisco che una volta ripristinata la libertà di circolazione, dare delle limitazioni su chi vedere o frequentare risulta a mio avviso essere assurdo.
Non è accettabile sotto alcun punto di vista limitare la vita di relazione degli individui così come è un’assoluta violazione della privacy dover autocertificare alle forze dell’ordine chi andiamo a trovare.
Auspico un repentino ripensamento da parte del governo, perché siamo una comunità di uomini e donne liberi, la nostra essenza stessa di esseri umani implica la scelta di autodeterminarci come meglio crediamo nella società, in particolar modo nella sfera degli affetti.
 
La libertà personale è un diritto inviolabile garantito come tale anche dall’art. 2 della Costituzione che recita:
‘La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.’
Inoltre la libertà personale è garantita dalla Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo (art. 2); dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (artt. 3 e 5); dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
Tutto questo deve portarci a riflettere e a considerare che una volta che accettiamo questo principio non è detto che le violazioni dei nostri diritti fondamentali non possano ripetersi o prolungarsi nel tempo.
La sfida contro il corona virus non è stata vinta e ci impegnerà molto nei prossimi mesi, è una sfida globale che inevitabilmente porterà a delle ricadute, non è possibile far passare l’idea che si possano imporre tali limitazioni, un governo che agisce in questo modo non  vuole difendere la salute dei cittadini ma vuole controllarne la sfera più intima.
Andrea Lazzareschi