Da bambino non andai mai particolarmente bene o male a scuola.
Il mio principale punto debole era una memoria povera… (Albert Einstein)
 
La necessità di una riforma della scuola
Ho notato che nel recente incontro – dibattito al Meeting di Rimini sul tema della scuola, i politici e gli studiosi intervenuti sono stati tutti concordi nel ribadire la necessità di investire molto di più nell’Istruzione dandole priorità nell’agenda politica: serve un nuovo coraggioso Progetto per riformare la scuola italiana.
Quando si parla di un Piano strategico per la scuola mi auguro che non s’ intenda soltanto la sicurezza anti-Covid o un investimento sugli edifici scolastici, che pur ne hanno bisogno. Va superata una concezione dell’educazione ancora troppo centralizzata per riuscire a rispondere alle richieste mirate degli alunni, cioè alle esigenze di chi apprende. Ci si dovrà occupare con spirito innovativo dell’organico del personale di circa un milione di insegnanti con assunzioni tramite regolari e sistematici concorsi. Indispensabile è poi un serio aumento salariale che riconosca anche economicamente l’importanza fondamentale del docente nella società, ruolo centrale nella ricaduta dell’istruzione e della cultura sull’occupazione e sull’economia.
Chi può infatti veramente rinnovare l’Italia se non la scuola, gli insegnanti?
Certo nel campo dell’educazione è basilare il ruolo della madre, del padre, della loro capacità educativa, ma ben presto la scuola con la sua componente sociale prenderà gran parte del tempo della giornata di un bambino per anni. La qualità dell’insegnamento influisce sullo sviluppo della personalità e sul livello d’istruzione, fattori che influenzeranno le prospettive del futuro, condizionando le possibilità di scelte professionali e del pieno inserimento nella società. Investire sulla scuola vuol dire sconfiggere la povertà culturale e materiale, l’analfabetismo di ritorno, e la dispersione scolastica con i suoi elevati tassi di abbandono.
La riforma della scuola deve contemplare investimenti anche nella didattica per dare ai bambini fin dai primi passi nell’istituzione scolastica, solide fondamenta intellettive e relazionali che li portino non solo al “sapere” ma anche al “saper essere” e al “saper fare”, per avere un domani adulti “consapevoli” e “competenti”.
Da Maria Montessori, Don Bosco, ai più recenti Don Milani, Alberto Manzi, Alfio Zoi e oggi Benedetto Vertecchi, solo per citare alcuni nostri grandi Maestri, il bambino è stato sempre messo al centro dell’educazione senza trascurare la trasmissione dei valori.  Senza questo accento sui valori umani non vedremo nascere dalla scuola un nuovo Umanesimo. L’attenzione alla persona orienta infatti l’educazione verso uno sviluppo della personalità armonioso e profondo in ogni dimensione dell’essere: il corpo, la mente, la dimensione affettiva, la capacità comunicativa e relazionale, la spiritualità e il saper riconoscere e ricreare la bellezza.
 
Il Metodo Primavera per il rinnovamento della didattica
Il mio personale contributo al rinnovamento della didattica è iniziato 5 anni fa con la creazione di un metodo di alfabetizzazione: il Metodo Primavera, evocativo del mio nome, particolarmente adatto alle Scuole dell’Infanzia e Primarie.
L’attività grafologica di Rieducazione della scrittura, a contatto con bambini e ragazzi con varie problematiche legate alla difficoltà di scrittura, in collaborazione e affiancamento con le loro famiglie e gli insegnanti, mi ha portato a costruire un nuovo approccio all’ insegnamento della lingua italiana, nella fase preparatoria (Scuola dell’Infanzia) e nella prima fase dell’insegnamento della lingua (Prima classe Primaria).
I testi pubblicati finora sono stati quattro:

  1. Guida per l’insegnante (con i riferimenti teorici e la descrizione del metodo);
  2. Alfabetiere stampato;
  3. Alfabetiere corsivo;
  4. Educazione del gesto grafico nella Scuola dell’Infanzia, avviamento e pregrafismo.

Entrambi gli alfabetieri offrono un nuovo modello di bella scrittura, da intendersi non in senso “calligrafico”, cioè di caratteri finalizzati principalmente ad una ricerca estetica, bensì di un modello volto al recupero della forma (l’aspetto “qualitativo” della scrittura) secondo una modalità essenziale, semplificata, didatticamente concepita per facilitarne l’esecuzione.
L’importanza del corsivo
Il Metodo intende inoltre rivalutare l’importanza del corsivo, che rimane di certo il carattere migliore per favorire la fluenza, la rapidità di scrittura (l’aspetto “quantitativo” della scrittura). Entrambe le dimensioni di qualità e quantità della scrittura possono essere misurate attraverso prove standardizzate per realizzare un’eventuale diagnosi.
La scrittura a mano
Prima di entrare nella descrizione del Metodo, vorrei soffermarmi sull’importanza della “scrittura a mano” oggi, in una società moderna, globalizzata e di elevata tecnologia. Alla domanda “Perché insistere tanto sulla scrittura a mano quando quasi tutti utilizziamo il computer con la sua tastiera?” Rispondo: “Una cosa è l’adulto e un’altra il bambino”. Per un bambino, la tecnica dello scrivere non è un optional, come qualcuno potrebbe pensare, in modo semplicistico, con la giustificazione che “tanto c’è il computer…” Se un bambino ha difficoltà di scrittura fin dall’inizio della scuola primaria e non migliora nel tempo, sarà sempre più penalizzato nella produzione del pensiero, nella solidità della memoria, nella capacità di adattamento e di espressione dei sentimenti, nella capacità di orientamento spaziale, nel coordinamento occhio-mano. Spesso alla difficoltà di simbolizzazione si affianca la fatica nell’apprendimento delle prime regole ortografiche e il risultato è spesso una scrittura sgrammaticata, a volte illeggibile.
L’aspetto adattativo
Va poi considerato l’aspetto adattivo secondo una dimensione psicologica: l’emotività, la percezione di sé e la motivazione. Se il bambino capisce ben presto di non riuscire a fare bene quanto richiesto, in genere proverà ad impegnarsi e a mettercela tutta ma potrebbe non riuscire a migliorare le sue performance, come accade spesso, anche perché egli non sa come fare. Ai fini di un miglioramento della scrittura, gli viene spesso suggerito di utilizzare soltanto il carattere stampato, in particolare lo stampatello o script. E’ questa una soluzione che non lo aiuta di certo, e lo penalizza nella possibilità di migliorare la velocità nello scrivere. Lo stampato infatti è un carattere per definizione tutto slegato, che implica troppe pause e favorisce la lentezza grafica. Con il tempo e l’accumularsi di fallimenti, brutti voti e rimproveri, il bambino si avvilirà, coltiverà sempre meno autostima e potrà diventare insicuro, ribelle e irascibile, talvolta perfino oppositivo. E’ spesso così che i ragazzi, avendo cominciato male, essendo rimasti indietro rispetto ai compagni e avendo accumulato nel tempo troppe lacune, insuccessi e una profonda insicurezza, finiscono per abbandonare la scuola in piena adolescenza, con la convinzione che studiare è troppo difficile e, in fondo, inutile. Il famoso maestro Alberto Manzi non amava valutare i suoi alunni, soprattutto quelli con difficoltà per il “marchio” che avrebbe lasciato nel loro curriculum scolastico. Oggi i bambini in difficoltà vengono “certificati”. Purtroppo psicologicamente la valutazione effettuata viene spesso percepita dal bambino come un minus rispetto ai compagni. Egli si identifica con il suo problema e finisce per sentirsi inferiore, incapace, un’auto-considerazione molto pericolosa in fase di crescita.
Il caso di Albert Einstein
Il caso di Albert Einstein, che da piccolo parlò in ritardo, imparò a leggere a 9 anni ed ebbe difficoltà nelle relazioni e nei risultati scolastici, è emblematico per capire che bisogna andare incontro alle esigenze dei bambini con intelligenze multiformi, fornendo strumenti efficaci che li aiutino effettivamente a svolgere il compito, a diventare capaci. Il Metodo Primavera è un nuovo strumento a disposizione per far fronte alle difficoltà di scrittura.
I tempi dell’acquisizione della scrittura
L’acquisizione della scrittura è un processo lento e graduale che ha bisogno di molta pratica. Non dovrebbe iniziare con la scuola dell’obbligo ma prima, a partire dai 4 anni, coerentemente con lo sviluppo motorio del bambino. Dal 2019 in Francia la scuola è stata resa obbligatoria a partire dai 3 anni e non si può negare che tale scelta sia lungimirante, data anche l’importanza della prevenzione nelle difficoltà di apprendimento. Nella mia più recente pubblicazione “Educazione del gesto grafico nella Scuola dell’Infanzia” viene descritto lo sviluppo di una programmazione biennale in cui l’obiettivo è stimolare le abilità di base motorie, intellettive e creative, relazionali e di controllo di sé. Non si intende certo insegnare a scrivere prima del tempo, ma rendere possibile la familiarità con la scrittura, il disegno, il senso dell’orientamento. A 4 e a 5 anni si può impostare anche la postura e l’impugnatura, la coloratura, la direzione da dare alle letterine dell’alfabeto e ai numeri. Non è raro che seguendo questo metodo i bambini si presentino alla Scuola Primaria già “impostati” al punto da essere in grado di leggere in modo spontaneo, scrivere nomi e parole in modo appropriato rivelando anche il senso delle proporzioni tra le lettere. E’ questo un metodo che vorrebbe garantire il famoso “passaggio” dalla Scuola dell’Infanzia alla Scuola Primaria.
I riferimenti teorici del metodo
Per quanto riguarda i riferimenti teorici del metodo, esso si basa sulla conoscenza psicologica del significato proiettivo della scrittura, propria della grafologia e sulla possibilità di porre rimedio ad una scrittura disfunzionale per mezzo della “Rieducazione della scrittura” di Robert Olivaux. Essa rappresenta un programma mirato e personalizzato di intervento di recupero o di sviluppo di abilità che fa ripercorrere al bambino le tappe dell’apprendimento scrittorio. Il bambino riprende a scrivere senza concentrarsi in prima istanza sullo scrivere in se stesso, ma basando l’allenamento in attività varie tra cui i “tracciati scivolati”, ampi e sinuosi movimenti del braccio e della mano in varie forme di pregrafismo.
Un insegnamento graduale
Come per tutte le abilità manuali, anche l’insegnamento della scrittura deve essere graduale e partire dai riferimenti della spazialità, i riferimenti topologici e geometrici: linea verticale, linea orizzontale, linea obliqua, la formazione d’angolo, il cerchio, il movimento centrifugo e centripeto e infine, ma non ultimo il puntino, in quanto punto di partenza del movimento. Il linguaggio da utilizzare nel rivolgersi al bambino non deve mai essere astratto, ma semplice, chiaro e concreto, alla portata anche di un bambino molto piccolo di 4 e 5 anni. A 6 anni, in prima classe della Scuola Primaria, Il linguaggio evolve e il corsivo viene insegnato con l’aiuto di un personaggio mediatore l’APetita, che ha la funzione di indicare il tipo di movimento e la direzione da prendere in modo che nulla sia lasciato al caso: posizione, direzione, orientamento, legatura o slegatura. Il sottofondo del Metodo comunica concetti di serenità, positività e amicizia che vengono trasmessi ai bambini: le lettere si legano e si uniscono tra loro “per amore”.
La scrittura ha le sue regole chiare e precise
Come ogni arte, anche la scrittura ha le sue regole chiare e precise da seguire nel fare, nel muoversi sul foglio-mondo (Charles Sanders Peirce), lo spazio-foglio. La legatura tra lettere all’interno delle parole viene proposta in modo armonioso, una continuità di tratto che richiede esercizio costante per diventare efficace. Tutto ciò porta all’abilità sia dell’impugnatura sia dello scrivere in modo chiaro, corretto e funzionale, con grande soddisfazione del bambino finalmente “capace” e dell’insegnante che ha raggiunto il suo obiettivo umano e didattico.
Per concludere
Ogni fase storica determina una sorta di rivoluzione nei costumi. La tecnologia e la praticità del computer non deve confondere gli adulti, genitori ed insegnanti, in merito all’educazione della scrittura per il bambino.
Agli insegnanti della Scuola dell’Infanzia il Metodo Primavera offre un entusiasmo in più: una guida puntuale, dettagliata, molto colorata e corredata da strumenti di programmazione didattica con schede di attività e di verifica degli apprendimenti.
 
Susanna Primavera – Grafologa –  www.disgrafiapura.it