20130320-01Il presente contributo La chiesa movimento e movimenti ecclesiali è tratto dalla rivista “Catechesi” (gennaio-febbraio 2013).
Le nuove aggregazioni laicali costituiscono uno degli aspetti qualificanti e dei fenomeni rilevanti della Chiesa cattolica di fine ‘900. In realtà non si può ignorare che il cristianesimo dalla fine dell’800, ma specialmente nella seconda metà del 900, ha assunto i caratteri di una realtà in movimento. Ci riferiamo qui ai vari movimenti (liturgico, biblico, ecumenico, catechetico, patristico, sociale e politico, ecc.) che, nella prima metà del 900 in rapporto dialettico con l’istituzione, entrarono nel post concilio, con pieno diritto, nella vita ecclesiale. Ma intendiamo soprattutto quel fenomeno carsico del movimentismo, caratterizzato da una struttura leggera e non casuale, trasversale a tutte le chiese cristiane contemporanee, anche se molto più evidente nella chiesa cattolica per il suo particolare modello storico-istituzionale. Questo elemento movimentista è in realtà stato sempre coessenziale al cristianesimo, anche se ciclicamente oscurato e schiacciato dalla forza stabilizzatrice dell’istituzione ecclesiale. Non era e non è infatti facile, in un contesto plasmato dalla norma canonica, percepire la legittimità dell’elemento extra-ordinario non giuridicamente regolato.
È stato indubbiamente soprattutto grazie all’affermarsi di una nuova sensibilità culturale ed ecclesiale, che i NMeC hanno potuto svilupparsi e trovare riconoscimento.  L’evoluzione culturale, sociale, morale ed epistemologica del mondo occidentale, lo sviluppo delle nuove discipline antropologiche e sociologiche, e la spinta al rinnovamento introdotta dal Vaticano II, hanno sollecitato attenzione ed interesse sul cristianesimo come movimento. Fattore non trascurabile, anche la rinata ricerca sulle origini cristiane.