Educare a vivere con gli altri è oggi un tema centrale per tutti i paesi sviluppati e ciò in ragione della grande mobilità degli individui e delle crescenti difficoltà dei rispettivi sistemi scolastici nell’affrontare i temi della formazione ai valori.
Italia, in particolare, il problema è antico, se già Guido Calogero nel 1956 affermava:
“E come volete che i giovani imparino ad essere buoni cittadini, se non imparano a discutere? L’educazione civica potrà bene essere introdotta come materia d’insegnamento: ma quel che importa, a questo proposito, non è una materia nuova, ma il nuovo modo di insegnare, di apprendere, di approfondire, discutendo in comune, qualsiasi tema di insegnamento. E questo si può fare soltanto quando si abbia agio per la discussione, tranquillità per il colloquio, tempo per sviluppare ogni punto che appaia degno di essere esaminato: e non già quando si sia ossessionati dall’ansia di arrivare alla fine del programma … il dovere degli scolari, in Italia, è solo quello di rispondere, mentre l’eterno dovere del cittadino è invece
proprio quello di domandare”.
Non è un caso se, nel nostro paese, tutte le ricerche dimostrano che la storia della formazione alla cittadinanza, nelle sue varie denominazioni, sia ancora oggi la storia di un lungo fallimento.
TreeLLLe è convinta che si tratti di un’emergenza educativa non più rinviabile, ma anche che occorra cambiare approccio alla questione. Serve una svolta radicale, per disegnare “una scuola che non solo istruisca ma anche educhi alla cittadinanza”.
Per portare il tema all’attenzione dell’opinione pubblica e per presentare le proprie proposte operative in merito, Treellle ha invitato alcuni dei più qualificati esperti di questioni formative.
 
 
L’educazione alla cittadinanza
nella scuola superiore italiana
Sintesi di una indagine sui giovani diplomati (19-23 anni)
Per “educazione alla cittadinanza”, nel contesto di questa ricerca (e del Quaderno n. 11 cui essa si affianca), si intendono tre dimensioni: quella dell’educazione civica (conoscenza e rispetto delle norme scritte); quella dell’educazione civile (il conformarsi al comune sentire della “civitas” circa le questioni di comportamento e di etica pubblica); quella della consa- pevolezza del fatto religioso (in quanto fondamento tuttora importante dell’etica collettiva). Questa riflessione è nata dai frequenti contatti che Treellle ha con dirigenti, docenti e famiglie sui temi dell’Education; scambi di opinione da cui emerge sempre più marcata la preoccupazione per la progressiva perdita di condivisione intorno alle regole, formali e non, del vivere insieme, soprattutto fra i giovani. Per questo si è voluto da una parte condurre una ricerca sul tema, estesa a diversi Paesi d’Europa (e sviluppata nel Quaderno n. 11), dall’altra condurre una rilevazione su un campione di giovani diplomati italiani, che costituisce in particolare l’oggetto di questo dépliant.
Nel Quaderno, Treellle sottolinea la necessità di una svolta radicale nella “missione pubblica” della scuola: da luogo deputato quasi esclusivamente all’istruzione ad ambiente formativo a 360°, attento ai temi del vivere insieme e dell’essere cittadini della Repubblica. Chi desidera leggere il testo, può chiederlo (gratuitamente e fino ad esaurimento delle scorte) all’Associazione (info@treellle.org); oppure scaricarlo liberamente dal sito www.treellle.org.
La sintesi dell’indagine sui giovani diplomati contenuta in questo dépliant è allegata al Quaderno, ma si è preferito tenerla separata per favorire la sua circolazione su vasta scala.
Attilio Oliva Presidente Associazione Treellle
L’Associazione Treellle è un think-tank che ha come obiettivo il miglioramento della qualità dell’education. È un’associazione non-profit, rigidamente apartitica ed agovernativa, sostenuta da Fondazioni ex-bancarie e principalmente da: Compagnia di San Paolo di Torino e dalla sua Fondazione per la Scuola, dalla Fondazione Cariplo di Milano e da Unicredit.
 
Allegati al Quaderno n°11 “Educare a vivere con gli altri nel XXI secolo: cosa può fare la scuola?”
PDF icon Indagine sui giovani 19-23enni diplomati
PDF icon Slide di presentazione convegno 17 marzo (1).pdf 269.24 KB