Viviamo l’Era del Covid, il secondo anno del Tempo della Pandemia, e tutto è cambiato. Il terrore del contagio ha investito ogni cittadino del mondo e la crisi ha contagiato le coscienze perfino degli addetti alla salute, medici e infermieri: restare o cambiare mestiere?

Crisi sanitaria e crisi del lavoro

La sfiducia nel Sistema, inteso come Organizzazione statale politico governativa- rappresentanti e strutture – è stata così forte da far precipitare nel Dubbio amletico 6 milioni di italiani, perfino riguardo ai vaccini, ovvero proprio lo strumento di cura principe contro il virus.

Di certo, Internet e la grande diffusione di Fake News hanno soffiato forte sul malessere che già c’era da tempo nel cuore e nella mente di molte persone. Una società, la nostra, in cui l’insoddisfazione profonda, una sorta di male di vivere, coinvolge ormai tutte le età. Lo scopo del vivere sembra diventato quello di accumulare denaro, massimizzando i profitti oppure di risparmiare secondo la Spending Review. L’ideologia liberista ha coltivato nel tempo l’idea che il profitto superi per importanza il vero benessere dell’uomo e dell’ambiente.

Ancora oggi, il fenomeno della globalizzazione ha portato avanti queste idee, creando un mondo finanziario globale che esaspera la competitività e avvantaggia soprattutto le grandi realtà industriali multinazionali. L’allargamento del mercato, l’instabilità finanziaria e un sistema che rende la vita sempre più cara, possono avere influenzato in negativo la percezione dei giovani rispetto al lavoro e al suo vero significato.

I giovani non sono il futuro ma il presente

Molti giovani che hanno studiato e riescono facilmente ad inserirsi nelle realtà produttive si impegnano con serietà e accumulano ore infinite di lavoro, molto spesso a distanza, davanti ai computer, senza vere pause e una reale tutela sindacale che li protegga dallo sfruttamento. Tuttavia, molti giovani che lavorano sembrano aver smarrito il vero senso del lavoro e finiscono per lavorare solo perché finiti in un ingranaggio, per fare carriera, per guadagnare e non anche per “crescere” attraverso impegno, rinunce e ricerca di perfezione personale.

Il tuo lavoro ha un senso?

Il vero significato del lavoro e il modo per raggiungere la felicità attraverso il lavoro, ce li ricorda Stefano Parenti nel suo libro Il tuo lavoro ha un senso? (2020, ed. Sugarco, pp. 33-36). Sono quattro gli scopi del lavoro: procurarsi il necessario per vivere, educare gli istinti e gli affetti, educare al combattimento contro la pigrizia e infine perfezionare la capacità di amare. Quando si recupera il senso del lavorare, si va ben oltre il guadagno e si giunge al “gusto” di fare bene il proprio lavoro, qualunque lavoro.

Un terzo dei giovani italiani invece non trova lavoro o non vuole proprio lavorare (14 milioni di donne e 13 milioni di giovani). Così facendo rinunciano alla propria crescita personale e professionale e rinviano a chissà quando l’ inserimento attivo nella società. Negli Stati Uniti è nato perfino un movimento di giovani denominato Fire, uniti dal comune obiettivo di raggiungere la libertà finanziaria molto prima della consueta età di pensionamento e poter smettere quindi di lavorare già a 40 anni! la mia impressione è che il profondo significato del lavoro sia loro sfuggito completamente.

Ecologia integrale

L’era del Covid ha smosso le acque anche nei confronti della sensibilità verso la salute del pianeta Terra. L’ecologia integrale che propone Papa Francesco nel suo “Laudato Si'”, in perfetta continuità con i papi che lo hanno preceduto, è una visione talmente chiara da sembrare semplice mentre in verità è estremamente complessa e difficile da realizzare. Per risolvere la terribile crisi ecologica che stiamo attraversando già da tempo, serve infatti modificare proprio quella mentalità liberista di cui sopra, che sfrutta le risorse naturali del pianeta in modo irresponsabile anziché preoccuparsi per il bene dell’umanità. Il rispetto deve abbracciare tutti i poveri, i migranti, gli aborigeni e i bambini.

Nemmeno ci rendiamo conto di quanti siano i bambini a rischio di sopravvivenza; la crisi climatica è una minaccia drammatica per 710 milioni di bambini in tutto il mondo che vivono nei 45 Paesi a più alto rischio. Il rischio di una catastrofe climatica, l’insicurezza economica, le tecnologie che avanzano e che tendono ad automatizzare ogni lavoro e i conflitti armati con armi sempre più potenti, tutto questo nella mente si può trasformare in un’immensa paura del futuro. Un terrore tale da indurre giovani coppie a bloccarsi e, pur potendo generare, decidono di non fare figli per salvare il pianeta.

La deriva dell’uomo

Ecco che la distopia crea filmati di questo tipo. A. Huxley nel 1932 immaginava un mondo nuovoIl mondo nuovo – Ritorno al mondo nuovo” ambientato in uno stato totalitario del futuro, nel quale ogni aspetto della vita viene pianificato in nome del razionalismo produttivistico e tutto era sacrificabile a un malinteso mito del progresso. Gli uomini vengono concepiti e prodotti in provetta (come in Matrix) e poi vivono la loro vita solo pensando a produrre e a consumare. La felicità contemplata è solo quella del benessere fisico, dei piaceri della carne, nella rinuncia assoluta della propria unicità e originalità personale, della propria anima.

Potremmo esserci quasi arrivati e la voce dell’autore risuona come quella alta e profonda di un Profeta biblico. La pandemia di Covid-19 è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso dei principi e dei valori, che erano alla base della nostra società occidentale. Non si è trattato soltanto di un’emergenza sanitaria ma ha costituito anche una grave crisi economica e del mercato del lavoro che sta avendo un enorme impatto sulle persone su scala mondiale.

Ritrovare il senso del sé

Papa Francesco ci invita a cambiare, a mettere in discussione il nostro agire: il perché del nostro comportamento in ogni campo: lo studio, il lavoro, l’amore e la famiglia. Perché mettere al mondo dei figli è fondamentale per il futuro del pianeta? Perché non si migliora l’ecologia diventando sterili ma educando le giovani generazioni ai valori.

Generatività e non solo riproduttività

Le donne non possono pagare il prezzo degli errori commessi da economisti senza scrupoli; esse devono continuare a realizzarsi anche attraverso la maternità e generare esseri umani per educarli ai valori che contano. Le donne e i padri possono cambiare il futuro del mondo attraverso l’Educazione rivolta ai propri figli. Dovranno essere capaci di introdurli ad una vita pienamente umana in cui i valori fondanti siano il rispetto di sé e degli altri, l’impegno nella costruzione della propria personalità attraverso la conoscenza, la forgiatura del proprio carattere attraverso la conquista delle virtù, l’umiltà e la generosità verso il prossimo, l’emarginato, non più da “scartare” ma da amare.

Si tratta di ritrovare il senso del sé all’interno di un nuovo Umanesimo, un sistema di pensiero e di valori che schiacci egoismo e materialismo a favore finalmente della Dignità della Persona e dei suoi bisogni anche spirituali. Una nuova civiltà dell’amore dove non vi sia più spazio per la violenza, l’ignoranza e qualsiasi forma di governo autoritario.

Susanna Primavera