Cos’è per noi la famiglia in una società liquida? 
Tutto direi, l’ancora di salvezza, è quello che dà significato all’aria che respiriamo, una roccia solida su cui si posano tutte le decisioni e il legante più importante che possa esistere; e questo, credo che debba essere trasmesso alle generazioni future che vivono questa società liquida, incapaci di prendere qualsiasi tipo di decisione stabile, di dire un sì per sempre, duraturo, per l’eternità.
Vivere la famiglia
Credo che vivere la famiglia, ridoni il senso creatore, proprio della volontà di Dio, alla vita di ciascuno, come realizzazione di una bellezza e di felicità. Perché la famiglia, la possiamo vivere a livello mondiale, a livello globale, a livello della propria casa, all’interno di una classe, la possiamo vivere in un gruppo di persone che lavorano insieme: è uno stile di vita prima di tutto, dove si creano legami non utilitaristici, ma personalisti, dei legami dove si tiene in considerazione il valore dell’altro e prima di tutto Chi fonda questi legami.
Io credo che la famiglia possa essere la strada. La strada per ritrovarsi, la strada ben tracciata con un brecciolino speciale; come quelle strade autunnali dove si può camminare con serenità e con tranquillità e dove non si corre dietro a qualcosa di diverso da quello che si è profondamente, che Dio ha voluto per noi.
I rischi di provare l’ebrezza del nuovo
Molti cercano  di creare qualcosa di apparentemente nuovo, qualcosa di esaltante, per provare l’ebrezza del va tutto bene, di quel qualcosa che posso decidere io! Credo che questo sia molto rischioso e per un semplice motivo:  si avvicina terribilmente al peccato dell’origine. “Faccio io, decido io ciò che è meglio, decido io del bene o del male per la mia vita” e poi pretendo che Dio ratifichi la mia decisione. All’ “origine” non è finita bene e da un punto di vista spirituale, credo, che questa, oggi, sia la causa dell’ insofferenza della dell’infelicità delle brutture di cui ascoltiamo e dell’abbrutimento delle relazioni.
Le conseguenze dell’assenza della famiglia
Affrontare le cose sempre istintivamente, senza un fondamento, senza qualche cosa che le determini: lo vediamo nelle generazioni dei più piccoli,  dai bambini dell’asilo a quelli della primaria, non riescono ad orientarsi nel gruppo classe in modo sereno; per quale motivo? Perché non sperimentano il senso della famiglia e di essere custoditi, protetti, accolti, voluti. Questo determina il proprio modo di essere con i compagni, a volte aggressivo, violento, a volte condito dalle  prese in giro. Tra la fine della scuola primaria e l’inizio della scuola secondaria i segnali di questa assenza di famiglia si amplificano: se io faccio il cattivo sono quello che vince, se non do una prestazione all’altezza devo essere eliminato; per cui uno vive sempre penalizzato da un’assenza di struttura, di legami stabili che solo la famiglia può dare.
La nostra famiglia monastica francescana
Nella nostra vita di Monastero, è quello che cerchiamo di vivere ogni giorno:  non ci chiamiamo comunità, non fraternità, ma “Famiglia” Monastica Francescana, perché la famiglia determina lo stile dei legami ed è quello che cerchiamo di portare nella nostra missione, nell’ incontrare le persone. La nostra testimonianza parte dall’ esperienza del rapporto con Dio in comunione fraterna e ci permette di accompagnare la sofferenza di chi soffre perché non ha una famiglia, nei nostri ambienti di lavoro e ovunque. Crediamo che le relazioni sane abbiano un’origine nella comunione della Trinità e vogliamo rimanerne attaccate con tutte le nostre forze, in modo particolare in questo tempo di Avvento che sta per cominciare. Vorremmo esserci per creare uno spazio  accogliente, un clima familiare, per tutte le persone che vorranno entrarvi.
di sr Valentina Mancuso