Il museo ispirato alla tolleranza, anche religiosa, mette a confronto opere dei grandi monoteismi del mondo, Giudaismo incluso. Nasce come rappresentazione del mondo e delle sue più diffuse religioni e non si vergogna di mostrare il Giudaismo in un Paese ch non riconosce Israele. L’11 novembre l’inaugurazione che arriva con anni di ritardo, a causa dei costi esorbitanti, capaci di mettere in crisi persino l’economia degli Emirati.
Il museo, che ha una superficie totale di 97mila metri quadri, 6.400 dei quali di mostre, ospita al momento 620 opere. Tra queste, una metà circa arriva  principalmente il Louvre parigino, ma anche altri 12 musei francesi. Di spicco, il Ritratto di Dama (La Belle Ferronière) di Leonardo (dal Louvre), il Bonaparte che attraversa le Alpi di Jacques-Louis David (Versailles) e l’Autoritratto di Vincent Van Gogh da Orsay.
 
 
132448173-53ea3f72-5557-416f-bf65-5d91969fb5db
 
 
Siglato dall’archistar francese Jean Nouvel, il Louvre Abu Dhabi è appoggiato sotto una cupola a nido d’ape di otto strati, che ripropongono forme geometriche in stile arabico. Una rete di corridoi e canali attira le acque del Golfo Persico al suo interno. La combinazione del tutto crea dei fasci di luce che attraversano il tetto fino al colpire le superfici delle bianche pareti, creando riflessi che danzano sopra e attraverso l’edificio. “Ho immaginato il tutto come una metafora del cielo, una cosmografia del cosmo – spiega il 72enne architetto originario della Garonna – Non volevo tanta luce, giusto un po’, per crare un effetto pioggia”.
 
 
 
 
114100714-56740d78-360a-4305-a143-e1bc5ef4a20d
“Non siamo un museo europeo. Questo è un luogo da dove guardare il mondo com’è visto da Abu Dhabi”, ha spiegato il direttore Jean-Luc Martinez. Il dialogo tra culture è il tema ricorrente. A un certo punto, un’armatura francese sembra guardare attraverso la divisa di un guerriero giapponese. Accade anche per le religioni. In una sala, una stele funeraria ebrea della Francia del Duecento poggia vicino a una pietra tombale musulmana della Tunisia e a quella di un arcivescovo cristiano trovata a Tiro, in Libano. Una statua dipinta della Vergine con il Bambino francese è posizionata in prossimità di un Corano siriano del Duecento, aperto su una pagina che racconta della notte del Ramadan in cui gli Arabi credono che il loro libro sacro sia stato svelato al profeta Maometto. In una stanza quasi buia, il Corano Blu, uno dei più antichi, è posizionato di fianco a una Bibbia gotica, ad una Sutra buddista e a una Torah trovata nello Yemen. In un Medio Oriente dilaniato dal perenne conflitto arabo-israeliano e dalle guerre tra arabi Sunniti e Sciti, il messaggio suona particolarmente forte.
 
 
132335246-dd82a28c-3362-4618-99f4-aa5a9eb82e61
 
Indirizzando il loro messaggio a tutta l’umanità senza distinzione, il Buddismo, la Cristianità e l’Islam hanno trasceso le caratteristiche culturali locali, trasformando nel profondo le società dell’antichità – recita un cartellone. “Religioni che, con il Giudaismo, condividono la concezione monoteistica, ma divergono in alcune manifestazioni, come la rappresentazione stessa del divino”. L’ultima opera che si ammira percorrendo le sale siglate Nouvel è “A Foundation of Light” dell’artista cinese Ai Weiwei, un’opera di vetro e acciaio dove la luce richiama gli effetti luminosi notturni dell’edifici.