Rileggere la Riforma cinquecento anni dopo. Capire quanto è avvenuto sul fronte religioso e non solo a partire dal XVI secolo. Il tutto nella prospettiva di un rinnovato dialogo tra le confessioni cristiane. Per farlo una cinquantina di studiosi si ritroveranno a Firenze, da domani al 22 febbraio, in occasione del Convegno internazionale promosso da varie realtà tra cui il Centro studi per l’ecumenismo in Italia e la Fondazione Giovanni Paolo II, il patrocinio della Cei e della Chiesa evangelica luterana, con l’intento di offrire un contributo alla comprensione di cosa è stata la Riforma nel suo complesso, a partire da quella luterana del 1517, e di come sia stata riletta nel corso dei secoli in contesti molto diversi tra di loro. Con queste riletture, che costituiscono parte fondamentale del patrimonio teologico e culturale non solo dell’Europa, in gran parte ancora da esplorare, il dialogo ecumenico deve confrontarsi alla luce dei passi compiuti nel XX secolo per la rimozione dello scandalo della divisione, come ricorda costantemente Papa Francesco.
La «tre giorni» fiorentina, che sarà anche trasmessa in diretta streaming (www.reforma500anos.org), fa parte di un Progetto internazionale di ricerca storico religiosa promosso dal Centro studi per l’ecumenismo in Italia e dalla Università cattolica del Pernambuco di Resife. In apertura dei lavori, domani dalle 15, sono previsti, tra gli altri, gli interventi del cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, e del reverendo Munib Younan, presidente della Federazione mondiale luterana. Poi il confronto si svilupperà in cinque sessioni: una prima di carattere introduttivo sul significato della Riforma nei secoli e sul valore di una celebrazione ecumenica del 500° anniversario; quindi quattro sessioni tematiche costruite intorno a quattro verbi: raccontare, vedere, ripensare, ascoltare.