Gli incresciosi fatti che ogni giorno vengono dal mondo dell’educazione e che i mezzi d’informazione impietosamente ci segnalano, manifestano la grande crisi educativa di questi ultimi anni che è venuta progressivamente deteriorandosi fino a toccare soglie impensabili e imprevedibili. Non sono mancati negli ultimi decenni, e ancora non hanno fine, gli interventi di ristrutturazione dell’intero sistema educativo italiano, anche dietro le spinte europee, alla ricerca di soluzioni che adeguassero i livelli formativi alle richieste sempre più innovative delle imprese e della società.
La Riforma del sistema educativo ha accolto a fatica alcune esigenze che sono man mano venute imponendosi alla riflessione pedagogica. Orientamenti notevolmente innovativi hanno determinato la revisione di procedimenti che la tradizione educativa ci aveva consegnato. Il punto risolutivo resta comunque ancora non solo la capacità di assimilazione delle nuove nozioni e abilità, ma soprattutto la loro integrazione con il bagaglio di conoscenze e competenze già possedute. Si riconferma il principio che ogni acquisizione educativa impegna la persona in una rielaborazione che coinvolge tutto il suo orizzonte interpretativo e si realizza in un incontro autentico tra persone. Il linguaggio di ciascuno costituisce poi lo specifico orizzonte interpretativo. Da qui la necessità di percorsi didattici differenziati nelle metodologie che arricchiscano il linguaggio di ciascuno.
L’incontro autentico fra persone resta, almeno in parte, imprevedibile, per le condizioni interiori di disponibilità o di resistenza che ciascuno vi porta. La flessibilità quindi costituisce una caratteristica peculiare e insostituibile dell’educazione attuale. Cambia la relazione educativa. Non è più a senso unico. L’insegnante assume il nuovo ruolo di facilitatore, accompagnatore, coordinatore in un clima di compartecipazione, corresponsabilità, accoglienza e scambio. Cambiano anche le strategie, i metodi e gli strumenti dell’apprendimento e di conseguenza le forme della valutazione.
 La visione pedagogico didattica ermeneutica esistenziale costituisce, a nostro parere, lo sfondo per il rinnovamento dei linguaggi e delle metodologie educativi attuali. Il testo che presentiamo raccoglie alcuni degli aspetti innovativi che qualificano la prassi pedagogico didattica ermeneutica. Il tutto sul fondamento imprescindibile della tradizione e della cultura nella quale siamo immersi che costituiscono la “precomprensione” dalla quale muove l’elaborazione del progetto personale che costituisce il fulcro dell’esistenza su cui la persona gioca la propria responsabile decisione.
La pedagogia ermeneutica esistenziale accoglie il cambiamento della sensibilità educativa che è passata dall’assunzione della cultura come bagaglio di conoscenze, a una cultura come riferimento mirato al cambiamento del soggetto che conosce. Ogni processo educativo, nella prospettiva ermeneutica, s’incentra sul progetto del singolo e contribuisce alla sua incessante rielaborazione. La persona, resa capace di confronto e di analisi, affina la propria capacità di apprendimento per passare dall’esegesi di un testo, all’analisi di una situazione, all’esplorazione della propria esistenza. La posta in gioco non sono più le conoscenze che il soggetto va assumendo, ma l’orizzonte esistenziale che si va man mano definendo.
Descrizione
Titolo: Didattica per un nuovo umanesimo
Autore: Romio Roberto (a cura)
Editrice: Elledici
Anno: 2018
Pagine: 320
Prezzo: 22,00 E.
ISBN: 9788801064841

INTRODUZIONE
Roberto Romio

Viviamo in questi ultimi decenni alcuni importanti cambi dei paradigmi socio-culturali di riferimento. Lo stesso concetto di cultura non ha più l’originaria accezione illuministica di aristocrazia delle arti, delle scienze e del pensiero, ma ha assunto caratteri antropologici trasversali a tutti i settori del pensare e dell’agire umano: la cultura industriale, contadina, di massa, femminile, giovanile, ecc. Essa si esprime oltre che nelle civiltà nazionali e continentali, anche nei nuovi linguaggi comuni e universali, come la musica, il teatro, lo sport, la moda, i media, ecc.
La categoria statica del multiculturalismo e quella più dinamica d’interculturalità, ereditate dal recente passato, faticano, in un urbanesimo sempre più dominante, a interpretare e rispondere alle diffuse problematiche tra loro antitetiche: il sincretismo dei valori, i fondamentalismi, i nazionalismi, i sovranismi, i populismi, i localismi, ecc. che minano le identità e i codici etici personali. Il frantumarsi delle identità culturali, morali, spirituali e religiose e la liquidità dei modelli etici, sociali e politici incidono sulle visioni ereditate dalla tradizione e richiedono una nuova antropologia. In questo senso il testo parla di nuovo umanesimo. Con questo nuovo orizzonte l’educazione è chiamata a confrontarsi per individuare visioni e percorsi capaci di interpretare e rispondere alle nuove emergenze educative. Il nuovo umanesimo deve naturalmente confrontarsi con i complessi fenomeni e le molteplici analisi che caratterizzano il confuso presente: l’io frammentato, il primato delle emozioni, l’accumulo lineare di cose, la perdita dei significati e dei grandi desideri, la fine dei progetti di largo respiro, la frustrazione e la sfiducia nel futuro. Tutto questo costituisce la cornice della nostra riflessione e rimane soggiacente a quanto diremo sui linguaggi e le metodologie didattiche.
Il contributo del testo si colloca sul piano prettamente pedagogico didattico. Vogliamo offrire delle suggestioni non delle soluzioni. Indicare quali attenzioni deve avere l’educatore per guidare i ragazzi alla costruzione delle loro risposte. Innanzitutto vorremmo che l’intero sistema educativo, in primis la scuola, aprisse la porta ai linguaggi che popolano la vita dei nostri ragazzi. Noi ne illustreremo in via esemplificativa solo alcuni: teatrale, musicale, artistico, il linguaggio del corpo e quello sensoriale. Illustreremo poi alcune possibili opzioni metodologiche, già sperimentate, che consentono una concreta didattica costruttivo collaborativa nella prospettiva ermeneutica esistenziale: la Flow-DEE, la Service learning, il bibliodramma, lo Storytellig.
Il testo costituisce il terzo volume della collana Educare Oggi . Si suddivide in quattro parti. La prima intende illustrare i fondamenti teorici dell’intera proposta sia sul piano pedagogico che quello didattico. Vengono illustrati innanzitutto i fondamenti per un nuovo umanesimo e una nuova educazione: La prospettiva di un nuovo umanesimo e la questione della tecnica, dal prof. M. Marchetto e i Fondamenti didattici per una nuova educazione, dal prof. R. Romio.
La seconda parte si propone di svolgere il tema dei linguaggi che costituisce la vera sfida per l’innovazione didattica e l’obiettivo vero della rivoluzione delle competenze. Vengono trattati i linguaggi del teatro, della musica, dell’arte, del corpo e il linguaggio sensoriale.
La terza parte vuole portare l’attenzione sulle metodologie didattiche, tema oggi molto arato dalla ricerca didattica, ma troppe volte chiuso sulle semplici ricette applicative. Nostro intendimento è invece quello di aprirlo sulla visione del nuovo umanesimo in prospettiva ermenutica esistenziale. Vengono però forniti anche concrete indicazioni ed esempi sui processi applicativi.
La quarta parte, infine, illustra alcune esperienze didattiche che intendono mostrare la concreta possibilità di introdurre nella didattica tradizionale dei percorsi di rinnovamento. Tra la vasta gamma delle possibili esperienze didattiche sono state selezionate come esempio: la video animazione, le pratiche inclusive, lo story telling fotografico, l’espressione pittorica.
Le nostre proposte si pongono come alternativa alla tradizionale didattica trasmissiva ormai incapace di rispondere alle richieste di innovazione che confusamente salgono dalla società e dal cuore dei giovani. Ma si pongono anche come alternativa alle spinte negative dilaganti, del consumo insaziabile, del narcisismo, dell’esteriorità corporea, del rigetto radicale e della protesta fine a se stessa, dei selfie e della cuffia auricolare, del “branco” omologato e del bullismo.
Il nuovo umanesimo che proponiamo è antitetico alla deriva del bullismo, della violenza verbale dei programmi televisivi e delle bacheche informatiche. Un umanesimo positivo che sa rispondere all’indifferenza generalizzata, alla caduta nelle tossicodipendenze ai suicidi in giovane età. La nostra visione umanistica vuole contrastare il primato dello strumento rispetto al significato, la prevalenza della tecnica sulla scienza, il dominio della finanza sull’economia e sull’investimento produttivo e lavorativo; l’eccesso di specializzazione sulla sintesi, la mera gestione dello Stato rispetto alla progettualità politica, la strumentazione virtuale della comunicazione in sostituzione dell’incontro personale, la riduzione dei rapporti alla mera sessualità che elide l’eros e l’amore, l’eccesso religioso devozionale opposto alla fede autentica, il dominio delle interpretazioni e delle fake news dei social sulla verità dei fatti.
Sul piano etico e religioso il nostro nuovo umanesimo si oppone all’indifferenza morale e all’apatia religiosa. L’esistenza di Dio non è secondo noi irrilevante e le categorie etiche non sono intercambiabili e soggettive. L’intimo dell’esperienza religiosa non è riducibile al privato. Il senso dell’errore personale e sociale non può essere relativizzato e indebolito nel generale disorientamento etico.
Il nostro nuovo umanesimo accoglie i fermenti e le sfide derivanti dal cambio dei paradigmi socio-culturali. Facciamo nostre le grandi risorse umane e spirituali che i giovani ci consegnano: l’autenticità testimoniale, la solidarietà, il volontariato, l’universalismo, l’anelito di libertà, la vittoria sulle malattie, il progresso straordinario della scienza. La speranza di tutti gli uomini di buona volontà è la nostra speranza.