Dopo la circolare diramata il 15 settembre che chiarisce come la legge sulla Buona Scuola non preveda alcun inserimento della cosiddetta “teoria del gender” nei piani formativi, il ministero dell’Istruzione va avanti: sta nascendo al Miur un tavolo tecnico di esperte ed esperti che scriveranno le linee guida per l’attuazione del comma 16.
Il comma della discordia
La norma, lo ricordiamo, è quella che dispone che «il piano triennale dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei principi di pari opportunità, promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni» per sensibilizzare studenti, docenti e genitori. Come vuole la Costituzione e come si è deciso nel tempo in sede europea e internazionale con una serie ormai non più ignorabile di documenti, tra i quali la Convenzione di Istanbul o la Convenzione Cedaw per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne, tanto per fare gli esempi più significativi.
Un supporto per le scuole
«Il tavolo – ha annunciato su Facebook il sottosegretario Davide Faraone – scriverà una prima bozza di linee guida. Poi ci saranno le consultazioni con i referenti delle associazioni. E le linee guida saranno un ausilio e un supporto». Era stata la stessa circolare ad anticipare la prossima emanazione di «linee di indirizzo generale» cui le scuole dovranno uniformarsi, ferma restando l’autonomia di ogni istituto di tradurle in azioni «nelle forme e modalità che riterranno più opportune ed efficaci», definendo le strategie con le famiglie, con il supporto delle associazioni.
Faraone: «Entro uno-due mesi la prima bozza»
Ma quali saranno i tempi, visto che l’anno scolastico è appena iniziato? «Questa e la prossima settimana faremo una call a esperte ed esperti del mondo della ricerca educativa (dunque mondo universitario collegato con la scuola) negli ambiti degli studi di genere, del diritto e diritti, della pedagogia e della didattica delle differenze», dice Faraone al Sole 24 Ore. «Una volta composto il tavolo, i lavori saranno stringenti. Entro uno o due mesi speriamo di avere una bozza di temi e di linee guida. Ma queste linee guida saranno messe in consultazione ai portatori d’interesse: associazioni, mondo della cultura, singoli». Perché devono essere «una sorta di binario comune, di orizzonte, di obiettivi che sono soprattutto l’attuazione di mandati legislativi nel campo della conoscenza e della trasmissione dei diritti della persona. Rientrano dunque nelle competenze di cittadinanza e fanno parte comunque delle linee guida del curriculo nazionale». L’intenzione del Miur è ora quella di «trasferire maggiore conoscenza e consapevolezza educativa su queste tematiche. Tantissime scuole fanno da anni attività in questi ambiti, senza che emerga. Metterle a sistema o in comune come esperienze sarebbe già un traguardo».
«Battaglia di civiltà epocale»
Se la ministra Stefania Giannini aveva parlato di «truffa culturale» davanti agli attacchi alla novità introdotta dalla legge piovuti da gruppi di genitori e da una parte del mondo cattolico, che alimentano perplessità e paure, Faraone aggiunge: «Qui non c’entrano le questioni di parte, c’entra la scuola. Che è di tutte le parti e da qualche parte si deve incontrare: quella dei diritti, stabiliti in sede costituzionale, in sede nazionale e in sede europea. Noi pensiamo che la scuola abbia un modo professionale e specifico di fare il suo, non appaltiamo ad altre agenzie decisioni che competono il singolo patto tra scuola e famiglia». In gioco, spiega Faraone, c’è una «battaglia di civiltà epocale» per «il rispetto profondo dell’altra e dell’altro e per la libertà nella responsabilità», che poi è la «vera base per la lotta ad ogni discriminazione, che hanno tutte lo stesso segno e la stessa radice. Siamo tutti diversi ma uguali nei diritti e nei doveri».