Robot

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Un mio amico mi dice che in un lontano futuro l’uomo parlerà di tre grandi rivoluzioni tecnologiche. Il passaggio dalla cultura dei cacciatori all’agricoltura stanziale nel periodo neolitico, il passaggio ai macchinari con l’uso dei combustibili nel XIX secolo e la rivoluzione digitale con il ricorso dell’Intelligenza Artificiale nel XXI secolo. Di questa ultima rivoluzione, alla quale noi presenti apparteniamo, possiamo definire che è solo l’inizio. Talvolta fanno paura le innovazioni tecnologiche e allo stesso tempo presentano aspettative euforiche.
Volendo o non volendo dobbiamo rassegnare al mondo composto degli strumenti digitali, si sta creando un nuovo umanesimo basato sulle innovazioni continuative e persistenti tecnologiche. Vedremo le posizioni apocalittiche dell’Intelligenza Artificiale, perché si confida nella ragione propria degli esseri umani. Vi ricordate il mito di Prometeo? Un Dio della stirpe dei Titani che crea esseri umani di argilla pensanti e senzienti!!! Le fantasie del cervello umani stanno diventando realtà.
Non c’è dubbio che stiamo vivendo in un epoca di transizione tecnologica; nel prossimo secolo, se non nel presente, i robo si sostituiranno agli esseri umani in vari settori lavorativi. Ci saranno robot che sostituiranno i postini, che guideranno taxi, treni, etc. Il mondo economico-finanziario è già impregnato dai processi di digitalizzazione. Tutto ciò ci fa domandare: dove stiamo andando? I robot umanoidi riserveranno uno spazio alla sopravvivenza del genere umano?
Sorgono tuttavia anche speranze utopiche parallelamente a questi timori talvolta apocalittici. Un giorno forse verrà considerato una forma di moderno animismo, di animazione di ciò che non è animato. Una simile ideologia della digitalizzazione non si presenta come qualcosa di regressivo, stupido e infantile; al contrario, come qualcosa di razionale e scientifico. Nel V secolo a.C la teoria pitagorica ci insegna l’idea di un mondo rigorosamente ordinato secondo relazioni numeriche; due cento anni dopo i filosofi stoici aggiungono a Pitagora la tesi della corrispondenza tra ordine del mondo e ragione umana (logos). Gli esseri umani sono capaci di ragionare proprio perché sono capaci di prendere parte alla ragione del mondo. Il logos ordina il mondo secondo leggi rigorosamente deterministiche, alle quali l’uomo deve adattarsi. Gli avversari degli stoici invece sostennero una visione del oggetto come attore morale e responsabile. Se la realtà dell’IA conduce a una riedizione di questo conflitto, l’umanesimo digitale intende superarlo.
L’ideologia della Silicon Valley assume come punto di partenza degli spunti di riflessione umanistici per poi trasformarli in utopie antiumanistiche. Inizia con aspirazioni al miglioramento dell’essere umano e termina con il suo oltrepassamento finale. Essa mette in discussione le condizioni che costituiscono l’umanità sotto il profilo etico. Accade un tramutamento dell’umanesimo nel transumanesimo, in un’utopia tecnicistica nella quale l’essere umano viene lasciato in disparte. A tutto ciò si contrappone l’umanesimo digitale, che intende essere un’etica per l’epoca dell’Intelligenza Artificiale.