1. I laboratori didattici nella didattica ermeneutica esistenziale (DEE)
 
La creatività nel processo di apprendimento e la fantasia nella relazione con il gruppo dei pari parte sempre dagli interessi degli alunni e viene stimolata da ciò che li appassiona emotivamente. Questo è il motivo fondante che ci ha spinto l’uso della Didattica ermeneutica esistenziale (DEE). Essa mette al centro dell’azione educativa la condizione esistenziale dell’alunno che apprende, dando spazio alle sue domande. Per mezzo delle attività laboratoriali, lo studente intuisce e successivamente comprende le risposte che deve costruire, divenendo così protagonista nella costruzione del suo apprendimento. L’alunno non “subisce” le mere informazioni, ma “fa”, è lui il vero protagonista e l’artefice di ciò che apprende nel tempo.
I nostri laboratori trattano argomenti diversi e interdisciplinari. I loro incontri testimoniano la cultura del “fare”. In essi ogni insegnante, mettendosi nei panni dei propri allievi, ha sperimentato direttamente i lavori proposti dalle colleghe per poi essere in grado di riproporli ai propri alunni in un contesto di collaborazione reciproca. In questo fare collaborativo si è posto molto l’accento sul collaborare in sinergia con i colleghi della classe, in quanto ognuno, grazie alla propria esperienza educativo-didattica, può diventare complementare con l’altro al fine di favorire e accrescere l’apprendimento e le relazioni del gruppo classe. La finalità generale è stata quella di lavorare per una scuola che includa e che tenga conto di tutti i discenti nelle loro peculiarità, senza escludere nessuno. È divenuto così sempre più necessario l’utilizzo di differenti strategie didattiche innovative, per una ricaduta positiva sul benessere psicofisico dell’alunno e per un maggiore coinvolgimento di tutti.
 
1.1. Obiettivi dei laboratori didattici
L’obiettivo principale dei miei laboratori di Esperienze didattiche è generare uno scambio reciproco di competenze e di condivisione tra insegnanti di ogni ordine e grado, ma anche un confronto su esigenze educativo-didattiche differenti che si riscontrano nelle nostre scuole. I laboratori intendono  sviluppare e approfondire le metodologie proprie della didattica laboratoriale (didattica del “fare”) all’insegna di attività sempre più inclusive.
Infatti, una scuola che “include” è una scuola che pensa e che progetta tenendo a mente proprio tutti, nessuno escluso, e nella quale ogni membro della classe si sente parte attiva del gruppo. Lo scopo dei laboratori didattici è quello di fornire agli insegnanti validi strumenti e strategie efficaci per mezzo di attività pratiche per lavorare con bambini e ragazzi anche con bisogni educativi speciali (BES).
Gli obiettivi generali dei laboratori sono:

  • sostenere la collaborazione tra i gruppi dei pari,
  • socializzare attraverso il lavoro di gruppo cooperativo, offrendo momenti per esperienze di condivisione, facilitando l’acquisizione di competenze trasversali, spendibili anche in altri contesti,
  • incrementare le capacità percettivo-sensoriali tramite attività manuali,
  • stimolare la creatività e la fantasia per mezzo di attività pratiche.

Importante, anzi necessario è l’utilizzo di strumenti informatici, che consentono agli insegnanti di mettere in gioco le proprie capacità di educare e di istruire i ragazzi con un uso innovativo e intelligente delle nuove tecnologie.
Ma c’è anche l’obiettivo di produrre contenuti multimediali concreti e positivi per coinvolgere il gruppo classe, perché partendo dagli interessi degli alunni e da ciò che li appassiona emotivamente si stimolano la creatività e la fantasia. Inoltre, grazie all’uso delle tecnologie si sperimentano e si diffondono modalità e strategie didattiche innovative e inclusive per tutti, anche per chi, nello specifico, necessita di strumenti compensativi.
La didattica per mezzo dell’uso delle TIC (Tecnologie  dell’informazione e  della comunicazione) usate in modo appropriato

  • migliora l’apprendimento degli alunni,
  • promuove apprendimenti di tipo individualizzato, anche attraverso il gioco,
  • aiuta gli alunni a trovare, condividere e presentare le idee e le informazioni in modo creativo e responsabile,
  • favorisce nel ragazzo lo sviluppo di un atteggiamento attivo, consapevole e critico nei confronti dei mass-media,
  • sostiene la collaborazione fra i gruppi dei pari.

 

  1. Il gioco nei laboratori didattici dellIRC

 
L’attività del gioco didattico educativo[1] ha ripreso il concetto di gioco di Vygotskij[2], che recita: «È stato dimostrato che il gioco non rappresenta qualcosa di casuale, ma nasce in tutti quegli stadi della vita culturale, nei popoli più diversi, e rappresenta una particolarità inevitabile e naturale dell’essere umano»[3]. In questo senso si può capire la valenza educativo-didattica del gioco nel processo di crescita della persona[4].
Seguendo questa prospettiva sono stati proposti agli insegnanti partecipanti ai laboratori, divisi in gruppi, varie attività di lavoro ludico. Le elenchiamo qui sinteticamente come esemplificazione della molteplicità di metodi, mezzi e strumenti che si possono utilizzare nei laboratori didattici.
 
Caccia al tesoro
Con il titolo “Caccia al tesoro: cerchiamo la Terra Promessa” sono stati realizzati un rebus sulla storia di Mosè, un quiz, un mandala con al centro una scena di Mosè da colorare e una cartina geografica da dipingere, e così via.
 
“Riadattamento di un racconto biblico per bambini in situazione di handicap”
Con il laboratorio “Riadattamento di un racconto biblico per bambini in situazione di handicap”[5] è stata illustrata la CAA (Comunicazione aumentativa alternativa) e in seguito si è sperimentato il suo utilizzo durante la narrazione della parabola della “pecorella smarrita” per un bambino con handicap grave.
 
I linguaggi multimediali nellIRC
Con la realizzazione del laboratorio“I linguaggi multimediali nellIRC, come ideare e realizzare unanimazione”[6], grazie a un’esperienza di classe è stato sottolineato quanto il realizzare anche delle semplici animazioni stimoli le abilità creative dei ragazzi. Partendo dagli interessi e da ciò che li appassiona emotivamente viene stimolata l’immaginazione e la fantasia. In seguito è stata svolta un’attività pratica su come progettare e realizzare un cartone animato; ne è un esempio La storia di Giona[7].
 
Il simbolo dellolio
Per mezzo dell’esperienza “Il simbolo dellolio nella liturgia di ieri e di oggi”[8] è stato evidenziato quanto il linguaggio biblico sia ricco di segni e simboli. Si tratta di un mezzo espressivo che permette di utilizzare immagini ed elementi tratti dal mondo concreto materiale per veicolare nozioni bibliche particolari. Successivamente il gruppo ha sviluppato un’attività pratica sul simbolo dell’olio.
 
Interdisciplinarità
Il focus del laboratorio “IRC e interdisciplinarità”[9] si è incentrato sulle attività interdisciplinari per la “Giornata della Memoria” con l’illustrazione di un video realizzato dai ragazzi di scuola secondaria di I grado.
 
Un lapbook sulla Sindone
Con l’attività laboratoriale “Progettazione e realizzazione di un lapbook sul tema della Sindone”[10], dopo aver discusso sul significato dell’Ostensione e sulle diverse attività che gli insegnanti presenti al corso hanno proposto ai propri allievi, si è lavorato in gruppo nella costruzione di un lapbook sul Lenzuolo di Torino da proporre poi in classe agli studenti.
 
Imparar teatrando
Per mezzo dell’esperienza “Imparare teatrando”[11] è stato messo in luce quanto l’uso della  drammatizzazione consenta di esprimere se stessi nel ruolo che si interpreta. Fondamentale è la coesione del gruppo per vivere insieme in armonia e per sperimentare “Chiudi gli occhi e lasciati guidare da me”. È poi seguita la parte pratica con i docenti.
 
Creando insieme
Nel laboratorio “Creando insieme”[12] si è innanzitutto discusso sulla metodologia del creare facendo, sull’importanza delle attività pratiche e in seguito si è passati alla realizzazione di un manufatto natalizio.
 
Uno storyboard per il kamishibai
Nel laboratorio[13] è stata realizzato uno storyboard per narrare con immagini un brano evangelico. È stato quindi costruito, con materiale di recupero, un kamishibai, cioè un tipo di teatrino realizzato con un set di tavolette in legno sulle quali sono rappresentati i vari passaggi della storia che si vuole narrare.
 
Costruiamo il kamishibai
Il teatrino portatile è stato realizzato adoperando tre cassette di cartone della frutta e altro materiale di recupero. La finalità del laboratorio era quella di sviluppare la manualità, la creatività e la fantasia nel bambino facendolo interagire con gli altri piccoli spettatori.
 
Non è il solito Pinocchio
Con l’attività laboratoriale “Non è il solito Pinocchio”[14] l’intervento si è soffermato sulla storia di Collodi a partire dal suo esordio, «C’era una volta un pezzo di legno…», e si è sviluppato sul collegamento tra Dio che crea dal fango l’uomo e Geppetto che costruisce dal pezzo di legno Pinocchio. Nel racconto di Collodi sono notevoli le analogie con le Scritture bibliche: Giona e Pinocchio, ad esempio, hanno in comune un periodo della loro esistenza nel ventre di un pesce. Pinocchio diverse volte ha disubbidito al padre sottraendosi alla sua volontà e allo stesso modo Giona tenta di sottrarsi alla volontà della missione affidatagli da Dio. Le insegnanti hanno poi realizzato un’attività manuale, “Pinocchio e Giona nella bocca della balena”, con mollette e cartoncini.
 
Per la casa comune col caviardage
Il laboratorio “Mi prendo cura della casa comune”[15] ha utilizzato la tecnica del caviardage: si tratta di un metodo di scrittura creativa che consiste nell’assemblaggio di una poesia “ricavandola” da un articolo di giornale o rivista, da un romanzo con finalità educative, da un’enciclica (ad es. la Laudato si’), dal testo di una canzone, ecc. L’“opera” viene poi decorata a mano con disegni e/o ritagli di carta.
 
Conclusione
Gli insegnanti che hanno seguito gli incontri di formazione hanno sempre dimostrato un vivo interesse, entusiasmo e volontà di mettersi in gioco con l’intento di conoscere nuove metodologie e strategie educativo-didattiche. Le attività creative laboratoriali sono poi state riproposte e realizzate nel proprio contesto lavorativo e la loro efficacia è stata verificata con gli alunni per cui erano state progettate.
 
NOTE
 
[1] Il laboratorio del gioco educativo è stato condotto insieme all’insegnante Simonetta Michelotti.
[2] L.S. Vygotskij, Pensiero e linguaggio, Firenze, Giunti 1966.
[3] R. Cera, Pedagogia del gioco e dell’apprendimento, Franco Angeli, Milano 2009, pp. 45-88.
[4] Il gioco educativo nella didattica dellIRC , in «L’Ora di Religione», n. 5 gennaio a.s. 2013-14, Elledici (TO).
[5] Riadattamento di un racconto biblico per bambini in situazione di handicap, in «L’Ora di Religione», n. 5 gennaio a.s. 2015-2016, Elledici (TO).
[6] I linguaggi multimediali nellIRC, come ideare e realizzare unanimazione, in «L’Ora di Religione», n. 1 settembre a.s. 2016-2017, e «L’Ora di Religione», n. 2 ottobre a.s. 2013-2014, Elledici (TO).
[7] Link: https://youtu.be/2o3HAPxvti4.
[8] L’esperienza è stata realizzata grazie all’intervento della docente Chiara Piccinelli. Il simbolo dell’olio nella liturgia di ieri e di oggi, in «L’Ora di Religione», n. 7 marzo a.s.2011-2012, Elledici (TO).
[9] Il laboratorio è stato realizzato con l’intervento dell’insegnante Loredana Bosco.
[10] Progettazione e realizzazione di un lapbook sul tema della Sindone (e sulla Laudato si’), in «L’Ora di Religione» n. 5 gennaio a.s.2016-2017, Elledici (TO).
[11] L’intervento è stato condotto della docente Maria Furci. Imparare teatrando, in «L’Ora di Religione» n. 6 febbraio a.s. 2015-2016, Elledici (TO).
[12] L’intervento è stato condotto dall’associazione L’Arte del creare di Imperia. Uno storyboard per il kamishibai, in «L’Ora di Religione» n. 1 settembre a.s. 2017-2018, Elledici (TO).
[13] Anche questo laboratorio è stato condotto dall’associazione L’Arte del creare di Imperia.
[14] L’attività laboratoriale è stata guidata dalla collega Daniela Grande. Non è il solito Pinocchio, in «L’Ora di Religione» n. 8 aprile a.s.2017-2018, Elledici (TO).
[15] Il laboratorio è stato guidato  dalle “Creativity’s sisters” Ilaria, Beatrice e Patrizia Delsoldato.
 
Patrizia Delsoldato