Marcia della Pace Perugia-Assisi, domenica il grande giorno. Contro l’indifferenza di fronte ai numerosi scenari di guerra che affliggono il mondo. È questo il filo conduttore della marcia Perugia-Assisi di quest’anno in programma domani domenica 9 ottobre. La richiesta di pace per la Siria e tutti i conflitti in corso nel mondo, anche quelli meno conosciuti si alzerà con un grido unanime dalle centinaia di persone che parteciperanno. Saranno 472 gli Enti locali, più di 100 scuole, una miriade di associazione e i ragazzi di Amatrice a partecipare alla 21° marcia Perugia-Assisi che si aprirà con la presenza della famiglia Presta, vittima di femminicidio, perché la violenza si consuma non solo nella guerra ma anche all’interno delle mura domestiche.
Il programma prevede la partenza alle ore 9 da Perugia Giardini del Frontone, 9.50 arrivo al sottopasso ferroviario di Ponte San Giovanni, 10.20 Park Hotel (Ponte San Giovanni), 12.20 Piazza Mazzini – Bastia Umbra, 13.00 Basilica di Santa Maria degli Angeli. L’arrivo è previsto per le 14.00 nella Piazza inferiore di San Francesco. Oggi nella sala della Partecipazione della Provincia di Perugia i rappresentanti di tutte le istituzioni umbre hanno voluto partecipare alla conferenza di presentazione della 21° Marcia della Pace.
A fare gli onori di casa è stato Nando Mismetti Presidente della Provincia di Perugia che ha voluto sottolineare come la Marcia sia un memento di grande solidarietà, “una giornata che segna la voglia di un popolo di ritrovare fiducia e speranza e dire no alle guerre”. “Oggi – ha detto Barelli vicesindaco di Perugia – la guerra non è più localizzata in posti circoscritti. Il terrorismo ci ha fatto capire che nessuno è più sicuro nelle città.
Questa giornata di pace sarà un momento speciale per dare un segnale forte a chi vuole che il terrore si annidi nei nostri cuori”. A rappresentare Catiuscia Marini in conferenza è stato l’assessore regionale Antonio Bartolini che ha assicurato la presenza della Presidente della Regione per domani alla testa del corteo. “L’Umbria è grata a questa manifestazione perché la nostra è una regione di pace e tolleranza . In Europa, purtroppo, continuiamo a vedere esempi di intolleranza e nazionalismo che ledono il cuore di questo continente”.
 
Testimonianza
“Marciamo per la pace correndo dalla guerra. Marciamo per la pace oggi per non scappare dalla guerra domani”. Sarà questo lo slogan che accompagnerà i giovani della Cittadella della pace di Rondine che domani, domenica 9 ottobre, prenderanno parte alla Marcia della pace Perugia-Assisi. Porteranno – si legge in una nota – “il loro messaggio e la loro testimonianza di giovani che non parlano di pace ma vivono ogni giorno la sfida di costruirla”. E proprio “dal piccolo borgo toscano di Rondine, dove venti anni fa è nata la Cittadella della pace, si alza oggi più che mai la voce dei giovani provenienti da luoghi di guerra che qui convivono con il proprio nemico dimostrando al mondo che la pace tra i popoli non è un’utopia”, prosegue la nota, sottolineando come siano “giovani che hanno rifiutato la guerra, e che impugnano le armi del dialogo e della conoscenza per imparare a trovare insieme nuove forme pacifiche di convivenza, costruire un futuro insieme, lavorare per risolvere i conflitti in corso nei propri Paesi e diffondere la cultura della pace”. Al loro fianco vivono quotidianamente “ventiquattro ragazzi di tutta Italia, che hanno scelto di frequentare la quarta liceo a Rondine, in un luogo dove è possibile incontrare il mondo e formarsi come costruttori di pace per redimere i conflitti insiti nella nostra società che avvelenano la quotidianità di ognuno di noi”. E anche domani saranno insieme, per la Marcia Perugia-Assisi.
 
PERCORSO ED ORARI
Ore 9.00: Partenza da Perugia – Giardini del Frontone
Ore 9.50: Arrivo al sottopasso ferroviario di Ponte San Giovanni
Ore 10.20: Park Hotel (Ponte San Giovanni)
Ore 12.20: Piazza Mazzini – Bastia Umbra
Ore 13.00: Basilica di Santa Maria degli Angeli
Ore 14.00: Piazza inferiore di San Francesco
Ore 15.00: arrivo alla Rocca Maggiore di Assisi
Ore 15.15: inizio della manifestazione finale
Ore 16.30: Conclusione della manifestazione
 
 
«Basta stragi! Fermiamo le guerre». La nonviolenza attiva si rimette in marcia
di Alessandro Santagata

Il movimento pacifista torna in piazza, anzi in marcia. Sono passati ormai cinquantacinque anni dalla prima Perugia-Assisi organizzata dal teorico della nonviolenza attiva Aldo Capitini contro tutte le guerre e le diseguaglianze che le producono.
In una scena politica internazionale segnata dalla guerra fredda e dalla paura per il rischio di un olocausto nucleare, intellettuali, ma soprattutto movimenti laici e religiosi erano scesi in piazza per mandare un messaggio in controtendenza rispetto alle ideologie dominanti in materia di guerra, pace e obiezione di coscienza. Nascevano la bandiera della pace e un movimento di movimenti che avrebbe accolto sindacati, ong, comunità di base e organizzazioni della sinistra. Nel 1985, nel pieno della difficile prova dei movimenti contro gli euromissili, si svolgeva una delle edizioni più partecipate contro le spese militari.
Venendo ai tempi recenti, sono ancora fresche nella memoria di molti le immagini delle marce dei primi anni Duemila ai tempi delle «guerre umanitarie» e del «conflitto preventivo» contro il terrorismo.
Nell’appello «Basta stragi! Fermiamo le guerre», lanciato dalla Tavola della pace e dalla Rete della pace, tornano oggi forti le preoccupazioni per il nostro presente carico di «tensioni e conflitti». Accanto al tradizionale appello contro tutte le guerre figurano gli altri temi chiave della politica, «problemi complessi ignorati e sottovalutati da lungo tempo»: dalla miseria alla «distruzione di posti di lavoro», alla «devastazione ambientale» e al «cambiamento climatico». In questa prospettiva si suggerisce anche di interpretare la riemersione della questione del terrorismo: mai citato esplicitamente nell’appello, ma ancora centrale in quella retorica securitaria dilagante in Europa e negli Stati Uniti che «aumenta le paure, accentua le divisioni, avvelena i rapporti e allontana le soluzioni».
«L’Europa che oggi conosciamo non ci piace – prosegue l’appello – ma questo non vuol dire che possiamo buttarla via» e tornare alle frontiere nazionali, ai muri e ai confini. Oggi più che mai la questione migratoria si presenta dunque come un prisma che riflette le contraddizioni delle nostre società nel loro processo di chiusura e d’involuzione sociale. La consonanza con le riflessioni sulla guerra mondiale avanzate da papa Francesco circa un mese fa proprio ad Assisi è evidente e, nello stesso tempo, si inserisce in una storia comune alle tante anime che compongono il movimento di lotta per un modello di sviluppo alternativo all’ordine neoliberista.
La marcia Perugia-Assisi, del resto, è da sempre uno spazio aperto in cui la dimensione della testimonianza di pace, caratteristica di un certo tipo pacifismo dalle diverse venature filosofiche e religiose, non è slegata dall’impegno politico e dalla contaminazione con le variegate culture dell’altermondialismo. Nelle ultime edizioni si è registrato un calo della partecipazione dovuto in parte anche alle fratture interne che hanno scandito, del resto, la storia della marcia dagli anni Novanta.
La scommessa dichiarata dai movimenti consiste nel rilanciare la partecipazione attorno alle nuove urgenze e proporre un’uscita da quello stato di guerra permanente su cui gioca oggi il futuro politico dell’Europa e del mondo.
in “il manifesto” del 9 ottobre 2016