Aveva previsto tutto. La cesura del Sessantotto, il collasso della sua Chiesa, il dominio del relativismo, l’addio dell’Europa al cattolicesimo senza lacrime né nostalgia, il fanatismo islamico, il neomarxismo della Chiesa del popolo, gli ecologismi apocalittici, il mondo nuovo delle Nazioni Unite, il paradosso di un Occidente che al massimo della propria potenza materiale raggiunge l’apice dell’insicurezza culturale, l’avvento di un’Europa post-europea. È Joseph Ratzinger. Prima di diventare Benedetto XVI, in mezzo secolo di saggi, conferenze e interviste, Ratzinger ha compiuto un lucido pellegrinaggio nella modernità e nel vecchio mondo segnato dalla mancanza di respiro, dal vuoto, dalla derisione. Da papa, la sua presenza era intollerabile, il suo genio una minaccia, le sue dimissioni sono state un sollievo per tanti. A distanza di quindici anni dall’elezione al soglio pontificio, Benedetto XVI appare come l'”ultimo papa” di cui parlava Friedrich Nietzsche. Almeno d’Occidente. Introduzione di John Waters.
 
Descrizione
Titolo: L’ultimo papa d’Occidente?
Autore: Giulio Meotti
Pagine: 130 pagine
Data:7 maggio 2020
Editore: Liberilibri
Costo: 14,00 E.
ISBN-10: 8898094728
ISBN-13: 978-8898094721
 
L’ultimo papa d’occidente?
Camillo Langone
Il punto interrogativo del titolo è l’unica speranza contenuta nel nuovo libro di Giulio Meotti, “L’ultimo Papa d’Occidente?” (Liberilibri).
Un po’ di sano pessimismo ci voleva, dopo il vitreo ottimismo di chi enfatizza gli ascolti delle liturgie televisive (cristianesimo ridotto a spettacolo per gente che non ha nulla da fare).
L’ultimo Papa è ovviamente Benedetto XVI che Meotti delinea come intellettuale tedesco, in rapporto con Habermas e, chi l’avrebbe detto, con Nietzsche. Ratzinger come profeta a cominciare dal tristissimo discorso radiofonico del Natale 1969 in cui annunciò il collasso cattolico. Ratzinger come dissidente, sconfitto nel mondo e nella Chiesa dal relativismo che aveva combattuto.
“Altri pontefici verranno ma rischiano di essere post-europei e post-occidentali, perché l’Europa che ha prodotto Ratzinger sta morendo. Ci sono ormai più battesimi nelle Filippine che in Francia, Spagna, Italia e Polonia messe insieme”.
Resta quel punto interrogativo che si erge solitario contro tutti i numeri, contro tutta la bibliografia del libro: un punto interrogativo che è la speranza teologale, la preghiera per un miracolo.
il Foglio, 17 aprile 2020