Il tema dell’educazione civica, quest’anno, investe trasversalmente anche l’Insegnamento della Religione Cattolica (IdRC) che, a dire il vero, proprio con questa educazione trasversale (che affonda nell’alveo epistemologico delle numerose discipline ed educazioni coinvolte) può considerarsi, per numerose ragioni, assolutamente capace di rispondere non solo alle motivazioni d’ordine sociale dell’E.C., ma addirittura, anche, al fondamento filosofico e dottrinale, come si evince dai numerosi corsi di formazione organizzati proprio dalle Diocesi italiane, una tra queste, ad esempio quella di San Benedetto del Tronto Ripatransone Montalto, guidata da S.E. R. Mons. Carlo Bresciani.
Nicola Rosetti, nel suo intervento “Il docente di Religione è un insegnante di speranza” chiarisce, praticamente, alcuni irrinunciabili principi che da un lato rispondono ai quesiti posti dai numerosi docenti IRC circa la legittimità del loro coinvolgimento, dall’altro ristabilisce la centralità dell’insegnamento, stavolta a tutti gli alunni, anche nell’ora denominata di IRC, quando questa è calendarizzata come di “Educazione Civica”. Che ci sia ritrosia, in alcuni, per la verità pochi, insegnanti è cosa comune ad ogni rivoluzione epocale della scuola italiana.
 
L’insegnamento dell’Educazione Civica affidata anche agli insegnanti di I.R.C.
A chiarire la posizione delle Diocesi italiane è, tra i tanti, la responsabile diocesana dell’Ufficio Scuola della Diocesi San Benedetto del Tronto Ripatransone Montalto Giuseppina Mozzoni che, a scanso di interpretazioni di comodo di docenti e istituzioni scolastiche afferma che questo anno scolastico tornando fra le discipline impartite a scuola l’educazione civica e non essendo un unico docente a insegnarla, ovviamente coinvolgerà i docenti di Religione Cattolica, che per tale motivo si stanno opportunamente preparando tramite corsi di formazione. Uno tra i più accreditati e che rende unitaria l’interpretazione della Chiesa si è tenuto su piattaforma Meet sul tema “Educazione Civica e IRC” con l’intervento autorevole e assolutamente apprezzato dal prof. Giovanni Ghidinelli, responsabile dell’Insegnamento della Religione Cattolica della diocesi di Brescia.
 
I temi dell’educazione civica e dell’IRC
Sono le linee guida dell’insegnamento di Educazione Civica a definire, per tutti gli insegnamenti, l’IRC tra questi, le aree o nuclei concettuali: Costituzione, legalità, solidarietà e rispetto; sviluppo sostenibile, ambiente, salute e agenda 2030 e la cittadinanza digitale, spazi virtuali e rischi della rete. “Per noi docenti non si tratta tanto di novità – sottolinea nel citato articolo Giuseppina Mozzoni – in quanto anche se gli obiettivi di Religione Cattolica non sono esplicitati nelle linee guida di Educazione Civica, le tematiche legate allo sviluppo sostenibile, alla solidarietà, al rispetto del creato vengono da sempre affrontate in tutti gli ordini di scuola nelle nostre programmazioni. Ora si tratta di lavorare in modo trasversale con altre discipline per condurre l’alunno ad una maturazione del senso di responsabilità civica, sociale e solidale”. E continua “i docenti di Religione Cattolica, come tutti gli altri docenti, si sono trovati a rivedere la metodologia didattica utilizza prima del lockdown, adesso c’è la speranza di rincontrare in presenza gli alunni e questo è motivo di gioia e di speranza. Insegnanti e studenti saranno insieme chiamati a esercitare la loro responsabilità, mettendo in atto tutte le disposizioni anticovid che non sono una limitazione alla nostra libertà perché, come ha ricordato il Presidente Sergio Mattarella, “libertà non è far ammalare gli altri”.
 
L’accordo tra Educazione civica e IRC
Anche lo SNADIR, il sindacato degli insegnanti di religione, si indirizza senza tentennamento nella stessa, condivisa, posizione interpretativa, organizzativa, metodologica. Posizione chiarita, in maniera assolutamente netta dal prof. Pippo Di Vita che in “IRC ed Educazione civica: un accordo” afferma, ribadisce e chiarisce ai docenti IRC che dalle linee guida del MIUR, per l’applicazione della legge, viene evidenziato che “le Istituzioni scolastiche sono chiamate, pertanto, ad aggiornare i curricoli di istituto e l’attività di programmazione didattico … per sviluppare” la capacità di agire da cittadini responsabili e di partecipare pienamente e consapevolmente alla vita civica, culturale e sociale della comunità.
 
Il rispetto del bene comune e quello di un umanesimo più integrale
Leggendo l’impianto generale della nuova Educazione civico – continua con lucidità chiarificatrice Pippo Di Vita – sembrerebbe che questa miri a stimolare negli studenti il rispetto del bene comune e quello di un umanesimo più integrale, piuttosto che frammentato, in linea con i principi pedagogici della scuola italiana.
In questo contesto didattico e pluridisciplinare, non può esulare il suo coinvolgimento, direi, epistemologico, l’insegnamento della Religione Cattolica (IRC). È evidente che, rispetto a questo impianto strategico, nessun’altra interpretazione può essere avanzata da docenti di IRC o di altre discipline tendenti a escludere gli insegnati dell’IRC dal novero di coloro a cui è destinato, trasversalmente e con un impianto interdisciplinare, l’insegnamento dell’E.C. in ogni ordine e grado della scuola italiana.
 
L’IRC è già di per sé materia traversale
L’IRC è di per sé una materia trasversale, in quanto, come disciplina scolastica, ha il compito di analizzare, studiare e scoprire i principi religiosi del cattolicesimo, che sono sottesi trasversalmente nel patrimonio storico e culturale del popolo italiano, continua Pippo Di Vita nel Blog del sindacato degli insegnanti di religione cattolica. Inutile negare il fatto che, volente o nolente, ed in questo modo centriamo la finalità di queste precisazioni proposte da OrizonteScuola.it, il nucleo fondante dell’IRC sia proprio, e non può che rimanere tale, quello di analizzare la cultura italiana, anche nella sua nuova dimensione europea, nei suoi vari aspetti e scoprirne la portata religiosa, in sé insita. Ma la dimensione religiosa va letta e interpretata, insegnata e proposta assieme alle altre cui interessa a formazione globale dei nostri alunni. Ovvero la dimensione sociale, politica, culturale, civica, etica, morale che costituiscono a finalizzare il processo formativo alla formazione dell’uomo “integrale”, ma anche del “cittadino integrale”, il cui principio base non è e non può essere più – come sostiene Di Vita – quello della settorialità dei saperi, ma quello della flessibilità e dell’unità del sapere, non in senso dell’appiattimento, ma come unico ed universale, nella sua molteplice diversità. E Di Vita consolida, dunque, il ruolo insostituibile dei docenti IRC quando afferma che in tal senso l’IRC possiede la caratteristica di attraversare tutti saperi, la storia l’arte, la letteratura, le scienze, il diritto, l’economia, l’ambiente. In questo modo, con la sua insita trasversalità, l’IRC può partecipare all’insegnamento dell’Educazione civica, in quanto disciplina che stimola la ricerca del “senso esistenziale”, nucleo centrale della cittadinanza e anche di quei fondamenti, che sono socialità, oltre che l’umanità, il senso civico. Ma c’è, anche, un altro motivo per cui l’insegnante di religione deve poter insegnare, con gli altri docenti, la nuova disciplina.
 
Il riparto del monte orario, minimo, di 33 ore, destinato all’insegnamento dell’educazione civica
La legge, più volte richiamata, che istituisce l’insegnamento dell’Educazione Civica, al comma 3 dell’articolo 2, così recita: “Le istituzioni scolastiche prevedono nel curricolo di istituto l’insegnamento trasversale dell’educazione civica, specificandone anche, per ciascun anno di corso, l’orario, che non può essere inferiore a 33 ore annue, da svolgersi nell’ambito del monte orario, minimo, stabilito dalla legge e poi determinato da ogni istituzione scolastica. Dunque, che l’Educazione civica deve essere introdotta, dai consigli di classe, nel curricolo degli Istituti, e poiché l’IRC è parte fondamentale del curriculo, in quanto disciplina con pari dignità
riguardo alle altre, anch’esso deve essere considerato, a pieno titolo, in tale insegnamento, come le altre discipline ed educazioni. Cioè senza processi insensati di delegittimazione o di fraintendimenti inutili e infruttuosi. Non si capirebbe, dunque, perché, come sostengono alcuni docenti di IRC o d’altri insegnamenti, l’IRC non dovrebbe partecipare all’insegnamento dell’Educazione civica. Sarebbe un discrimine inutile e senza motivazione alcuna. Di Vita, a conclusione del suo intervento, fa una precisazione assolutamente confortante e condivisibile a supporto della scelta “vorrei ricordare ai più riottosi avversari dell’IRC, che l’Educazione civica fu presentata, in passato al Senato, per sostituire l’IRC, ma proprio il dibattito e l’analisi politica ha determinato, all’interno della politica e delle istituzioni, che l’Educazione ai valori civici e civili non può non tenere conto dell’educazione ai valori etici e religiosi. Importante è però che gli IRC non vengano utilizzati come tappa buchi o solutori dei problemi della mancanza delle aule, pericolo che in alcuni casi appare all’orizzonte”.
 
Organizzare come? In allegato il modello di monitoraggio per disciplina
Gli insegnanti di religione, dunque, nell’ora che sarà deliberata come da dedicare all’insegnamento dell’Educazione civica dovranno dirigere a tutti gli alunni, anche a quelli che non si avvalgono della religione cattolica, il loro insegnamento della nuova disciplina. Ciò perché, evidentemente, il docente abbandona la sua scansione programmatica per calarsi, in maniera interdisciplinare e trasversale, in quella che formerà l’uomo e il cittadino. D’altronde è da conforto, anche, la registrazione della materia sul registro elettronico. Non IRC ma educazione civica per come stabilito dalla calendarizzazione per l’anno e il corso di studi. “Abbiamo lavorato con grande attenzione all’organizzazione dell’attività – ha sottolineato Titti Concetta Cancelliere, docente di IdRC – e nessuno dei docenti dell’insegnamento di Religione Cattolica si è posto il problema se insegnare o meno educazione civica. Come dubitare di una simile scommessa culturale ed etica che, di fatto, coinvolge da sempre il nostro insegnamento. E’ una opportunità che intendiamo sfruttare, ancor più per le molteplici competenze di cui già disponiamo”.
 
Le FAQ della diocesi di Brescia
La Diocesi di Brescia – Ufficio per l’Educazione, la Scuola e l’Università, in alcune FAQ chiarisce, naturalmente, dubbi e interpretazioni sull’insegnamento di Educazione Civica da parte dei docenti di IRC. Ne proponiamo alcuni.
 
L’IRC può contribuire allo sviluppo delle competenze dell’educazione civica
La Legge prevede che l’orario dedicato all’insegnamento dell’educazione civica non possa essere inferiore a 33 ore per ciascun anno scolastico e che l’assolvimento di questa quota oraria minima annuale debba essere opportunamente documentato. L’istituzione scolastica, pertanto, ha cura di individuare nel monte ore complessivo annuale previsto dagli ordinamenti i quantitativi orari che ciascuna disciplina deve dedicare al nuovo insegnamento per permettere a ogni alunna e alunno di raggiungere almeno 33 ore annuali; però ciò non esclude affatto che “ogni disciplina è, di per sé, parte integrante della formazione civica e sociale di ciascun alunno” e che vi possano essere altre discipline (come l’IRC), proposte (come le attività alternative) o esperienze di cittadinanza attiva, anche rivolte a piccoli gruppi, che debbano “concorrere a comporre il curricolo dell’educazione civica”. Dunque, a titolo di esempio, potrebbero essere previste almeno 33 ore annuali di educazione civica svolte dalle altre discipline curricolari, mentre l’IdRC tratterà tematiche attinenti a tale disciplina che andranno a integrare, per chi si avvale dell’IRC, il monte ore annuale dedicato all’insegnamento dell’educazione civica (potrebbe trattarsi di 2 ore annuali, giungendo a un curricolo di 35 ore totali). Non è previsto, dunque, che l’IdRC proponga contenuti dell’educazione civica a coloro che non si avvalgono dell’IRC, salvo che ciò avvenga nel contesto di altre attività, laboratori ed esperienze di ampliamento dell’offerta formativa incluse nella progettualità della singola istituzione scolastica.
 
Chi sono il referente di istituto e il coordinatore dell’educazione civica: anche l’insegnante di IdRC
Il referente di istituto dell’educazione civica ha il compito di coordinare attività di progettazione, organizzazione e attuazione del nuovo insegnamento nella scuola, oltre a quello di promuovere azioni di consulenza, accompagnamento e formazione sul tema; tale figura può essere un IdRC, se individuato collegialmente e adeguatamente formato. Il coordinatore dell’educazione civica è individuato all’interno del team docente o del consiglio di classe; dovendo esprimere una proposta di valutazione per ognuno, si ritiene possa essere un IdRC se la classe è composta da soli avvalentisi.
 
Come viene valutato l’insegnamento trasversale dell’educazione civica
In sede di scrutinio, il coordinatore della disciplina propone l’attribuzione di un giudizio descrittivo (nella scuola primaria) o di un voto in decimi (nelle scuole secondarie), da inserire nel documento di valutazione; la proposta viene formulata acquisendo gli elementi conoscitivi raccolti dall’intero team docente o dal consiglio di classe nella realizzazione di percorsi interdisciplinari. La valutazione, che avviene con l’impiego di strumenti condivisi (griglie o rubriche), è collegiale e l’IdRC vi partecipa solo per gli avvalentisi, come accade per il comportamento o la certificazione delle competenze.
 
Aspetti contenutistici dell’educazione civica può offrire un apporto significativo l’IRC
I nuclei tematici dell’insegnamento dell’educazione civica, cioè quei contenuti ritenuti essenziali per realizzare le finalità indicate nella Legge, sono già impliciti negli epistemi delle discipline”; ciò significa che anche per l’IRC si tratta di far emergere “elementi latenti” nelle Indicazioni didattiche e di renderne consapevole la loro interconnessione, anche in riferimento all’età di alunne e alunni. “Molte delle proposte suggerite dal vostro quotidiano le terremo nella dovuta considerazione – ha concluso il prof. Vincenzo Bussa, docente di IdRC all’Istituto Silvio Boccone di Palermo e presidente regionale per la Sicilia dell’Unione Nazionale Italiana Pedagogisti- certi che l’educazione civica deve permeare il nostro intervento educativo e formativo, ancor più di come accadeva nella nostra gioventù. Il mondo ha bisogno di attenzione ai temi morali, etici e sociali”.
 

ASPETTI CONTENUTISTI DI EDUCAZIONE CIVICA AFFIDATI AGLI IDRC
ALLEGATO 2 – Scheda ed.civica primaria monitoraggio ore
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Il docente di IRC insegna Educazione Civica: in allegato modello monitoraggio e aspetti contenutistici, Antonio Fundarò, Orizzontescuola.it, 27 novembre 2020