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Il senso dell’espressione pittorica
 
Una vocazione artistica, all’inizio incerta e confusa, diventa, se ascoltata e coltivata,  sempre più chiara e travolgente, fino a far emergere un talento che aspettava solo di essere ascoltato. Attraverso la pittura si esprime l’emozione di gioia o di sofferenza dell’artista che vive l’atto creativo.
L’artista avverte come una necessità interiore, come affermava Kandiskij, di esprimersi, in modo sempre più consapevole e appunto necessario per la propria piena realizzazione. Non soltanto quella artistica, ma anche quella umana, pena l‘infelicità.
“L’uomo non solo ha linguaggio, ma più radicalmente è linguaggio. Vale a dire si realizza interpretando un mondo in cui è immerso e soprattutto decifrando la propria esistenza” [1].(M.Buber)
Un artista onesto non può prescindere infatti dallo sguardo introspettivo; egli si trova ad intuire un proprio mondo carico di suggestioni, da esplorare per se stesso e per gli altri, e quindi a vivere un proprio spazio simbolico e relazionale.
Durante l’atto creativo scegliere il contenuto, forma e colori del quadro è, per l’artista, un emozionante momento di sospensione: consiste nel decifrare, attraverso l’ascolto interiore della propria storia, con la propria sensibilità, cosa si vuole esprimere, cosa si vede affiorare dalla propria esperienza e dal proprio mondo interiore. In una parola è capire  cosa il proprio cuore prova e a cosa l’anima anela.
Durante il processo creativo, l’artista sente la persona nuova che in quel momento si sta formando. Infatti l’esperienza creativa modifica la persona, è uno strumento di conoscenza e di ampliamento essenziale del suo orizzonte ermeneutico-interpretativo, rispetto a  se stesso e quindi alla realtà tutta [2].  L’artista si svela  prima a sè e quindi all’altro, e ogni suo quadro è, in questo senso, uno squarcio interiore.
 
Esperienza di laboratorio di pittura con la musica
 
Un’esperienza creativa di tipo pittorico-sinestetico, cioè accompagnata e stimolata dall’ascolto di musica scelta, può aiutare i ragazzi a scoprire il proprio mondo interiore. Inserita in un progetto didattico artistico che educhi al Bello, può essere un passo educativo importante per promuovere un atteggiamento di ascolto, sia esteriore che soprattutto interiore, per la valorizzazione della creatività e la maturazione della persona.
Si introduce l’esperienza di laboratorio con la spiegazione da parte dell’insegnante della possibile complementarietà tra pittura e musica, attraverso la narrazione dell’esperienza creativa di due grandissimi artisti del secolo scorso, entrambi russi, quali esempi chiarificatori: V. Kandinsky per la creazione pittorica e M. Mussorgsky per la composizione musicale.
 

  • La bolla creativa e silenzio: Si prepareranno poi gli allievi ad entrare in una bolla creativa, aiutati dalla musica che ascolteranno. Entreranno in un personale spazio di silenzio, durante la quale saranno invitati a tenere all’inizio gli occhi chiusi per qualche minuto, per poter favorire la concentrazione.

 

  • Ascolto interiore: si spiegherà loro che in questo modo avranno modo di concentrarsi anche su un tipo di ascolto interioreper esplorare e lasciar affiorare nella calma, le emozioni, i sentimenti e le suggestioni evocati dalle note.

 

  • L’espressione artistica: Solo in un secondo momento, aprendo gli occhi, potranno lasciar esprimere in tutta libertàl’artista che è in ognuno di loro e dedicarsi alla creazione pittorica, secondo il mezzo espressivo preferito tra quelli a disposizione, privilegiando, rispetto alla figura, linea-forme-colore; però ognuno sarà libero di scegliere cosa rappresentare e come.

 

  • L’esperienza personale: Questa libera attività dovrà essere vissuta senza competizioni e senza temere giudizi, in quanto si tratta di un’esperienza del tutto personale, che sarà tanto più soddisfacente quanto più si metteranno all’ascolto interiore delle sensazioni suscitate dalla musica.

 
Note
[1] M. BUBER, La vita come dialogo, a cura di M. Marchetto, La Scuola, Brescia 2013.
[2] Z.TRENTI-R.ROMIO, Pedagogia dell’apprendimento nell’orizzonte ermeneutico, Elledici, Torino 2008