Tre grandi aree tematiche: acqua, inquinamento dell’aria, gestione dei rifiuti; cinque sindaci di metropoli americane e europee, sociologi, arcivescovi, teologi, rappresentanti di organismi internazionali ed esponenti di altre e fedi e confessioni (islam, ebraismo e ortodossi): questo e molto altro sarà il congresso internazionale che si terrà a Rio de Janeiro dal 13 al 15 luglio dal titolo: “Laudato sì e le grandi città”, dove a fare gli onori di casa ci sarà il cardinale e arcivescovo Orani Joao Tempesta. A spiegare senso e dettagli dell’iniziativa è stato il cardinale Lluis Martinez Sistach, responsabile per la pastorale per le grandi città su incarico del Pontefice ed ex arcivescovo di Barcellona.
Nei giorni scorsi il cardinale è venuto a Roma dove ha pure presentato l’iniziativa al Papa; si tratta del secondo Congresso dedicato al rapporto fra l’enciclica di Francesco e il tema delle città (le prime “tappe” di questo percorso si svolsero nel 2014); del resto si tratta di una questione alla quale il Papa ha dedicato paragrafi importanti del suo primo documento, l’esortazione Evangelii gaudium. Sistach ha poi incontrato un gruppo di giornalisti per discutere del tema, ad organizzare il meeting la testata giornalistica Aleteia.
È stato lo stesso cardinale a ricordare che il Papa è particolarmente attento al rapporto fra metropoli e evangelizzazione, un problema che ha ben presente, ha spiegato il porporato, da quando era arcivescovo di Buenos Aires. E del resto questo è uno dei motivi per cui il congresso si svolgerà in America Latina, oltre al fatto che proprio in quell’area del mondo si trovano alcune delle maggiori megalopoli del Pianeta. Ma alla base della iniziativa ci sono anche dei fatti ben precisi: secondo dati elaborati dalle Nazioni Unite infatti, entro il 2050, la popolazione urbana mondiale dovrebbe aumentare dell’84%, passando dai 3,4 miliardi nel 2009 ai 6,4 miliardi nel 2050.
In sostanza, tutta la crescita prevista della popolazione globale sarà concentrata nelle aree urbane delle regioni meno sviluppate e in quelle emergenti, la cui popolazione dovrebbe aumentare da 2,5 miliardi nel 2009 a 5,2 miliardi nel 2050. Insomma un processo che, come ha ricordato il cardinale, appare irreversibile e dunque con il quale è necessario misurarsi.
«Papa Francesco – ha spiegato Sistach – mi ha chiesto che fra gli esperti oltre a pastori e sociologi, ci fosse anche un teologo, fosse presente la teologia». «C’è un rapporto diretto fra un’autentica antropologia, una concezione della persona umana, e un’autentica ecologia. La persona, secondo la cultura dominante, deve possedere molto, consumare molto e non essere. Ma se la persona comincia a vedere sé stessa come un amministratore del Creato, questo cambia tutto, perché non deve più dominarlo, non ha più come scopo il dominio». Fra gli obiettivi dell’iniziativa ci sarà poi quello di diffondere i testi, i contenuti etici e le proposte emerse dall’assise, in tutto il mondo, soprattutto rivolgendosi ai sindaci delle città e poi ai governi e agli organismi internazionali che pure saranno presenti con esperti e rappresentanti all’iniziativa.
Ad organizzare l’evento di Rio de Janeiro, la Fondazione Antonio Gaudì, come ha spiegato lo stesso cardinale. «Sappiamo che l’evangelizzazione – ha detto – ha bisogno pure della dimensione sociale, non può restare chiusa in una dimensione solo spirituale, le due cose sono entrambe necessarie. La finalità della Fondazione Antonio Gaudì (di cui il cardinale è uno dei principali animatori, ndr) certo non è solo ecclesiale, è universale, parla a tutti; ma siamo convinti di una cosa: tutto quello che si fa per umanizzare le città è pastorale, tutto quello che si fa per la pastorale umanizza. Io credo che questa cose usciranno dal congresso, e credo che questo sia una servizio ci la Chiesa oggi deve dedicarsi».
In merito alle differenti sensibilità che si sono confrontate nei primi incontri dedicati al tema della pastorale nelle grandi metropoli (c’erano arcivescovi di diversi continenti), il cardinale ha sottolineato come «l’Europa appaia molto secolarizzata a differenza del resto del mondo. In Asia, Africa, America del sud e nord America, non avere una religione non è normale: in Europa, la religione sembra invece essere diventata una cosa antica, demodé, non c’è più la dimensione trascendente, religiosa che invece è essenziale nella dimensione umana, una dimensione che interroga tutti quanti, e del resto le statistiche ci dicono il senso di appartenenza religiosa sta crescendo nel mondo».
Infine Sistach ha risposto a una domanda sulla grande manifestazione svoltasi nella sua Barcellona in favore dei rifugiati e dei profughi, un segnale in controtendenza rispetto al resto d’Europa. «Io penso – ha detto – che la Catalogna e Barcellona sono sempre state molto aperte all’Europa, in particolare alla Francia e a Parigi, è sempre stato così. Cioè Barcellona ha sempre avuto una vocazione culturale aperta, cosmopolita, e ha ’dialogato’ molto con Parigi quando Parigi era una delle capitali del mondo». Quindi ha aggiunto: «A Barcellona abbiamo vissuto e viviamo un cristianesimo che dà molta importanza alla dimensione sociale, come dice Papa Francesco l’evangelizzazione non può prescindere dalla dimensione sociale, dalla giustizia, perché la redenzione portata da Gesù riguarda tutta la persona, completa in ogni suo aspetto. E questo penso che influisce molto, la dimensione sociale penso che a Barcellona è molto sviluppata».

Sistach: “La Laudato si’ per umanizzare le grandi città”, di Francesco Peloso, in “La Stampa-Vatican Insider” del 25 febbraio 2017