Corso di aggiornamento per Insegnati di Religione

Laboratori didattici: Verso una didattica più attiva e collaborativa

Roma- Istituto Sacro Cuore

14-15 maggio 2016

 

Laboratorio su: Flow-dee 

Prof. G.Adamo

 

  1. Presentazione metodologia Flow-DEE (14/05/2016 h 10:15)

Siamo in un tempo di passaggio, dove si affiancano realtà all’avanguardia pienamente tecnologizzate e altre che lo sono scarsamente. Il soggetto discente, oggetto della nostra attenzione professionale, è visto oggi, più che mai in precedenza, come autore e centro attivo dei propri apprendimenti.
Insegnare, tenendo presente questa centralità dell’alunno in quanto attore e non semplice ricettore, vuol dire innanzitutto concentrarsi sulle sue capacità cognitive e funzionali, ovvero coglierlo e valorizzarlo così come è, e dunque promuovere i processi di apprendimento a partire dall’esperienza concreta e dal vissuto – attuale o potenziale – del singolo e della classe.
Nella nota pastorale per l’IRC del 1991, tra i punti di attenzione vi è “la collocazione dell’insegnamento della religione cattolica in un quadro più vasto, che va oltre la scuola e che ha come riferimento le famiglie, la comunità cristiana, la società e il mondo della cultura”.
È proprio a partire da questa considerazione che si propone, in questo contesto di laboratori, non un applicativo particolare, una nuova risorsa tecnologica da usare più o meno spesso a lezione con gli alunni ma una vera e propria metodologia didattica innovativa e versatile, da adottare in maniera sistematica:
 
2. la DEE è il metodo di apprendimento di cui la Flow-DEE è una metodologia didattica operativa.
 Il metodo ermeneutico esistenziale è la fonte da cui deriva una metodologia applicata quale la proposta della Flow – DEE o didattica ermeneutica per flussi di esperienze.
Sarà da qui in avanti necessario promuovere una distinzione terminologica, che finora non è stata fatta, tra “Didattica ermeneutica esistenziale” e “Didattica ermeneutica esperienziale” distinguendo la Flow-DEE come metodologia “figlia” della DEE intesa come metodo, avendo come finalità prevalenti l’apprendimento attivo e la sensibilità educativa per promuovere i valori umani, civili e spirituali.
Sempre nel citato documento (nota pastorale per l’IRC del 1991), al n. 5, si legge che: “Tali finalità sono certamente favorite quando l’insegnamento non si limita alla classificazione dei fenomeni o alla descrizione dei fatti, ma, con autentica sensibilità educativa, si preoccupa di sostenere la fatica della ricerca e l’acquisizione del senso critico, aprendo l’orizzonte del sapere a tutta l’esperienza umana, comprese le esigenze interiori e spirituali dell’uomo, particolarmente vive nel mondo dei giovani”.
Il Papa Emerito Benedetto XVI, ricevendo in data 15/03/2011 il Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali ebbe a dire che “La riflessione sui linguaggi sviluppati dalle nuove tecnologie è urgente… Non si tratta solamente di esprimere il messaggio evangelico nel linguaggio di oggi, ma occorre avere il coraggio di pensare in modo più profondo, come è avvenuto in altre epoche, il rapporto tra la fede, la vita della Chiesa e i mutamenti che l’uomo sta vivendo”.
Il percorso didattico Flow – DEE si fa carico di questo “coraggio di pensare” e propone, senza troppe pretese, di lavorare in maniera interdisciplinare e trasversale fino a tentare, laddove fattibile, una didattica aperta senza una ferrea delimitazione tra le discipline.
Flow – DEE: “flusso di esperienze” didattiche tratte dalla vita quotidiana (aspetto esistenziale), nella costruzione degli apprendimenti disciplinari (aspetto contenutistico) e nelle attività collaborative (aspetto laboratoriale).
 La Flow – DEE è una possibile concretizzazione della DEE come metodologia applicata, col vantaggio di essere versatile e adattabile in situazioni sia d’avanguardia tecnologica che a scarsa tecnologia.
Nella costruzione degli apprendimenti, questa metodologia si presta alla modalità “capovolta” lasciando che siano gli alunni stessi, già da casa o/e in gruppi di lavoro in aula, a trovare e preparare i materiali utili rispetto ad un obiettivo di apprendimento per il quale sia emerso l’interesse.
Si ricorre, nel concreto, secondo necessità, alla dimensione linguistico-artistico-espressiva, anche con attività manuali o teatrali. Non si tratta, nel caso delle attività manuali, di “lavoretti” fini a sé stessi, in quanto non si ha alcun interesse al “fare qualcosa” ma al processo creativo come luogo dell’apprendimento attivo, si guarda alla dinamica di apprendimento più che al buon esito del prodotto finale, puntando alla maturazione delle competenze con l’integrazione tra sapere (conoscenze) – saper fare (esperienze) – saper essere (comportamenti).
 
3. Il corso sulla Flow-DEE si propone di apprendere i tratti metodologici fondamentali:

  • processo di individuazione della D.E.O. (domanda educativa originante);
  • progettare percorsi di apprendimento Flow-DEE;
  • criteri di valutazione.

 

Laboratorio 14/05/2016 h 11:30-12:30

Primo laboratorio: Individuazione della D.E.O.

(domanda educativa originante) e fase ideativa per l’UA

  • Il percorso progettuale della Flow-DEE
  • Individuazione delle risorse formative disciplinari adeguate
  • Codificazione delle risorse formative

 

  • Il percorso progettuale della Flow-DEE – Chiarimenti terminologici

 DEE: didattica ermeneutica esistenziale. Le lezioni partono dal vissuto dell’alunno che è l’artefice dei propri percorsi di apprendimento. Le nuove tecnologie sono altamente consigliate, permettendo dinamiche accattivanti e agganci rapidi tra il vissuto dell’alunno e i contenuti disciplinari.
 Flipped classroom: classe capovolta. L’alunno è invitato a fare un lavoro di preparazione a casa, avvalendosi possibilmente delle nuove tecnologie e in classe la lezione si trasforma in attività di esercitazione sui contenuti già studiati a casa.
 Flow-dee: didattica ermeneutica (esistenziale) per flusso di esperienze (didattica ermeneutica esperienziale).
È una mediazione tra le due, un po’ classe capovolta e un po’ DEE, e consente di essere utilizzata sia in situazione di accesso alle nuove tecnologie che con strumenti tradizionali.
L’alunno è al centro degli apprendimenti, col suo bagaglio di esperienze. L’insegnante coglie gli input dalla fase evolutiva degli alunni e propone materiali sia on-line che off-line (cioè sia con il web che con risorse differenti) adeguati al percorso didattico. Gli alunni, da soli o in gruppo, sia in classe che a casa, hanno modo di portare avanti il proprio percorso di apprendimento a partire dal nucleo di contenuti rilevato col docente cercando di rispondere alla propria domanda educativa. Il “flusso di esperienze” è costituito dall’intreccio tra il dato tratto dall’esperienza quotidiana (aspetto esistenziale), i dati colti nella costruzione degli apprendimenti disciplinari (aspetto contenutistico) e i dati rielaborati nelle attività collaborative (aspetto laboratoriale).
“Compito di realtà” nella flipped classroom e “Compito autentico” nella DEE e nella flow-dee sono espressioni equivalenti per indicare una prova di verifica o di focalizzazione basata sul percorso di apprendimento calato nel vissuto dell’alunno.
 

  • Individuazione delle risorse formative disciplinari adeguate

Non possiamo, nella Flow-DEE, parlare di attività didattica se non si parte dall’alunno: questa considerazione è imprescindibile. La prima risorsa formativa risulta dunque essere proprio l’individuo con il suo bagaglio di esperienze personali.
Come muoversi? A monte, il docente ha già un quadro potenziale quanto all’ordine di scuola, alla fascia d’età, alla classe in cui sono inseriti i suoi alunni; dovrà quindi progettare in linea teorica quello che sarà il piano formativo annuale, la “progettazione annuale” di disciplina. Il nostro interesse, in questo contesto, è quello di capire il processo che porta alla progettazione annuale e alle singole lezioni.
E questo processo parte dall’individuazione, teorica/potenziale prima (nella fase ideativa) e poi reale/attuale (in classe) delle domande educative che possano portare o essere in qualche modo agganciate ai contenuti didattici previsti dalla normativa per il periodo scolastico di riferimento (ad esempio nell’IRC, per la primaria gli obiettivi e i traguardi specifici di apprendimento al termine della classe terza vanno declinati sulla prima, la seconda e la terza e gli OA e i TSA al termine della classe quinta vanno declinati sulla quarta e sulla quinta).
La d.e.o. (domanda educativa originante) indica in modo mirato il bisogno educativo alla base di un processo di apprendimento in chiave ermeneutico – esistenziale: quali elementi dell’esperienza quotidiana possono determinare un cambiamento esistenziale? Nel caso dell’IRC, quale elemento collegabile al dato religioso.
Facendo attenzione a quale sia la disciplina, la fascia d’età e il contesto di riferimento, l’insegnante ha l’incombenza, derivante dalla sua funzione docente, di individuare le risorse formative adeguate da offrire agli alunni.
Poniamo il caso dell’IdR: la sua disciplina è l’IRC, inserita dalla normativa (DL 105/2010) nell’area linguistico-artistico-espressiva. Cosa potrà utilizzare nelle sue classi? La prima cosa che verrebbe in mente a chiunque è “il libro di testo”; se questo è stato scelto con attenzione, può giustamente essere ritenuto parte delle risorse di riferimento. Ma nella Flow-DEE la prima risorsa formativa è l’alunno! È il vissuto concreto proprio della fascia d’età cui ci si riferisce. Ogni fascia d’età ha le sue caratteristiche evolutive proprie e bisogna tenerne conto; occorre tener conto anche delle caratteristiche peculiari di ciascuno, a maggior ragione si deve far caso alla presenza di DSA e BES: le risorse formative devono essere adeguate al bisogno educativo oggettivo.
Ci muoveremo, aristotelicamente, tra potenza e atto: visti gli alunni ed il contesto sia sociale che logistico, facendo derivare la scelta dalla situazione potenziale, il docente fa una prima selezione di ciò che è adatto a presentare i contenuti disciplinari anche in chiave trasversale e interdisciplinare (da non confondere con l’adesione di una parte del percorso ai contenuti tout court delle altre discipline) in maniera flessibile alle situazioni.
Chiaramente, avremo da considerare un bagaglio di testi, immagini, oggetti, musiche, video, la strumentazione tecnica e tecnologica a disposizione, i materiali concretamente adatti ed acquisibili.
L’IRC ha una sua natura: è insegnamento culturale dei contenuti religiosi visti nel confronto con il cristianesimo nella sua confessione cattolica. Oltre al vissuto dell’alunno, dunque, quali saranno le risorse formative da usare? Chiaramente la Bibbia e le “altre fonti” ma anche, andando ai nuclei tematici di cui alla normativa: Dio e l’uomo, il linguaggio etico e religioso; i valori etici e religiosi e, per quanto concerne la Bibbia e le altre fonti, occorre qui fare una selezione oculata e mirata. Le “altre fonti” sono effettivamente da intendersi come documenti da proporre alla lettura, alla vista e all’ascolto; possono essere le fonti sul Cristianesimo come pure le fonti sulle altre religioni, a rigor di logica anche sull’ateismo.
 

  • Codificazione delle risorse formative

Nel prepararsi ad un anno scolastico o ad una singola lezione, dobbiamo innanzitutto fare i conti con la realtà oggettiva del contesto. Quali risorse possiamo avere a disposizione? Risorse umane; Risorse materiali.
Anche per le risorse formative varrà lo stesso criterio, considerando anche e prioritariamente come risorse formative proprio quelle umane.
Tra le risorse umane dovremo tener conto: della nostra stessa capacità professionale; dell’alunno nella sua fase di crescita o fase evolutiva; del contesto sociale, scolastico e di famiglia nel quale gli alunni insieme e individualmente sono inseriti.
Tra quelle materiali dovremo fare una distinzione tra risorse on-line e off-line, tra tecnologie attive e passive…
Bisogna tenere conto della presenza di LIM, internet, devices personali e condivisibili, della possibilità del loro utilizzo a scuola e/o da casa… della fruibilità per il singolo alunno, perché non tutti sono in grado di utilizzare ogni tipo di strumento.
Occorre, ad esempio, prestare attenzione alle esigenze dell’ipovedente con la luminosità, la nitidezza e la grandezza adeguati di ciò che si propone, oppure fare attenzione all’uso delle proiezioni e di luci intermittenti nel caso di epilessia o disturbi comportamentali…
Questa codificazione delle risorse è previa alla loro fruizione, io docente devo sapere di cosa posso disporre prima ancora di scegliere se utilizzarlo o meno.
L’insegnante verrà a trovarsi in una situazione di autoformazione continua poiché, nel cercare di soddisfare le esigenze formative dei propri alunni, attingerà egli pure alle risorse per renderle fruibili agli stessi.
 

laboratorio 14/05/2016 h 14:30-18:30

Secondo laboratorio – L’UA

(Unità di apprendimento) e la fase applicativa (operativa)

 

  • OCCORRENTE: PC portatile, tablet con programma di videoscrittura o semplicemente carta e penna

Per l’attività plastico-manuale: colla vinilica o stick, pennelli, tempere, carta di giornale (l’insegnante provvederà alcune bottigliette, forbici e altro materiale utile allo scopo)

 
Percorso dell’incontro

  • Impostazione di una UA e analisi degli elementi costitutivi (vedi file del modello di UA)
  • OF, compiti autentici di apprendimento, percorso commisurato al discente
  • Individuazione delle aree di esperienza per l’apprendimento disciplinare
  • Precisazione degli elementi qualificanti per la costruzione della risposta da parte dello studente, scelta una precisa condizione del vissuto
  • Indicazione del compito di apprendimento e organizzazione del lavoro (sarà analizzato il testo teatrale realizzato nel presente anno scolastico dal m° Gaspare con i suoi alunni di quinta, sullo sviluppo del Cristianesimo prima di Costantino, individuando a ritroso le fonti prese in considerazione, confrontandolo con l’analogo lavoro dell’anno scolastico precedente)
  • Realizzazione di un mini-sito web in open source (occorre connessione internet, in assenza della quale si procederà in linea teorica con esempio off-line) per la predisposizione della comunicazione tra alunni e docente.
  • Realizzazione di una attività plastico-manuale collegata al laboratorio teatrale analizzato.

 

Laboratorio 15/05/2016 h 09:30-12:30

Terzo laboratorio – L’UA e la fase valutativa

  • OCCORRENTE: PC portatile, tablet con programma di videoscrittura o semplicemente carta e penna

 
Percorso dell’incontro

  • Ultimazione dei lavori della sessione precedente
  • Esercitazione sulla stesura di una UA per il percorso Flow-DEE (i corsisti faranno delle esercitazioni pratiche di stesura dell’UA, impostandone sommariamente gli elementi costitutivi)
  • Individuazione di un compito autentico di verifica e dei criteri di valutazione
  • Stesura finale dell’UA con inserimento degli obiettivi di fase e del compito autentico di verifica (sul modello visto nella sessione precedente)
  • Documentazione fotografica dei lavori realizzati

 
N.B.: nel sito dell’insegnante sarà disponibile sul menù a tastiera un accesso riservato ai corsisti, alla voce “utilità varie” http://maestrogaspare.webnode.it/archivio-2/
 
ALLEGATI
Word Work File D_74732419
 
schema