I dati dell’Annuario Pontificio 2017 e dell’Annuario Statisticum Ecclesiae 2015 ci documentano che i cattolici nel mondo ammontano a 1.285 milioni. Globalmente, i cattolici nel mondo crescono dell’1% dal 2014 e del 7,4% rispetto al 2010. Crescono in cinque anni i cattolici dell’Asia e, soprattutto, dell’Africa (dal 15,5% al 17,3% di quelli mondiali), mentre cala il cattolicesimo europeo. Il continente americano rimane quello più cattolico. Aumenta il numero dei vescovi e dei diaconi, mentre calano i sacerdoti invertendo il trend crescente che ha caratterizzato gli anni dal 2000 al 2014. Il paese più cattolico del mondo rimane il Brasile, seguito da Messico, Filippine, Usa, Italia, Francia, Colombia, Spagna, Repubblica Democratica del Congo e Argentina.
 
Crescono i cattolici in Africa e Asia, diminuiscono in Europa
di Iacopo Scaramuzzi
Crescono in cinque anni i cattolici dell’Asia e, soprattutto, dell’Africa, che passano dal 15,5% al 17,3% di quelli mondiali, mentre cala il cattolicesimo europeo sia in termini relativi (dal 23,8% del 2010 al 22,2% del 2015) sia, da un anno all’altro, in termini assoluti (nel 2015 i cattolici ammontano a quasi 286 milioni e sono poco più di 800mila rispetto al 2010 e 1,3 milioni in meno rispetto al 2014). Il continente americano rimane quello più cattolico, con il 49% della popolazione cattolica mondiale. Sono alcuni dei dati dell’Annuarium Statisticum Ecclesiae 2015, pubblicato in questi giorni dal Vaticano. Trend che sostanzialmente si rispecchiano anche nelle tendenze relative a seminaristi, sacerdoti e vescovi. Globalmente, i cattolici nel mondo crescono dell’1% dal 2014, passando da 1.272 milioni a 1.285 milioni, e del 7,4% rispetto al 2010. Aumenta, sempre a livello mondiale, il numero dei vescovi e dei diaconi, mentre il 2015 segna un calo del numero dei sacerdoti rispetto all’anno precedente, invertendo così il trend crescente che ha caratterizzato gli anni dal 2000 al 2014. Il paese più cattolico del mondo rimane il Brasile, seguito da Messico, Filippine, Usa, Italia, Francia, Colombia, Spagna, Repubblica Democratica del Congo e Argentina.
Nel 2015 i cattolici nel mondo crescono a 1.285 milioni
Il numero di cattolici battezzati, si legge in una nota di anticipazione dell’Annuario curata dall’Ufficio centrale di Statistica della Chiesa e stampato dalla Tipografia vaticana, così come l’«Annuario Pontificio 2017» anch’esso in libreria in questi giorni, è venuto accrescendosi a livello planetario, passando da 1.272 milioni nel 2014 a 1.285 milioni nel 2015, con un incremento relativo dell’1%. Questo ammonta al 17,7% della popolazione totale. Se si adotta una prospettiva di medio periodo, per esempio con riferimento al 2010 – coprendo così gli ultimi due anni del pontificato di Papa Benedetto e i primi tre anni dell’attuale pontificato di papa Francesco – si constata una crescita più robusta, pari al 7,4%.
Il boom africano, il declino europeo
Da continente a continente vi sono rilevanti differenze. Mentre, infatti, in Africa si registra un aumento del 19,4%, essendo il numero dei cattolici passato, nello stesso periodo, da 186 a 222 milioni, in Europa invece si manifesta una situazione di stabilità (nel 2015 i cattolici ammontano a quasi 286 milioni e sono poco più di 800mila rispetto al 2010 e 1,3 milioni in meno rispetto al 2014). Situazioni intermedie tra le due sopra descritte sono quelle registrate in America e in Asia, dove la crescita dei cattolici è certamente importante (rispettivamente, +6,7% e +9,1%), ma del tutto in linea con lo sviluppo demografico di questi due continenti.
Stazionarietà, su valori assoluti ovviamente inferiori, anche per quanto riguarda l’Oceania. Se si focalizza l’attenzione sul rapporto tra i cattolici battezzati e il numero degli abitanti, si va, per il 2015, dai 3,2 cattolici ogni 100 abitanti dell’Asia, ai 63,7 dell’America. Tale numero relativo di cattolici è di 19,4 in Africa, di 26,4 in Oceania e di 39,9 in Europa. In termini comparativi, risulta confermato l’accresciuto peso del continente africano, i cui fedeli battezzati salgono dal 15,5% al 17,3% di quelli mondiali, e del netto calo, invece, di quello europeo, per il quale l’incidenza scende dal 23,8% del 2010 al 22,2% del 2015. Quello americano rimane il continente cui appartiene quasi il 49% dei cattolici battezzati. L’incidenza del continente asiatico si mantiene attorno all’11% dei cattolici del pianeta nel 2015.
Brasile il paese più cattolico, Italia quinto
Il Brasile, nell’insieme dei dieci paesi al mondo con maggiore consistenza di cattolici battezzati, si posiziona al primo posto (con 172,2 milioni o con il 26,4% del totale dei cattolici dell’intero continente americano). Il Brasile è seguito, in ordine, da Messico (110,9 milioni), Filippine (83,6 milioni), Usa (72,3), Italia (58), Francia (48,3), Colombia (45,3), Spagna (43,3), Repubblica Democratica del Congo (43,2) e da Argentina (40,8). La consistenza totale dei cattolici, per i paesi che occupano le prime dieci posizioni, ammonta a 717,9 milioni, cioè il 55,9% dei cattolici mondiali.
Diminuiscono i sacerdoti per la prima volta dal 2000
Il 2015 segna un calo del numero dei sacerdoti rispetto all’anno precedente, invertendo così il trend crescente che ha caratterizzato gli anni dal 2000 al 2014. La diminuzione tra il 2014 e il 2015 è di 136 unità e interessa in particolare il continente europeo (-2.502 unità), dato che per i rimanenti continenti si registrano, da un anno all’altro, variazioni positive: +1.133 unità per Africa, +47 per America, +1.104 per Asia e +82 per Oceania. L’ammontare globale dei sacerdoti nel mondo nel 2015, rispetto a quello del 2010, ha subito un aumento di 0,83% (passando da 412.236 a 415.656 unità). Se Africa e Asia mostrano una dinamica sostenuta (rispettivamente, +17,4% e +13,3%) e l’America si mantiene pressoché stazionaria (+0,35%), Europa e l’Oceania registrano, invece, nello stesso periodo, i tassi di variazione decisamente negativi e pari, rispettivamente, al -5,8 e al -2%. Aumentano dell’1,6%, complessivamente, i diocesani, diminuiscono dello 0,8% i sacerdoti religiosi. Prendendo in esame il rapporto tra il numero dei cattolici battezzati presenti nelle varie aree continentali e quello dei sacerdoti si rileva che, mentre nel 2010 a ciascun sacerdote si attribuivano mediamente 2.900 cattolici, nel 2015 tale quoziente sale a 3.091.
Particolarmente critica è la situazione in America, dove il rapporto cattolici per sacerdote supera le 5mila unità e si mantiene in espansione nel periodo considerato. Ma la presenza sacerdotale si indebolisce anche in Europa, pur vantando quest’ultima, con 1.595 cattolici per sacerdote, il rapporto più vantaggioso in termini assoluti. Migliora il carico pastorale dei sacerdoti in Asia (dai 2.269 cattolici per sacerdote a 2.185), mentre esso è stabile in Africa con un indice che si aggira attorno ai 5mila cattolici per sacerdote. Prosegue il calo che già da qualche anno caratterizza l’andamento anche delle vocazioni sacerdotali: nel 2015 i seminaristi maggiori sono pari a 116.843 unità, contro i 118.990 del 2010.
Ma in Africa, il numero dei seminaristi maggiori nel quinquennio sotto esame è costantemente aumentato, realizzando nell’intero periodo un incremento del 7,7%. Le vocazioni sono più frequenti in Asia (245,7 seminaristi per un milione di cattolici) e in Africa (130,6). L’Europa e l’America con 65 e 53,6 seminaristi per milione di cattolici, rispettivamente, occupano le ultime posizioni. Mentre l’Africa che nel 2010 pesava per il 22,6% è passata, nel 2015, al 24,8%, contestualmente l’Europa è discesa dal 17,3 al 15,9%. Il numero di vescovi è invece aumentato nel corso del tempo. Nell’ultimo quinquennio si è registrato un incremento del 3,9%, una variazione più accentuata per il continente asiatico (+5,4%) e per l’Europa (4,2%) e al di sotto della tendenza generale per l’America (+3,7%) e per l’Africa (+2,3%). Nel 2015, l’America raccoglie il 37,4% di tutti i presuli, seguita dall’Europa (con il 31,6%), dall’Asia (con il 15,1%), dall’Africa (13,4%) e dall’Oceania (2,5%). In termini generali, il numero dei chierici nel mondo è pari a 466.215, con 5.304 vescovi, 415.656 sacerdoti e 45.255 diaconi permanenti.
La carica dei diaconi e delle religiose
La popolazione dei diaconi permanenti mostra una significativa dinamica evolutiva: aumentano, nel 2015, di 14,4% rispetto al dato di cinque anni prima, passando da 39.564 a 45.255 unità. Il numero dei diaconi migliora in tutti i continenti a ritmi significativi. In Oceania, dove non raggiungono ancora l’1% del totale, essi aumentano del 13,8%, attestandosi a 395 unità. Il dato migliora anche in aree dove la loro presenza è quantitativamente rilevante. In America e in Europa, dove risiede circa il 98% della popolazione complessiva, i diaconi sono aumentati, nell’intervallo di tempo considerato, rispettivamente, del 16,2 e del 10,5%.
Le religiose professe costituiscono una popolazione di una certa consistenza: nel 2015 superano del 61% il numero dei sacerdoti di tutto il pianeta e sono attualmente in netta diminuzione. A livello globale, esse passano da 721.935 unità, nel 2010, a 670.320 nel 2015, con una flessione relativa del 7,1%. Si rilevano profonde differenze di comportamento, analizzando gli andamenti temporali per le singole aree territoriali.
L’Africa è il continente con l’incremento maggiore delle religiose, che sono passate da 66.375 nel 2010 a 71.567 nel 2015, con un aumento relativo del 7,8% per l’intero periodo e un tasso di accrescimento medio annuo dell’1,6%. Segue l’area dell’Asia del sud-est, dove le religiose professe sono passate da 160.564 nel 2010 a 166.786 nel 2015, con un incremento pari al 3,9% nell’intero periodo e un tasso di incremento medio annuo di 0,78%. Il sud e l’area centrale dell’America, fra l’inizio del periodo e la sua fine, mostrano un calo: si passa da 122.213 religiose nel 2010, a 112.051 nel 2015, con un decremento globale di 8,3% e uno medio annuo di -1,7%.
Infine, si annoverano tre aree continentali accomunate da una evidente contrazione: si tratta dell’America del Nord (-17,9% sull’intero periodo e il -3,6% come tasso di variazione medio annuo), dell’Europa (-13,4% e -2,7%) e dell’Oceania (-13,8% e -2,7%). Per quanto riguarda la componente maschile, il gruppo dei religiosi professi non sacerdoti segnano a livello planetario una chiara contrazione: se ne annoveravano 54.665 unità nel 2010 e sono diventati 54.229 nel 2015. La flessione è da ascriversi, in ordine di importanza, al gruppo europeo, a quello americano e a quello oceanico, mentre in Africa questi operatori si sono incrementati e così come in Asia seppure in misura minore.
in “La Stampa-Vatican Insider” del 6 aprile 2017
 
 
Fede, battesimi e vocazioni Il cattolicesimo è nel mondo
di Gianni Cardinale
Si consolida il numero di fedeli cattolici nel mondo. Cresce anche il numero dei vescovi e dei diaconi permanenti. Battuta d’arresto invece per i sacerdoti (soprattutto in Europa e Nordamerica), frutto di una rilevante flessione tra i religiosi e una moderata espansione dei diocesani. Mentre per i seminaristi e per le religiose continua il trend negativo, ma non in Africa, che «si conferma l’aera geografica con le maggiori potenzialità».
Sono questi trend ‘numerici’ della Chiesa cattolica offerti ieri dall’Ufficio Centrale di Statistica della Chiesa.
Occasione di questo aggiornamento è, come avviene di solito in questo periodo dell’anno, la pubblicazione di due volumi della Libreria editrice vaticana, la cui stampa è stata curata dalla Tipografia vaticana. E cioè l’Annuario Pontificio 2017, che ‘fotografa’ l’organigramma della Santa sede e dell’episcopato cattolico (con eccezione della Cina) al 31 dicembre 2016 e l’Annuario Statistico 2015, che invece fornisce i dati di tutto l’orbe cattolico relativi alla fine appunto del 2015, offrendo «un quadro di sintesi dei principali andamenti che interessano l’evolversi della Chiesa cattolica nel mondo». Riguardo l’Annuario Pontificio, il comunicato rilasciato ieri dall’Ufficio statistico riferisce solo un dato, e cioè che nel corso del 2016 sono state erette 4 nuove sedi vescovili, 1 eparchia, 2 esarcati apostolici, 1 ordinariato, mentre un esarcato apostolico è stato elevato ad eparchia.
Più ricche invece le notazioni che riguardano l’Annuario Statistico. In particolare vengono forniti raffronti tra i dati del 2015 con quelli dell’anno precedente, e anche con quelli del quinquennio che ha avuto inizio nel 2010. Soprattutto questi ultimi sono utili per «estrapolare le dinamiche evolutive prevalenti nel medio periodo», e cioè in un arco di tempo che copre i due ultimi anni di pontificato di Benedetto XVIe i primi tre dell’attuale pontificato di Papa Francesco, «con importanti indicazioni circa la Chiesa cattolica nel nuovo Millennio». Ma veniamo ai dati. Cominciando da quelli del numero dei battezzati. Il numero di cattolici è venuto accrescendosi a livello planetario, passando da 1.272 milioni nel 2014 a 1.285 milioni nel 2015, con un incremento relativo dell’1%. Questo ammonta al 17,7% della popolazione totale. Mentre con riferimento al 2010, si constata una crescita «più robusta», pari al 7,4%. La dinamica di tale incremento comunque risulta diversa da continente a continente. I n Africa si registra un aumento del 19,4%, in Europa invece si manifesta una situazione di stabilità, con una stasi «da imputare alla ben nota situazione demografica». «Situazioni intermedie» si sono registrate in America ed in Asia, dove la crescita dei cattolici è certamente importante (rispettivamente, +6,7% e +9,1%), ma «del tutto in linea con lo sviluppo demografico di questi due continenti». Stazionaria l’Oceania. Il Brasile rimane il Paese con più cattolici al mondo (172,2 milioni), seguito da Messico (110,9), Filippine (83,6), Usa (72,3) e Italia (58). Cresce in tutti i continenti invece il numero deo vescovi anche se in modo diverso. L’incremento globale nell’ultimo quinquennio è del 3,9%. Nel dettaglio si sono avuti aumenti più accentuati in Asia (+5,4% e in Europa (+4,2%), e al di sotto della media in America (+3,7%) e Africa (+2,3%). L’Ufficio di Statistica vaticano segnala poi che il 2015 «segna un calo di numero dei sacerdoti rispetto all’anno precedente, invertendo così il trend crescente che ha caratterizzato gli anni dal 2000 al 2014». Una diminuzione che interessa in particolare l’Europa.
L’ammontare globale dei sacerdoti nel mondo nel 2015, rispetto a quello del 2010, ha subito invece un aumento di 0,83% (passando da 412.236 a 415.656 unità). In questo caso se Africa e Asia mostrano una «dinamica sostenuta» (rispettivamente, +17,4% e +13,3%) e l’America si mantiene «pressoché stazionaria» (+0,35%), Europa e l’Oceania registrano, invece, nello stesso periodo, i tassi di variazione «decisamente negativi» e pari, rispettivamente, al -5,8 e al -2,0%. Se poi si guarda alla distinzione tra diocesani e religiosi, appare chiaro «l’evolversi divergente delle due categorie di operatori sacerdotali». Infatti a fronte dei primi che, nel complesso, registrano un aumento dell’1,6%, passando così da 277.009 unità nel 2010 a 281.514 nel 2015, i secondi sono in «costante flessione» (-0,8% nel periodo sotto esame), attestandosi a poco più di 134 mila nel 2015. Nell’ultimo quinquennio, osserva poi l’Ufficio di Statistica vaticano, in rapporto al numero globale di sacerdoti aumenta il peso specifico di Africa, America Centro-Continentale e Sud e l’Asia Sud Orientale, quello dell’Asia Medio Orientale e dell’Oceania rimane praticamente stazionario, e infine l’America del Nord e l’Europa «esibiscono un peso declinante».
Per quanto riguarda i diaconi permanenti i dati diffusi ieri segnalano poi «una significativa dinamica evolutiva», con un aumento, nel 2015, di 14,4% rispetto al dato di cinque anni prima, passando da 39.564 a 45.255 unità. Mentre per i religiosi professi non sacerdoti si registra a livello planetario una contrazione: se ne annoveravano 54.665 nel 2010 e sono diventati 54.229 nel 2015.
Una flessione che è da ascriversi, «in ordine di importanza, al gruppo europeo, a quello americano e a quello oceanico, mentre in Africa questi operatori si sono incrementati e così come in Asia seppure in misura minore». Non positivi anche i dati che riguardano le religiose che anche se nel 2015 superano del 61% il numero dei sacerdoti continuano ad essere «in netta diminuzione», anche se con notevoli differenze tra le varie aree demografiche. Nell’ultimo quinquennio aumentano infatti le suore in Africa (+7,8%), in Asia del Sud-est (+3,9%). Diminuiscono invece in America centro-meridionale (-8,3%), e si registra infine una «evidente contrazione» in America del Nord (- 17,9%), Europa (-13,4%) e Oceania (-13,8%). Infine il numero dei seminaristi. A questo proposito l’Ufficio di Statistica vaticano sottolinea che «prosegue il calo che già da qualche anno caratterizza l’andamento delle vocazioni sacerdotali». Nel 2015 infatti i seminaristi maggiori sono pari a 116.843 unità, contro i 116.939 del 2014, i 118.251 del 2013, i 120.051 del 2012, i 120.616 del 2011 e i 118.990 del 2010. Una «sommaria analisi disaggregata svolta a livello di subcontinenti» evidenzia comunque che «i comportamenti locali sono profondamente differenziati fra loro».
In Africa, ad esempio, il numero dei seminaristi maggiori nel quinquennio 2010-2015 è «costantemente aumentato, realizzando nell’intero periodo un incremento del 7,7%». In tutte le partizioni dell’America invece «si è assistito ad una continua diminuzione delle vocazioni che si è concretizzata in una variazione di -8,1%». Nel Medio Oriente poi «la diminuzione è stata accentuata fino al 2013 e il successivo andamento non mostra tendenze univoche»; viceversa nell’Asia Sud Orientale, «alla crescita iniziale terminata nel 2012 (+4,5% rispetto al 2010), ha fatto seguito una accentuata diminuzione che ha portato il numero dei seminaristi maggiori nel 2015 ad un livello inferiore di 1,6% a quello massimo del 2012». In Europa poi dal 2010 al 2015, il numero dei seminaristi è diminuito del 9,7%. In Oceania, la consistenza più alta è stata registrata nel 2012; il successivo andamento è in continuo calo e il numero dei seminaristi nel 2015 risulta inferiore del 6,9% rispetto a quello del 2012.
Complessivamente, dei 116.843 seminaristi di tutto il mondo, nel 2015, il continente che manifesta il maggior numero di seminaristi è l’Asia con 34.741 unità. Ad esso seguono l’America con 33.512 unità, l’Africa con 29.007, l’Europa con 18.579 ed infine l’Oceania con 1.004 seminaristi. Valutando l’intensità delle vocazioni sacerdotali col numero di seminaristi per un milione di cattolici, si ricava che le vocazioni sono più frequenti in Asia (245,7 seminaristi per un milione di cattolici) e in Africa (130,6), mentre L’Europa e l’America con 65,0 e 53,6 seminaristi per milione di cattolici, rispettivamente, occupano le ultime posizioni. Anche questo dato quindi sembra suggerire che l’Africa, e anche l’Asia, sembrano davvero essere le aree con «maggiori potenzialità» della Chiesa.
in “Avvenire” del 7 aprile 2017