insegnare ad apprendere

Oggi è in atto una nuova rivoluzione didattica, focalizzata sul paradigma dell’apprendimento. Di fronte alle sfide di una società complessa e in continua e rapida trasformazione, davanti ad un futuro indecifrabile, i cui scenari continuamente mutano, in una società nella quale le informazioni sono disponibili, accessibili e diffuse, la scuola deve ripensare il senso e i modi dell’insegnamento. L’obiettivo, sempre di più, diventa quello di fornire agli studenti gli strumenti per la loro autonomia di pensiero, di ricerca, di apprendimento. Insegnare ad apprendere, ecco la nuova missione per la scuola, il nuovo orientamento per la didattica.
Ebbene, la prima cosa che deve fare un insegnante per rispondere alla sfida della modernità (anzi, della postmodernità, età dell’incertezza, della globalizzazione e di internet 2.0) è di spostare l’accento dall’insegnamento all’apprendimento, cioè da se stesso, dal proprio vissuto di docente formatosi al tempo del primato monomediale del libro, all’alunno, immerso in una realtà comunicativa e sensoriale crossmediale.
Il volume, diviso in sette capitoli, esplora le tappe della transizione della figura e del ruolo dell’insegnante dal tradizionale approccio “espositivo” a quello “euristico” proprio di un sistema formativo non più chiamato a erogare conoscenze (ormai largamente accessibili anche al di fuori della scuola) quanto a “insegnare ad apprendere, sviluppando questa fondamentale competenza per tutto il corso della vita”. A questa ridefinizione della mission dell’insegnante l’Autore dedica pagine importanti, ricche di spunti di riflessione ma anche di indicazioni utili per la formazione e l’autoformazione dei docenti.
A conclusione del suo volume Fiorin ricorre a una similitudine significativa tra lo zaino “materiale e metaforico, che gli alunni portano sulle spalle quando vengono a scuola”, contro il quale si batte una rete di scuole intitolata ‘Senza zaino’, e lo zaino che anche i docenti portano sulle spalle: “il pesante zaino di una tradizione nella quale le parole – dell’insegnante, dei testi scolastici… – pesano molto e l’esperienza degli alunni poco”. Ebbene, conclude Fiorin, “È venuto il tempo di deporre questo zaino”.