Riprendiamo alcuni brani interessanti sul “socialismo partecipativo” pubblicati su Pangea del 29 dicembre 2020, da Manuela Diliberto nel contributo: “Basterebbe scegliere di scardinare la porta di casa… ho inseguito e intervistato chi ha fatto scelte scomode”.*Manuela Diliberto inaugura, con questa introduzione, il ciclo di fotointerviste che sarà pubblicato a cadenza settimanale su “Pangea”. 
 

Il socialismo partecipativo

“Mi viene voglia di aprire Capital et Idéologie di Thomas Piketty. Per 1198 pagine l’autore spiega come uscire dal pantano in cui ci siamo ecologicamente ed economicamente cacciati. Basterebbe unire le nostre risorse e condividere le spese, ognuno con le proprie disponibilità. “Il socialismo partecipativo (…) implica un sistema di imposta progressiva sul reddito”, ciò permetterebbe “di finanziare le assicurazioni sociali e il reddito di base”.
Rifletto e mi dico che socialismo partecipativo altro non vuol dire che un individuo impegnato nella famiglia umana. E che quando si sceglie di non portare la mascherina per parlare all’amico, quell’amico potrà a sua volta infettare la famiglia o anche solo un passante del supermercato che inavvertitamente si è grattato l’occhio dopo aver messo il barattolo della marmellata nel cestino della spesa.
Oggi più che mai una delle tante pandemie della storia ci ricorda che se veniamo al mondo soli, passiamo la vita in comunità. Dividiamo acqua, cibo, foreste, mari, fiumi, aria e risorse. Abitiamo lo stesso pianeta, siamo sulla stessa barca. Ed è proprio durante la tempesta che lo spirito di gruppo diventa necessità: indispensabile collaborare, abbassare le vele, rimanere seduti. Un movimento brusco di uno, e si finisce tutti in mare.
Finché il nostro sistema economico-sociale produrrà ancora una vittima la fraternità sarà tutt’al più un’espressione romantica, dice Papa Francesco nell’ultima enciclica.
L’ecumene condivide oggi in maniera ineluttabile un virus. Se soltanto lo si decidesse, si potrebbe condividere, un giorno, un benessere globale, edenico, ridanciano.
Basterebbe scegliere di scardinare la porta di casa e, per difficile che sia, fare la scelta scomoda, quella che lastrica il cammino della solidarietà. Liberarsi dal rimbambimento dell’opinione comune a affrontare il periplo che ci riporta a noi.
Ascoltarsi ed esaudirsi non può che renderci migliori, soddisfatti, disposti. Inclini armoniosamente alla festa della fraternità universale.
Manuela Diliberto, Fotointerviste, Pangea, 29-12-2020