Sono molti significati della parola “genere”, ma due, in particolare, hanno significati opposti. Il primo le viene assegnato da coloro che si oppongono frontalmente ad una «ideologia del Gender», per loro il termine “Gender” nega la differenza tra maschi e femmine.
Il secondo significato, invece, è quello che le viene attribuito negli ambienti accademici e nella documentazione internazionale, compresa quella della Santa Sede, che intende con “Gender”la riflessione approfondita sul senso e il destino della propria identità in quanto uomo o donna, e su cosa vuol dire questo in rapporto all’altro sesso, ai figli, al mondo, alla società e a se stessi/e. Si punta cioè, a salvaguardare le differenze, smascherando i meccanismi di potere tesi a costruire discriminazioni su di esse.
Questi due diversi modi di intendere il “genere” si ritrovano anche nel magistero papale. Da una parte infatti si continua a condannare la «ideologia del Gender», dall’altra si afferma l’assodata accettazione della distinzione tra sex e gender attraverso cui si può comprendere meglio il mistero della persona umana. Anche nell’esortazione apostolica post-sinodale Amoris laetitia, al n. 56, troviamo questi due modi di intendere il genere: uno da negare, l’altro da accettare.