“I padroni del caos” (Liberilibri, pagg. 447, euro 20) di Renato Cristin, professore di ermeneutica filosofica all’Università di Trieste, già direttore dell’Istituto italiano di cultura a Berlino, è un libro tosto. Apertamente e volutamente controcorrente.
Cristin annuncia subito il suo programma: se aderite alle tendenze «ireniste, multiculturaliste, terzomondiste, immigrazioniste, cristiano-buonistiche, tecnicistiche e burocratizzanti», che pilotano il pensiero unico europeista e che sono orientate dai grandi interessi mediatico-finanziari (i padronti del caos … ) e da una parte della Chiesa, sappiate che non sarà una lettura che incontrerà i vostri gusti. A meno che non optiate per una terapia omeopatica.
Se viceversa – è il messaggio dello studioso triestino – vi preoccupate per la salvaguardia della libertà dei popoli, delle legittimità nazionali, dei diritti tradizionali, dei costumi antichi, allora la frequentazione di queste pagine potrà essere profittevole.
Da oltre un quarto di secolo l’autore, attento conoscitore della filosofia tedesca, ha pubblicato lavori dedicati a Leibnitz, Heidegger, Husserl. E ha riflettuto sui grandi temi della civiltà europea e occidentale. Sulla base di questo percorso di studio Cristin scorge un pericolo esiziale per la nostra sopravvivenza: il venir meno dell’identità plurale europea, minacciata da un complesso di colpa auto-distruttivo, che ne mina la tenuta spirituale e ideale. L’Europa è debole – denuncia Cristin – soprattutto a fronte di culture fortemente determinate e motivate come quella islamica.
Allora bisogna ricaricare le pila – sostiene l’autore – di un “euro-identarismo” capace di ridare coraggio e consapevolezza alle disorientate coscienze del Vecchio Continente. Ritrovando le migliori direttrici del pensiero liberale e conservatore. Sottraendosi dall’auto-smantellamento della propria storia e delle proprie radici.
Massimo Greco, Il Piccolo, Trieste 05 settembre 2017