Il Natale è appena trascorso, ma quello che hanno dovuto subire i cristiani quest’anno, anche in termini mediatici, non si era ancora visto. Gli attacchi laicisti sono aumentati di numero.
Il periodo si presta alle esibizioni degli intolleranti e dei relativisti. Il “Christian Day” non sarà una scampagnata: il prossimo 25 gennaio, a Roma, migliaia di cristiani, cattolici e non, si riverseranno in piazza Santi Apostoli. L’appuntamento è per le 15.00. La Chiesa cattolica non sarà protagonista. Chi vorrà partecipare, però, potrà.
Eppure, approfondendo le motivazioni dietro questa iniziativa, sembra quasi di ascoltare di nuovo quanto pronunciato da mons. Giampaolo Crepaldi nell’omelia dell’Epifania:“Questa esemplare professione di fede dei Magi in Gesù Signore, Re e Salvatore universale, durante le feste natalizie – aveva fatto presente l’arcivescovo di Trieste – è stata oggetto di un attacco senza precedenti che è andato dispiegandosi in varie forme: dalla volgare e blasfema identificazione della sua persona con l’essere gay, pedofilo e “sardina”, fino a più sofisticate interpretazioni dei testi scritturistici che lo hanno privato della natura divina”. Il politicamente corretto edifica muri portanti quando si tratta di altri “sentimenti religiosi”, mentre le offese ai cristiani passano per lo più inosservate.
A pensarla così, tra gli altri, è quello che è stato definito “deus ex machina” della manifestazione, l’ex deputato del Mpa Sandro Oliveri, che è un cristiano evangelico pentecostale: “Gesù rappresentato come pedofilo, Gesù che non vuole saperne nulla della sua missione divina, Gesù che si dà ai bagordi insieme al fidanzato: queste scene le abbiamo già viste e la sensazione è che purtroppo continueremo a vederle, se nessuno si darà da fare passando dalla sterile lamentela alla azione concreta. È per questo che i Cristiani – al di là di ogni denominazione e confessione – hanno deciso di unirsi e far sentire la propria voce tutti insieme, sabato 25 gennaio, a Roma in occasione del Christian Day”, ha dichiarato l’ex parlamentare a IlGiornale.it. E Olivieri ha anche aggiunto che “l’obiettivo che i Cristiani si sono posti attraverso questa iniziativa non è l’imposizione del proprio credo agli altri o la sottrazione dei diritti altrui, ma piuttosto quello di far sentire la propria voce in difesa di una fede oggi sempre più duramente vessata e dissacrata senza alcun rispetto”.
L’organizzazione è almeno tripartita. La piazza sarà guidata dalla rete del Movimento Cristiani Italiani, che è a sua volta composta da Cristiani per l’Italia, che è presieduto da Sando Oliveri, da Azione Cristiana Evangelica, il cui vertice è Adriano Crepaldi, e da Rialzati ItaliaClaudia Baldari è la rappresentante di quest’ultimo ente. La dottoressa, sentita in merito, ci ha raccontato la nascita dell’iniziativa: “Circa un mese fa, dopo l’ennesimo scempio avvenuto a Roma con il manifesto attaccato al museo d’arte contemporanea di Roma, ci siamo sentiti in dovere di dire basta e abbiamo scritto il primo comunicato stampa invitando tutti a scendere in piazza con noi Così è nato il Christian Day”. L’idea, insomma, proviene dal mondo evangelico ed è stata ponderata nel tempo. Ma anche i cattolici, che condividono il manifesto di base, faranno la loro parte.
L’avvocato Gianfranco Amato, presidente dell’Associazione Giuristi per la Vita, ha aderito. La partecipazione è stata annunciata da Toni Brandi, anima di Pro Vita e Famiglia, che ha voluto porre un accento sui cristiani che subiscono vessazioni: “Sono la categoria più perseguitata al mondo. Ogni giorno – ci ha rivelato Brandi – vi sono 11 cristiani uccisi per la loro fede”. Le istituzioni, insomma, dovrebbero fare ben altro per tutelare questo genere di situazione, che è peraltro emersa con veemenza nell’ottobre del 2019 con i dati di Aiuto alla Chiesa che Soffre.
Il manifesto apparso al museo Macro di via Nizza è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Gesù Cristo non può essere rappresentato in quel modo. Chi scenderà in campo per il Christian Day ne è convinto. C’è la sensazione, poi, che gli organizzatori si siano accorti anche di una certa disparità di trattamento rispetto ad altre confessioni religiose.
Dopo i “rosari di protesta”, organizzati in viarie zone d’Italia, ma dal solo fronte cattolico, il cerchio dei cristiani disposti a partecipare alla vita pubblica sembra allargarsi. Con i “rosari per la salvezza della Chiesa” si era tornati a parlare di valori non negoziabili, oltre che del ruolo che l’Ecclesia dovrebbe esercitare in Italia. In quelle circostanze, i partecipanti hanno chiesto di evitare interventi a gamba tesa in politica. Il Christian Day sarà diverso. Ma i cristiani hanno annunciato di nuovo la loro comparsa nelle strade della capitale. E questa, in tempo di “sardine”, è sempre una notizia.
F. Boezi, il Giornale 20 1 20202