In questi tempi incerti, oltre le difficoltà e il dramma immenso si può riuscire a trovare una possibilità di vivere questo momento sfruttando la possibilità di esplorare attraverso le tecnologie spazi spesso inesplorati, dove la bellezza dell’arte ci induce a rivedere le nostre categorie di osservazione e interpretazione della realtà.
Sentirci tutti parte di una comunità di persone, attraverso la solidarietà di pensiero ci porta a chiederci che cosa significa quali sono i valori fondamentali dell’essere insieme.
Guardando il ciclo degli affreschi del Buon Governo a Siena si ripercorre un sentiero tracciato nel  1300, ma che ancora oggi offre chiavi di interpretazione e riflessione sulla realtà.
 
Le sale del Palazzo Pubblico
Nel periodo del Governo dei Nove (1287- 1355) l’arte fu particolarmente incoraggiata  perché fosse espressione della comunità e svolgesse anche una funzione educativa: per la società  e per il sentimento religioso, che fondava il bene comune attenuando contrasti  tra  fazioni.  Nella piazza del Campo con la sua  forma a conchiglia che ricorda nella memoria popolare più significativa il “Manto della madonna della Misericordia”,   e « tutto ciò che accade sotto  il manto è benedetto … il Campo è zona sacra di per sé, è l’espressione fisica dell’idea del buon governo»[1].
E proprio nel Campo si erge il Palazzo Pubblico, uno tra i più grandi edifici gotici civili. All’interno si trovano due sale importantissime: la sala del Gran Consiglio detta anche sala del mappamondo in cui si trova la Maestà di Simone Martini; da qui poi si entra nella sala della Pace in cui si trova il ciclo di affreschi di Ambrogio Lorenzetti che nel Medio Evo erano detti  “Della pace e della guerra o Affreschi del Bene Comune” e solo successivamente (A. Lanzi – 1700) denominati del Buono e cattivo Governo.
Queste due sale sono collegate fra loro, infatti in tutte e due si pone come tema fondamentale indicato da Maria (Siena è la città della Vergine) e poi ripreso nella seconda sala la giustizia e la concordia che insieme sono la fonte del bene di tutti. Solo un accenno alla Maestà di Martini: il bambino Gesù ha in mano una pergamena non dipinta, ma incollata sul muro in cui è scritto dal libro della sapienza “Amate la giustizia, voi che governate la terra”. «Cristo è la sapienza del Padre che ammonisce così chi è chiamato a governare la città: solo  la tensione della giustizia può infatti dominare l’animo di chi è responsabile della res publica. Anche la Madonna rivolge il suo ammonimento a quanti sedevano nel Consiglio Generale di Siena, che si era dedicata a Lei dal 1260, riconoscendola regina della città»[2].
 
Gli affreschi del Bene Comune: gli effetti del Buon Governo e del Malgoverno
Il grande affresco della sala della Pace, dove si riuniva il Governo dei Nove,  dipinto fra il 1338  e il 1339, presenta il tema centrale che è quello del Bene comune e del bene proprio come lo ha definito M. Carlotti.
Leggendo le immagini della parete Nord, si inizia da sinistra dove la Giustizia, guarda alla Sapienza di Dio, ed è lei che ha in mano la bilancia dove si trovano la giustizia che distribuisce pene e premi e nell’altro piatto invece quella che stabilisce le regole giuste. Dai piatti della bilancia scendono due corde che si riuniscono nelle mani della Concordia. Lei ha sulle ginocchia una pialla, questo strumento ha lo scopo di rappresentare la rimozione delle discordie ed è a quella corda che si legano volontariamente i cittadini, il popolo della città che è tale proprio perché legato da Giustizia e Concordia. La corda passa attraverso le mani di tutti per arrivare nelle mani del vecchio che domina la parte destra dell’affresco: il Comune di Siena (riconoscibile per i colori dell’abito bianco e nero  e per il sigillo della città dipinto sullo scudo sul quale si trova la Vergine con il bambino e la scritta: “Conservi la Vergine l’antica Siena, che lei stessa rende bella”.
Ai piedi del Comune/Bene Comune si trovano Aschio e Senio figli di Remo fondatori, secondo il mito, della città così legata a Roma.
Il Bene Comune è governato dalle virtù teologali: Fede –Speranza e Carità. Accanto al vecchio si trovano sei virtù: le quattro virtù cardinali: Fortezza, Prudenza, Temperanza e Giustizia ( cardine della vita morale dell’uomo) a cui si uniscono la  Magnanimità e la Pace a cui sembra tendere tutto l’insieme delle immagini.
Questa Allegoria  vuol ricordare a chi guarda  e a coloro che si trovavano in quel luogo per amministrare la città che le istituzioni che presiedono la vita politica di una comunità devono ispirarsi alla Sapienza  di Dio e dalla conoscenza  dell’uomo rivelata in Gesù Cristo e non deve distogliere lo sguardo dalle virtù.
Sulla parete orientale si vedono descritti gli effetti del Buon Governo, mentre in quella opposta si vedono gli effetti del Malgoverno.
Il Buon governo genera  prosperità sia in città che in campagna, una vita serena, operosa: si lavora, si studia, ci si sposa, si formano famiglie e nascono bambini; dove ci sono riferimenti a Maria e all’affresco della sala del Gran Consiglio. L’effetto del buon governo si vede anche nella campagna, descritto con toni dolci e luminosi, dove si possono vedere i paesaggi tipici del senese, con una descrizione attenta degli animali, delle piante e del lavoro. Sopra la porta della città e l’inzio della strada una figura tiene un cartiglio il cui significato indica che fintanto il Comune vivrà nella giustizia le persone saranno al sicuro, senza paura.
E nella parete opposta invece si mettono in evidenza  gli effetti del Malgoverno dove invece del Bene Comune si mette in evidenza il Bene Proprio, qui la Giustizia invece di legare è legata, nasce la Tirannide e dominano Avarizia, Superbia e Vanagloria. Intorno alla Tirannide ci sono  Crudeltà, Inganno, Frode, Collera, Divisione e infine la Guerra. Da qui gli effetti negativi sulla città e sulla campagna.
Dove l’uomo non mette al centro delle sue preoccupazioni e delle sue azioni la riflessione sul suo essere persona e il Bene Comune, quando non si riesce ad alzare lo sguardo verso la Sapienza, non vi è in realtà neppure il bene personale.
 

A.Lorenzetti: Il buon governo

Lorenzetti, Allegoria del Buon Governo, sala della Pace, Palazzo Pubblico, Siena


 
A. Lorenzetti, Effetti del Buon Governo in città, Sala della Pace, Palazzo Pubblico, Siena

A. Lorenzetti, Effetti del Buon Governo in città, Sala della Pace, Palazzo Pubblico, Siena


 
A. Lorenzetti, Effetti del Buon Governo in campagna, particolare, Sala della Pace, Palazzo Pubblico, Siena

A. Lorenzetti, Effetti del Buon Governo in campagna, particolare, Sala della Pace, Palazzo Pubblico, Siena


 
Note
[1] BAGATTI C. – BRIGNALI M.  (cura di), Guida al pellegrino in terra di Siena, Edizioni Alsaba, Siena 1999, pp.22-23.
[2] CARLOTTI M., Il bene di tutti. Gli affreschi del buon governo di Ambrogio Lorenzetti nel Palazzo Pubblico di Siena, Società Editrice Fiorentina, Firenze 2010, pp.40-41.
 
Bibliografia
BAGATTI C. – BRIGNALI M.  (cura di), Guida al pellegrino in terra di Siena, Edizioni Alsaba, Siena 1999
CARLOTTI M., Il bene di tutti. Gli affreschi del buon governo di Ambrogio Lorenzetti nel Palazzo Pubblico di Siena, Società Editrice Fiorentina, Firenze 2010.