“Per educare un bambino serve un intero villaggio”.  Ma  dobbiamo
 costruirlo questo villaggio come condizione per educare […],
«un Paese cresce quando dialogano in modo costruttivo le sue diverse ricchezze culturali:
 la cultura popolare, la cultura universitaria, la cultura giovanile, la cultura artistica e la cultura tecnologica, la cultura economica e la cultura della famiglia, e la cultura dei media». Papa Francesco, Fratelli tutti, n. 199

 

Abstract

Se come insegna la pandemia “nessuno si salva da solo”, nemmeno “nessuno educa da solo”. Scuola e in essa le agenzie educative devono confrontarsi sempre con la dimensione educativa comunitaria della crescita dei bambini-adolescenti e giovani, svolta prevalentemente fuori di essa,  a partire dalle famiglie. Nell’ottica di una dialettica tra “sistemi” e di  scuola-famiglia normativamente  complessa, Comunità Educante ed Alleanza Educativa  possono divenire la chiave di volta per rendere effettivo il dialogo tra mondi vitali e agenzie educative, l’imparare a vivere bene ed a vivere insieme. In questa  prospettiva, la didattica ermeneutica esistenziale rende più autentica la progettazione scolastica, l’intenzionalità educativa e la cooperazione, incentrate sui bisogni della persona reale, in contesti storici e territori situati.
Segue una riflessione e alcune esperienze emblematiche…

 

Che fine ha fatto l’alleanza scuola–famiglia?”

Proviamo a verificare ragioni e sviluppi per trovare ipotesi di lavoro in tema di: “Che fine ha fatto l’alleanza scuola–famiglia?”[1]. Il mistero della persona in età evolutiva e la ricerca di senso aperta alla trascendenza, legittimano la lettura dell’esperienza e delle relazioni in prospettiva religiosa. Nella didattica ermeneutica esistenziale, della domanda di senso e non trasmissiva, s’impone una tendenza “policentrica” e di “iperscuola” (non solo tecnologica e multidisciplinare). Fondata sull’interazione tra soggetti, mondi e interlocutori che ampliano l’esperienza dello studio, la ricerca e partecipazione attiva degli studenti considerati olisticamente come persone, cittadini, amici, figli, fedeli…, dentro un “sistema educativo” onnicomprensivo di tutte le esperienze di umanizzazione e socializzazione. Da considerare nella prospettiva di evoluzione matura delle forme codificate di “collaborazione”, “sinergia”, “partecipazione”, “scuola aperta”, “extrascuola”, “curricolo implicito”, “integrazione”, “sistema formale-non formale-informale”, “buona scuola”, “territorio”, “comunità educante”; fattori di una rete da costruire compiutamente nel solco delle  nuove istanze pedagogiche e di riforma scolastica. L’istituzionalizzazione del “patto di corresponsabilità” scuola-famiglia e il valore dell’ “alleanza educativa”, dilatati nelle potenzialità di “patto educativo territoriale”, implementano l’attività didattica e la progettazione educativa imperniata sull’esperienza e sulla competenza.
 

Patto educativo globale

A livello alto, i valori guida sono rinvenibili nell’impulso di Papa Francesco, attraverso la proposta di un evento mondiale mirante  a “Ricostruire il patto educativo globale”, sulla base dell’esigenza di “ravvivare l’impegno per e con le giovani generazioni, rinnovando la passione per un’educazione più aperta ed inclusiva, capace di ascolto paziente, dialogo costruttivo e mutua comprensione. Mai come ora, c’è bisogno di unire gli sforzi in un’ampia alleanza educativa per formare persone mature, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di relazioni per un’umanità più fraterna”:
”il cambiamento, ha bisogno di un cammino educativo che coinvolga tutti;
necessario costruire un villaggio dell’educazione;
dove, nella diversità, si condivida l’impegno di generare una rete di relazioni umane e aperte”;
“un’alleanza tra tutte le componenti della persona: tra lo studio e la vita; tra le generazioni; tra i docenti, gli studenti, le famiglie e la società civile con le sue espressioni intellettuali, scientifiche, artistiche, sportive, politiche, imprenditoriali e solidali”;
“ il cammino comune del villaggio dell’educazione deve muovere passi importanti.
In primo luogo, avere il coraggio di mettere al centro la persona.  Per questo occorre siglare un patto per dare un’anima ai processi educativi formali ed informali, i quali non possono ignorare che tutto nel mondo è intimamente connesso ed è necessario trovare -secondo una sana antropologia –  altri modi di intendere l’economia, la politica, la crescita e il progresso”; “tutte le istituzioni devono lasciarsi interpellare sulle finalità e i metodi con cui svolgono la propria missione formativa”; “promuovere insieme e attivare, attraverso un comune patto educativo, quelle dinamiche che danno un senso alla storia e la trasformano in modo positivo” [2].
Il cammino del progetto mondiale per il cambiamento, impattato con i problemi della Pandemia,  insiste sulla fiducia e  capacità di incidere su tutti i processi della vita personale e sociale. E in tale prospettiva, scrive sempre il Papa, analizzate le problematiche del mondo e della cultura attuale, «sentiamo la sfida di scoprire e trasmettere la ‘mistica’ di vivere insieme, di mescolarci, di incontrarci, di prenderci in braccio, di appoggiarci, di partecipare a questa marea un po’ caotica che può trasformarsi in una vera esperienza di fraternità, in una carovana solidale…» (EG 87).
 

Passaggi storici e istituzionali

Per transitare dall’emergenza educativa alla progettazione di attività di miglioramento della qualità dei rapporti nella comunità educante, ritornano illuminanti gli indicatori istituzionali più significativi che ne scandiscono il progresso, riconducibili a:
Costituzione (formazioni sociali, primato della famiglia nell’educazione, sussidiarietà);
Organi Collegiali (partecipazione e gestione democratica);
Autonomia (esigenze e attese, pareri sul PTOF, corresponsabilità, reti-accordi-convenzioni, associazionismo familiare, comitati genitori);
Statuto Studentesse e Studenti (Patto di Corresponsabilità Ed., entro la filosofia e diffusione della cultura dei diritti e dei doveri, mirante a rapporti sempre più sinergici tra scuola e famiglia; attraverso un modello di relazione sociale dalla forte valenza etica e simbolica);
Parità (domande formative, libertà di scelte educative, pluralismo);
Riforma Moratti (cooperazione, scelta, partnership, …);
Progetto Genitori (formazione di tutti gli adulti) e Progetto Genitori e Scuola (per la qualità dell’apprendimento, prevenzione e disagio giovanile);
Forum nazionale-locale- delle Associazioni dei genitori (consultazione, dialogo interistituzionale);
Scuole Aperte (uso sociale delle strutture, ampliamento offerta formativa); – Tempo Scuola (tempo prolungato-pieno, esigenze socio-educative);
Raccomandazione Consiglio Eur. Relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente (ripresa rinnovata del binomio comunità educante-società conoscitiva,  migliore cooperazione tra contesti di apprendimento: esperienze culturali-animazione socio-educativa-volontariato-sport di base come iniziazione alla vita adulta -cittadinanza attiva-vita lavorativa, sostegno a portatori d’interesse e famiglie sostenitori dei processi, collaborazione tra contesti formativi per sviluppo di approcci innovativi, competenze acquisite in tutti i contesti non formali-informali…);
Indicazioni Nazionali, per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, in specie, (doppia linea formativa: verticale di continuità lungo l’intero arco della vita;
– orizzontale che implica un’attenta collaborazione fra la scuola e gli attori extrascolastici con funzioni a vario titolo educative: la famiglia in primo luogo;
– obiettivo: costruire un’alleanza educativa con i genitori;
– perno: strumenti forniti dall’autonomia scolastica (prima che insieme di norme, un modo di concepire il rapporto delle scuole con le comunità di appartenenza);
LINEE DI INDIRIZZO, Partecipazione dei genitori e corresponsabilità educativa (consapevolezza della problematicità dei rapporti, partnership educativa, condivisione dei valori, fattiva collaborazione, rispetto reciproco, ricerca di nuove modalità, costruzione del sociale) …
Circa l’educazione religiosa scolastica, va ripresa la modifica concordataria dall’obbligo salvo esonero alla facoltà della scelta di avvalersi o non avvalersi, radicata  nella sfera delle responsabilità familiari, e della laica collaborazione tra stato e chiesa (per promozione dell’uomo e bene del Paese). Oltre alle Indicazioni nazionali relative all’insegnamento della religione cattolica, integrazione delle Indicazioni generali, in cui rimane sottinteso il richiamo alle famiglie, adombrato genericamente nei riferimenti concernenti il patrimonio di esperienze, maturazione globale…
 

Metodologia

L’orizzonte dell’Alleanza Educativa suggerisce di programmare la sua traduzione pedagogica e didattica nella logica della “continuità orizzontale” (con l’obiettivo dell’apprendimento permanente) e del principio di solidarietà coniugato con sussidiarietà (valori costituzionali); che va declinata, sia  in senso di lifelong learning (lungo tutto l’arco della vita), che di lifewide learning (in tutti gli aspetti della vita). Integrando le diverse esperienze, attese, scopi, linguaggi, strumenti, metodi, ambienti vitali e “culturali”, progetti, competenze e vocazioni di tutti i cd. stakeholder (soggetti individuali e collettivi) attivi nel contesto vitale e socioculturale.
 

Conclusione

L’orientamento radicale verso l’integrazione e interazione, “contratto”, rete, consorzialità, partenariato, corresponsabilità, alleanze, apre potenzialità di maggiore adeguatezza alle nuove domande socio-culturali di educazione che dia risposta comune alle molte sfide.
Rimane un interrogativo: la visione sistemica e integrata della governance della progettazione educativa, sollecitata di solito alla responsabilità della società civile, richiama anche la questione irrisolta della Comunità ecclesiale, cioè  se esiste nelle Chiese Particolari un Progetto Educativo Ecclesiale.
Oggi che l’intesa ideale-valoriale di fondo tra gli adulti non si può dare a priori per scontata, la costruzione di collegamenti stabili tra famiglia-scuola e altri mondi – nella pluralità dei ruoli e competenze- chiama in causa la fatica di esplicitare e condividere il comune intento educativo e in qualche modo il modello sociale e antropologico. L’obiettivo necessita una “visione dello sviluppo scolastico condivisa da tutte le parti in causa, utilizzare l’esperienza e la conoscenza di tutti”.
 

 Alcune esperienze significative

 
1) Alleanze educative per una comunità educante
Nella filosofia del Patto educativo di corresponsabilità allargato al territorio, a Reggio Calabria sta dando  i suoi frutti il progetto, istituzionalizzato dall’Assessorato all’Istruzione, guidato dalla prof.ssa  Anna Nucera (Preside di uno storico ITIS ispirato al lascito morale, sociale e culturale “nessuno escluso mai” del suo antico docente, mons. Italo Calabrò, cofondatore della Caritas in Italia). Sollecitato dalla Società Civile e dalle Istituzioni Scolastiche, annovera la compartecipazione di numerosi soggetti istituzionali, collettivi (tra cui la Chiesa locale) e individuali di varie categorie, tra i quali diversi docenti di Religione Cattolica.
Le ALLEANZE EDUCATIVE si ispirano programmaticamente all’assunto: “Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio”, “L’idea di comunità educante non implica soltanto un modello organizzativo interno alla scuola, che esalti la condivisione e la partecipazione responsabile alla mission di tutte le sue componenti professionali: è qualcosa di più, che va oltre il perimetro delle mura scolastiche e chiama in causa il contesto più generale in cui la scuola agisce e i soggetti che a vario titolo ne sono protagonisti. La scuola può darsi la migliore organizzazione, ma non basta per svolgere un ruolo davvero efficace. La scuola va tolta dal suo isolamento, la scuola deve diventare il luogo in cui società, istituzioni, famiglia stringono un patto di alleanza che la sostiene nella sua azione educativa e formativa”[3]; nel tentativo di superare il rischio dell’autoreferenzialità.
 
2) Scholas Occurrentes,
Laboratorio – di marcata impronta “Bergogliana”- che  elaborando nella prassi pedagogica-scolastica la visione della “ecologia integrale” indica la strada del patto generazionale e territoriale globale, come via nuova dell’educazione  generativa di senso. Svolto  tramite incontri animati e “agorà” in presenza tra le varie componenti delle comunità educative, da qualche tempo anche  tramite piattaforma educativa virtuale su larga scala,  nell’integrazione di centri  privati e pubblici, laici e religiosi, disponibili a mettersi in gioco ed a camminare insieme[4].
 
NOTE
[1] Interrogativo ricorrente formulato da S. Consegnati, in TUTTOSCUOLA, 21.11.19; interpretato estensivamente in parallelo con l’appello del prof. R. Romio, in ERMES 15.9.20  “ E allora ripartiamo dalla scuola come comunità educante in cui tutte le persone che la vivono sono chiamate a camminare insieme con creatività e responsabilità”.
[2] Francesco, Messaggio per il lancio del Patto Educativo,  12.09.2019; Congregazione per l’Educazione Cattolica, Patto Educativo Globale INSTRUMENTUM LABORIS…; ispirati al  “proverbio: <per educare un bambino…”, posto in esergo a questo articolo.
[3] Panoramica in https://www.facebook.com/alleanzeducativeRC/, FARE COMUNITÀ EDUCANTE, ALLEANZA TRA SCUOLA–ASSOCIAZIONISMO TERZO SETTORE-COMUNE E CITTÀ METROPOLITANA PER LA SPERIMENTAZIONE DI UNA COMUNITÀ EDUCANTE NEL COMUNE DI REGGIO CALABRIA. Alcuni obiettivi: mettersi in rete per offrire alle scuole ed al territorio competenze ed esperienze di buone prassi realizzate; rafforzare le reti territoriali già avviate tra scuole e altre agenzie educative e per l’inclusione; rafforzare l’autostima degli alunni a rischio e accrescere la loro capacità di superare le difficoltà incontrate a scuola e fuori; Pensare a un sistema educativo di tipo olistico e integrato, volto al potenziamento della capacità e dello sviluppo di ciascuno, secondo metodologie partecipative e promuoventi, pensate per attivare ogni possibile risorsa interna al gruppo e a ciascuno e del contesto, usando, secondo i bisogni, iniziative e metodi riparativi fondati sulla relazione con gli adulti significativi; Promuovere la convivenza civile, la partecipazione allo sviluppo locale, la coesione sociale, attraverso la permanenza nei processi educativi e formativi, l’educazione alla cittadinanza attiva e alla cultura della legalità. Strumenti: migliore integrazione tra formale, informale e non formale e tra sapere, saper fare e saper essere e anche un miglior presidio del limite e delle regole fondato su patti costruiti e mantenuti insieme ai ragazzi e in accordo con le famiglie; Attivazione di progetti di sostegno alla genitorialità responsabile, sportelli di consulenza per famiglie. Attività e Iniziative…Patto programmatico…Short list…
[4] Organizzazione Internazionale di Diritto Pontificio, partita in Argentina; sognata come  possibilità di dare una risposta concreta alla chiamata di questo tempo, conferendole il compito di educare all’apertura verso gli altri, all’ascolto per mettere insieme i pezzi di un mondo frammentato e privo di senso, per iniziare a creare una nuova cultura: la Cultura dell’Incontro. Presente con la sua rete in 190 paesi, integrando oltre 400 mila centri educativi e raggiungendo oltre un milione di bambini e giovani in tutto il mondo. La sua missione “ambiziosa” è di promuovere “un cambiamento del paradigma educativo”, di rispondere alla chiamata a creare la mentalità del confronto esistenziale, riunendo i giovani in un’educazione che generi senso e valori. Nella valorizzazione delle differenze e del patto intergenerazionale, qualificandosi come istituzione “leggera” e “aperta”, essa stessa diviene movimento e cammino, narrazione, esperienza comune tra gli attori sociali, istituzioni, giovani, educatori, genitori (alcuni intervengono insieme ai propri figli); secondo il mandato morale e culturale  di Francesco: “Grazie per avere il coraggio di condividere il sapere più prezioso del mondo: quello della vita… Lei ci insegnerà un mondo nuovo”; in Italia viene sostenuta dal MIUR. Vedi, www.scholasoccurrentes.org.