Ecologia culturale: ripensare la cultura in termini di umanità
Cultura
E’ un termine di uso comune, spesso utilizzato in modi molto diversi. In origine viene usato con un aggettivo di specificazione come “cultura animi“: l’anima, la personalità dell’uomo, richiede di essere coltivata come la terra. Concezioni più recenti presentano la cultura come l’insieme dei costumi, delle credenze, di atteggiamenti, valori, ideali e abitudini delle diverse popolazioni. Questa appartiene sia al singolo che alla società di cui fa parte, aprendo ad una pluralità di accezioni e culture diverse.
«La cultura in senso lato può essere considerata come l’insieme degli aspetti spirituali, materiali, intellettuali ed emozionali unici nel loro genere che contraddistinguono una società o un gruppo sociale. Essa non comprende solo l’arte e la letteratura, ma anche i modi di vita, i diritti fondamentali degli esseri umani, i sistemi di valori, le tradizioni e le credenze»[1].
Cultura ed esperienza religiosa
Nel concetto di cultura vi si include tutto ciò che è lo spazio reale dell’esperienza umana compresa l’esperienza religiosa.
«La cultura assume allora tutta la forza del richiamo ad umanizzare il proprio mondo, a dare motivazioni credibili alla propria fatica, ad orientarsi progressivamente in un orizzonte di senso totale che rende autenticamente umana l’esistenza. Attraverso la cultura il mondo diventa la patria dell’uomo che ciascuno ha il diritto e il dovere di farsi su misura”.[2]
La cultura è il grande contenitore in cui si trovano a convivere sensibilità ed esperienze diverse che sono chiamate ad un confronto diretto e sereno. In questa logica la relazione fra fede e cultura è evidente. Una fede si interpreta in un linguaggio specifico, si esprime in una determinata forma culturale, evidenzia un modo di vivere. I popoli nel corso della storia hanno espresso la loro religiosità e la loro appartenenza religiosa in termini di codificazione dell’esperienza sia a livello personale che sociale.
L’uomo quando studia, lavora, esprime sempre se stesso e i suoi sentimenti, partecipa alla creazione e contribuisce a rendere pienamente umana la comunità in cui vive. Così fa emergere i valori sui quali si fonda la sua dignità di persona ed «è proprio della natura umana il non poter raggiungere un livello di vita veramente e pienamente umano se non mediante la cultura»[3].
La storia delle culture e della fede induce a riflettere come il criterio del dialogo comprenda la consapevolezza della complessità e dell’interazione, in un percorso di ricerca e meditazione.
Cultura ed educazione
Dal punto di vista dell’educazione si tratta di trasmettere le espressioni dell’esperienza umana iniziando i giovani alla lettura dei segni e dei simboli che indicano il valore dell’uomo in quanto persona e la cultura come esplicitazione del suo modo di essere. Questa interpretazione, apre la possibilità dell’incontro e del confronto nel rispetto di ogni cultura e nell’approfondimento delle proprie radici.
Conoscersi e saper dialogare sono le prime condizioni per rispettarsi e vivere insieme. Le nuove generazioni, per vivere consapevolmente in una società multietnica e multireligiosa, hanno bisogno di conoscere e di capire la realtà e la complessità culturale, avendo cura di fare corretti riferimenti alle fonti e saperle interpretare. Conoscere e capire sono i fondamenti della convivenza e di una matura consapevolezza della propria identità.
Ecologia culturale
Il concetto di ecologia culturale sottende una relazione tra le categorie di cultura, spiritualità ed educazione che genera importanti processi di rigenerazione. Non ci si può limitare a considerare il patrimonio naturale senza il patrimonio storico, artistico e culturale.[4]. L’identità di un luogo, consolidata nel tempo, è fatta di memorie condivise ed è il fondamento della cultura intesa in senso vivo, dinamico e partecipativo. Tutto ciò si deve necessariamente valutare quando si pensa alla relazione dei popoli con l’ambiente. « Non si tratta di distruggere e di creare nuove città ipoteticamente più ecologiche, dove non sempre risulta desiderabile vivere. Bisogna integrare la storia, la cultura e l’architettura di un determinato luogo, salvaguardandone l’identità originale»[5]. Per questo il concetto di ecologia integrale comprende anche la cura delle ricchezze culturali dell’umanità nel loro significato più completo; con una particolare attenzione alle culture locali e alla relazione del linguaggio delle scienze con quello della tradizione popolare.
I Testimoni di Mimmo Paladino
Vogliamo qui fare un esempio concreto prendendolo dall’opera di Mimmo Paladino, I Testimoni, istallazione del 2015 presso la Basilica di S.Lorenzo a Firenze.
Gli otto Testimoni, che si possono ammirare nella foto dell’articolo, riportano continuamente alla memoria il presupposto primigenio dell’umanità, l’essenza dell’esserci che va oltre la materia. Sculture nate negli anni ottanta sono figure enigmatiche che inducono a porsi interrogativi profondi sulla sacralità della vita. Sono stati esposti in numero e contesti diversi, così da rappresentare sempre nuove impostazioni dell’umano. E’ un’opera di una forza straordinaria che nella sua essenzialità propone il concetto della diversità come ricchezza di una comunità.
Di fronte alla fissità di questi volti, la ricerca e l’interpretazione si fanno testimonianza viva di molteplici istanze culturali. Prestare attenzione a tutte le sfaccettature dell’esistente nel momento in cui si analizzano questioni legate all’ambiente, facendo dialogare i diversi linguaggi con il linguaggio popolare, indica la cura e l’attenzione con cui si ricerca il senso profondo dell’esistenza. I Testimoni con le loro materialità imponente, inducono a ripensare il rapporto fra l’uomo e l’ambiente, ma al tempo stesso rimandano all’eterna ricerca del senso dell’esistenza che si ritrova ad ogni latitudine.
NOTE
[1] Conferenza mondiale sulle politiche culturali. Rapporto finale della conferenza internazionale organizzata dall’UNESCO a Città del Messico dal 26 luglio al 6 agosto 1982. Pubblicato dalla Commissione UNESCO tedesca. Monaco di Baveria: K. G. Saur 1983 (Rapporti delle conferenze dell’UNESCO, n. 5), p. 121.
[2] TRENTI Z., Educare alla fede, Torino, Elledici, 2000, p. 19.
[3] CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Costituzione pastorale Gaudium et spes, (7 dicembre 1965), n. 53.
[4] Laudato si’ n° 143
[5] Ibidem
Giuliana Migliorini