Molti dei maggiori movimenti ecclesiali attuali hanno superato i cinquant’anni dalla fondazione. La maggior parte tra loro  hanno preparato e diffuso la spinta innovativa del Concilio Vaticano II: alcuni ne hanno anticipato le tematiche: movimento liturgico, biblico, patristico, ecc.; altri ne hanno anticipato la spinta evangelizzatrice: Focolarini, Opus Dei, Comunione e liberazione, Cursillos di Cristianità, Equipes Notre-Dame, ecc. ; altri ancora, nati dalla grande esperienza del Concilio, ne hanno diffuso in tutta la Chiesa la spinta riformatrice: Carismatici, Neocatecumenali, ecc.; altri movimenti infine sono nati negli ultimi decenni del novecento per rispondere alle nuove istanze di evangelizzazione, di emarginazione ed esclusione sociale del post capitalismo. Comune a tutti è stata la prospettiva e la strategia delle avanguardie che partivano dalla cittadella della Chiesa per diffondere l’annuncio evangelico nel mondo. Movimenti delle elite cristiane che partivano alla conquista o riconquista di un mondo che aveva dimenticato le sue radici cristiane ed aveva assoluta necessità di una rifondazione della societas cristiana.
La novità dell’azione rivoluzionaria di papa Francesco è quella di aver sposato il baricentro dell’interesse dal dentro al fuori, dal centro alle periferie, dalle elite al popolo, dai cristiani a tutti gli uomini di buona volontà, dalla predicazione all’azione, dall’annuncio alla testimonianza, ecc. Sintomatiche sono le sue due encicliche: Evangelii Gaudium e Laudato siì. Tale cambiamento di prospettiva ha sconvolto le relazioni con personalità e istituzioni ecclesiali  tradizionali e i rapporti con alcuni movimenti ecclesiali, ma insieme ha aperto nuovi inaspettate relazioni con i lontani dalla fede e dal mondo ecclesiale.
La grande attenzione di papa Francesco ai movimenti popolari, in particolare a quelli dell’America latina, sembra aprire un nuovo fronte anche se viene da molto lontano ed ha trovato una chiara espressione in due recenti documenti che è utile consultare:

Le considerazioni che abbiamo espresso forse molto semplificate e un po’ troppo essenziali intendono solo provocare una riflessione. E’ in ogni caso certo che la nuova condizione culturale, sociale ed ecclesiale di questi ultimi anni, chiede a tutti e anche ai movimenti un profondo rinnovamento e ripensamento.