Una raccolta di testi – in gran parte inediti – che disegna una parabola intensa e profetica circa il significato della vita cristiana e della testimonianza nel mondo. Riflessioni “illuminate” dal magistero di papa Francesco a proposito della presenza e del compito dei laici nella Chiesa.«Il valore della laicità chiede di essere continuamente attuato ed esplicitato in figure concrete di cristiani che prendono sul serio l’amore di Gesù per il mondo e inventano modi geniali e attuali per servire i fratelli. La società attuale ha bisogno di uomini di pace e di dialogo; occorre che i valori vengano vissuti, difesi, coltivati attraverso un serio impegno morale, una ricerca del vero bene dell’uomo, una rinuncia a ogni forma di egoismo e di strumentalizzazione degli altri. E occorre che questi valori, nati nella coscienza e nella vita etica personale, diventino mentalità comune, costume sociale, legge civile.»Carlo Maria Martini.
 
Descrizione
Titolo: Cristiani coraggiosi – Laici testimoni nel mondo di oggi
Autore: Carlo Maria Martini
Editore: In Dialogo
EAN 9788881239535
Pagine: 184
Data: dicembre 2016
Prezzo 15,90
 
 
Perché non basta dirsi cristiani: la lezione di Martini
di Elisabetta Soglio
Laici presenti nel mondo, testimoni attivi, protagonisti consapevoli. Carlo Maria Martini non era ancora arcivescovo a Milano quando affrontava la questione del ruolo dei cristiani nella società, anticipando i tempi di una riflessione che ancora oggi impegna la Chiesa. «Il dovere cristiano di testimoniare viene a tradursi nel dovere di comportarsi in modo che il nostro cristianesimo in qualche modo si manifesti, in modo cioè che vedendo il nostro agire si veda quanto un cristiano può e sa fare». Così il padre gesuita a un convegno nazionale di Azione Cattolica, nel 1969 a Roma: ed è proprio questo il primo intervento scelto per la raccolta postuma di scritti Cristiani coraggiosi (In Dialogo editrice, pagine 188, e 15,90), aperta da un’introduzione di monsignor Franco Giulio Brambilla e da un testo di papa Francesco.
L’impegno del cristiano che comincia con l’essere portatore di «pace e dialogo» e prosegue entrando nella vita quotidiana: un impegno che «… Nel medesimo tempo, interpella le istituzioni pubbliche, ne sollecita l’intervento, offre loro esempi concreti di iniziative scolastiche, educative, culturali, riabilitative, che possono essere ulteriormente estese e consolidate» (agosto 1985). Immergersi nel quotidiano proprio come chiedeva Giuseppe Lazzati, indicato da Martini come «testimone di laicità» e che scriveva: «Il laico cristiano è sempre nella chiesa anche quando attende al proprio lavoro nell’officina, nell’ufficio, o è allo studio nella scuola».
Arrivato nel 1980 a guidare l’arcidiocesi di Milano, il cardinale Martini ritma con le sue lettere pastorali un percorso che comincia con la Dimensione contemplativa della vita e prosegue con gli Itinerari educativi .
Sono gli anni in cui la questione morale interpella la politica e le coscienze. Nel 1985 Martini ribadisce che tutti gli «appelli a una rigenerazione morale pratica… rimarranno esortazioni non convincenti, deplorazioni pure e semplici, proposte chimeriche se non si fondano su una rigenerazione profonda morale dell’uomo e se non colgono i valori etici nel loro punto originante». La rigenerazione è possibile per i Cristiani coraggiosi solo partendo dalla parola di Dio che va approfondita nella lectio divina.
Ma neppure questa basta per chi si vuole impegnare nella vita pubblica e il pastore, aprendo nel 1996 la settima edizione delle scuole di Formazione sociopolitica, lancia l’allarme: «Purtroppo si coglie ancora, a livello di partecipazione politica dei cristiani, una preoccupante ignoranza politica: sia della dottrina sociale cristiana sia delle corrette metodologie di passaggio da fede a politica».
Aggiunge Martini che «non basta per il cristiano impegnato in politica una certa coerenza nella vita personale o nella partecipazione alla vita religiosa o un’affermazione generica di principi astratti. Occorre una preparazione specifica e un senso vivo della complessità della traduzione politica dei valori». Essere un bravo cristiano e una brava persona è condizione necessaria ma non sufficiente, insomma. E vale ancora oggi.
in “Corriere della sera” del 12 gennaio 2017