Ci si può rendere conto dell’importanza che viene data all’arte visiva sia attraverso il successo degli artisti stessi sia attraverso i media che se ne occupano e fanno entrare con estrema facilità nelle nostre case immagini, storia, personaggi e opinioni. I media e le varie associazioni che sono impegnate in questo campo in modo sempre crescente ci spingono a fruire dell’arte facendocela sentire “a portata di mano”. Gli artisti, dal canto loro, hanno un grande compito fin da sempre: ci raccontano come sono i tempi che viviamo e sono in grado di anticiparne i cambiamenti. Come scrive Angela Vettese nel suo libro L’arte contemporanea del 2017, con riferimento al libro di Marshall McLuhan Understanding Media del 1964, “il fatto è che gli artisti (…) vedono più lontano di noi, prevedono i cambiamenti ai quali ci sottopone il procedere della tecnologia e con esso il mutare del nostro modo di vivere”. (1)
Questo ci porta a riflettere sul grande significato che può assumere un’opera d’arte e sui valori che essa può comunicare. Si pensi alle opere che hanno rappresentato guerre, condizioni umane o temi come la preponderanza del consumismo.
E’ interessante come l’arte visiva sia entrata, dunque, molto velocemente anche nel mondo del marketing come componente essenziale e oggi dotato di correnti di pensiero opposte. Tra queste Marco Geronimi Stoll nel suo libro Smarketing, comunicazione per tutti i piccoli che hanno grandi cose da dire raccomanda ai comunicatori di oggi alcuni principi fondamentali non solo del marketing ma dell’esistenza stessa, come “creare canali di conversazione a bassa voce, tornare al contatto diretto faccia a faccia, facilitare l’ascolto reciproco, (…) diventare capaci di essere semplici, chiari e comprensibili, essere allo stesso tempo nel flusso, nel mainstream, (…) spiegarsi, essere chiari, interagire…nel rumore distinguersi per evitare (…) distrazione, disinteresse, preclusione, indifferenza e rapido oblio”. (2)
L’esperienza artistica con i bambini, dunque, si muove in un complesso quadro attuale dove arte visiva, media e comunicazione sono interconnessi. Dove, forse, i messaggi alla base di una strategia comunicativa possono coincidere con quelli di un’esperienza didattica sull’arte, le sue tecniche e il suo significato. Per questo il laboratorio d’arte per bambini può diventare una vera occasione di crescita attraverso l’espressione e il confronto con gli altri.
 
L’esperienza dei laboratori
I laboratori proposti sono molto diversi tra loro e articolati. Ci sono laboratori in cui si riproduce un’opera esistente e altri in cui si realizza un proprio prodotto. Le tecniche anche sono diverse a seconda delle caratteristiche dell’elaborato che si intende realizzare.
Quello riportato di seguito è solo uno dei tanti laboratori realizzati con bambini di età tra i 6 e gli 8 anni. Si articola in più fasi che ne delineano un vero e proprio percorso educativo sull’arte e di crescita personale.
La conoscenza – in un primo momento ci si conosce. L’insegnante chiede ad ogni bambino di presentarsi. Successivamente gli chiede se ha già avuto esperienze pittoriche in precedenza. I bambini parlano a turno e gli altri ascoltano.
Il rilassamento – questa importante fase serve per raccogliere la concentrazione e per distaccarsi un po’ dal “rumore” circostante fatto di vita quotidiana, compiti, televisione, tecnologie e affanni in genere. Si fa anche un piccolo spuntino tutti insieme. Se l’insegnate decide di mettere della musica allora si parla anche un momento dell’artista musicale che si sta ascoltando o del genere musicale. L’insegnante chiede ai bambini se la musica proposta gli piaccia o meno.
La proposta – L’insegnante propone il “tema” del laboratorio d’arte. Potrebbe essere la riproduzione di un dipinto di un pittore noto o meno, oppure il disegno dal vero di un elemento della natura, della vita quotidiana o talvolta di un’architettura. Il bambino ha ora l’opportunità di osservare attentamente e di apprendere il perché di alcune scelte pittoriche di artisti noti, nonché di comprendere il colore e le sensazioni che può suscitare.
Il foglio – L’importante è capire quale sia lo spazio in cui si va a disegnare e i suoi confini, il suo centro e la sua forma. Poi si decide come impaginare il disegno che si intende realizzare.
L’esercizio – si inizia dal disegno a matita e poi, insieme, si decide quale possa essere la tecnica migliore per poter colorare il disegno e si procede nel colorarlo.
Il ruolo dell’insegnante – l’insegnante non solo dà indicazioni ma, ove possibile, esegue direttamente accanto ai bambini un disegno analogo in modo da mostrare tutti i passaggi. La partecipazione attiva dell’insegnante è molto importante quando nel gruppo di bambini si trovano grandi differenze di tecnica della rappresentazione. L’insegnante, in questo caso, interviene come soggetto “super partes” a far capire che ognuno ha il suo modo di rappresentare sia per capacità che per età e sensibilità. Accogliamo insieme, quindi, la nostra diversità come valore fondamentale per poterci confrontare e migliorare. Il concetto è che nessuno è migliore ma siamo tutti diversi.
Il confronto e la valutazione – a lavoro finito, questo si “presenta” agli altri bambini e all’insegnante e ognuno esprime un giudizio ma subito seguito da un consiglio su come migliorare il proprio lavoro. Gustave Courbet diceva “il bello, come la verità, è legato al tempo in cui si vive e all’individuo che è in grado di percepirlo”. (3)
L’applauso – spesso il laboratorio finisce con un applauso di tutti per lo sforzo fatto, per essere stati umili nell’aver accettato i consigli altrui e per esserci divertiti insieme.
 
Bibliografia
VETTESE A., “L’arte contemporanea, tra mercato e nuovi linguaggi”, Mulino, Bologna, 2017.
GERONIMI STOLL M., “Smarketing, comunicazione per tutti i piccoli che hanno grandi cose da dire”, Altraeconomia, 2019, Milano.
DE MICHELI M., “Le avanguardie artistiche del Novecento”, Universale Economica Feltrinelli, Milano, 1986.
Note
(1) A. Vettese, “L’arte contemporanea, tra mercato e nuovi linguaggi”, Mulino, Bologna, 2017, p. 15.
(2) M. Geronimi Stoll, “Smarketing, comunicazione per tutti i piccoli che hanno grandi cose da dire”, Altraeconomia, 2019, Milano, p. 28.
(3) Cfr. M. De Micheli, “le avanguardie artistiche del Novecento”, Universale Economica Feltrinelli, Milano, 1986, p. 15.
 
di Elisabetta Mazzitelli