Da Ghali e Rancore, gli italiani 2.0 con origini extra-europee sono sempre più presenti nel panorama musicale italiano.
Ecco chi sono i protagonisti di questa nuova generazione che “spacca”
Quando si parla di arte nessuno è straniero. Questo concetto, forse un po’ retorico, oggi però è quanto mai veritiero visto che la musica italiana è diventata davvero multietnica grazie al successo dei cosiddetti italiani “di seconda generazione”, ossia figli e figlie di immigrati che sono nati e cresciuti nel nostro Paese.
In questi giorni l’esempio più lampante è senz’altro Mahmood, all’anagrafe Alessandro Mahmoud, il cantante di Gratosoglio (Milano) nato da madre sarda e padre egiziano che dopo anni di gavetta è riuscito a raggiungere il gradino più alto del podio del Festival di Sanremo.

ITALIANI VERI

«Sono italiano al 100%» ha dichiarato l’artista che ha sempre vissuto tra i quartieri della periferia milanese, ma giustamente le radici paterne non si dimenticano – sebbene il rapporto con il papà non sia sempre stato tutto rose e fiori – e anche la canzone portata a Sanremo, Soldi, riprende una frase in arabo: «waladi waladi habibi ta’aleena», traducibile con “Figlio mio, figlio mio, amore vieni qua»”.
Ma Mahmood non è certo l’unico figlio di questa nuova generazione multietnica.
Il primo ad aver ottenuto un successo stratosferico è stato Ghali Amdouni, conosciuto semplicemente come Ghali, un altro astro proveniente dalle periferie milanesi (è di Baggio). Il trapper è figlio di genitori tunisini e lo scorso anno è stato tra gli artisti di maggior successo del nostro Paese, amato dai giovani ma apprezzato anche da ascoltatori un po’ più “attempati”.
Una curiosità? Il suo produttore è Charlie Chalrse, lo stesso di Mahmood
 
GIOVANI AFFAMATI
Insieme a Ghali e Mahmood però c’è tutta una schiera di italiani 2.0 pronta a prendersi la scena.
Sul palco dell’Ariston, ad esempio, è salito anche Rancore, rapper romano classe ’89 che ha partecipato alla gara canore insieme a Daniele Silvestri ottenendo anche il premio della critica per la loro canzone Argentovivo. Il vero nome di Rancore infatti è Tarek Iurcich (papà croato e mamma egiziana).
Gli adolescenti che frequentano YouTube poi conoscono sicuramente Chadia Rodriguez, una giovanissima trapper che a gennaio ha fatto il “botto” con la sua Sarebbe comodo, che in poche settimane ha macinato oltre 4 milioni di visualizzazioni. La ragazza, nata nel 1998 in Spagna, è metà marocchina e metà spagnola: il futuro della Trap italiana sembra essere nelle sue mani!
Ma l’elenco continua con Malika Ayane – che però essendo del 1984 non appartiene propriamente a questa nuova generazione – Maruego (origini marocchine), Tommy Kuti (genitori nigeriani) o Laioung (padre italiano, madre della Sierra Leone).
Insomma, l’Italia multietnica esiste, piace e sembra molto intenzionata a farci cantare a squarciagola!
Niccolò Di Rosa