Si chiude l’anno e si tirano le somme, anche in ambito cinematografico. Nel 2019 abbiamo visto tanti remake/reboot (da Aladdin a Charlie’s Angels), molti sequel (Frozen IIJumanji – The Next Level, oltre ai vari capitoli sui supereroi (Marvel) ma è stato anche l’anno di alcuni film originali che hanno conquistato la critica e incantato il pubblico. Ecco quelli che a noi sono piaciuti di più e che vorremmo vedere premiati.
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C’era una volta… a Hollywood

Quentin Tarantino torna negli anni ’60 per il film più personale della sua carriera. C’era una volta a… Hollywood è una favola e una dichiarazione d’amore nei confronti del cinema.
Nonostante sia uscito nell’estate del cinquantesimo anniversario dell’omicidio di Sharon Tate e degli altri efferati assassinii compiuti dalla ‘famiglia di Charles Manson’, solo una piccola parte del film fa riferimento a quella realtà. Il cuore pulsante del nono film di Tarantino è la Hollywood di fine anni ’60, un momento di passaggio per il cinema e le sue star, perfettamente rappresentato dal protagonista Rick Dalton. L’attore, un tempo noto volto televisivo, ora è in decadenza insieme al suo stuntman: i due sono rispettivamente interpretati da una coppia d’eccezione, Leonardo DiCaprio e Brad Pitt.
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È un Tarantino molto diverso: ci sono meno azione e sangue e più riflessione, ma il cambio di stile non intacca la qualità del suo cinema. Siamo davanti a un film immenso, con scene e personaggi destinati a diventare cult.

Cena con delitto – Knives Out

Rian Johnson ha realizzato un giallo perfetto, come raramente se ne vedono al cinema. Un cast d’eccezione (da Jamie Lee Curtis a Chris Evans, da Toni Collette a Michael Shannon), un investigatore divertente e affascinante e una trama dai tempi perfetti, con il giusto numero di colpi di scena. Cena con delitto è un thriller che non ha nulla da invidiare alle storie di Agatha Christie e che chiaramente si ispira molto ai romanzi con protagonista Poirot. A cominciare dal set principale: la tenuta della famiglia Thrombley, dove è morto (apparentemente suicida) l’anziano Harlan (Chrospher Plummer) e dove tutti i suoi figli e nipoti si riuniscono per la maggior parte del film. Tutti avevano motivi per uccidere l’uomo e sta soltanto al noto Benoit Blanc tentare di risolvere il mistero, alias un Daniel Craig molto in parte.

The Irishman

Tratto dal romanzo di Charles Brandt, L’irlandese. Ho ucciso Jimmy Hoffa, il ritorno di Martin Scorsese dietro la macchina da presa dopo tre anni è una meraviglia. The Irishman è un grande ritorno al gangster movie di Francis Ford Coppola e dello stesso Martin Scorsese degli anni ’70 e ’80: come in Il padrino Quei bravi ragazzi, lo spettatore è catapultato in un’epica saga sulla criminalità organizzata nell’America del dopoguerra, gestita per lo più da italiani.
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Ritroviamo gli attori protagonisti di quel cinema (Robert De Niro, Al Pacino e Joe Pesci) nel corso di una storia lunga 40 anni, raccontata in 209 minuti, oltre tre ore e mezza. L’amicizia tra cast e regista e il viaggio artistico che hanno condiviso insieme nel corso dei decenni li ha probabilmente portati a ripensare alle loro vite e questo è diventato il vero tema del film. Sullo sfondo della mafia, i gangster, le indagini per scoprire chi c’è dietro un omicidio, gli scontri e gli accordi c’è una profonda riflessione sul tempo che passa e sulla mortalità di ognuno di noi.

Joker

Titolo iconico del 2019, Joker è stato un successo inaspettato. Primo cinecomic a vincere un premio prestigioso come il Leone d’oro di Venezia e primo film vietato ai minori a guadagnare un miliardo di dollari al botteghino, il film scritto e diretto da Todd Philips è un moderno Taxi driver.
Il noto villain di Batman, Joker, qui è solo una scusa e una mera maschera per raccontare la storia di un uomo alienato, affetto da un disturbo che lo porta a ridere improvvisamente e in maniera incontrollata, anche senza motivo. Dalla società ha ricevuto solo violenza e odio e questo pian piano lo logora fino a portarlo a un punto di non ritorno.
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Il protagonista, Arthur, è interpretato da un brillante Joaquin Phoenix, che porta sulle proprie spalle l’intero film. Un modo di (ri)leggere i fumetti così originale non lo avevamo mai visto.

Klaus

Il primo cartone animato originale di Netflix è un piccolo miracolo, un film meraviglioso su un tema apparentemente esaurito, quello delle origini di Babbo Natale, realizzato in animazione tradizionale. Klaus è un cartoon estremamente divertente, pieno di gag e situazioni surreali, che risponde a tante domande poste dai bambini su Santa Claus. Perché porta i regali solo a chi è stato buono durante l’anno? Perché bisogna lasciargli latte e biscotti? Perché viaggia su una slitta trainata da renne e perché si veste di rosso?
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Inoltre in un momento storico in cui il cinema americano ha abbandonato l’animazione tradizionale, fa veramente piacere che una storia così ben narrata sia realizzata in 2D: Klaus attinge alla storia dell’animazione senza mai copiare e propone un 2D moderno che la stessa Disney (che da anni ha abbandonato la tecnica a cui deve la fama) non è mai riuscita a realizzare.

Parasite

Primo film sudcoreano a vincere la Palma d’oro al Festival di Cannes, Parasite sarà probabilmente uno dei protagonisti della prossima edizione dei premi Oscar. Scritto e diretto da Bong Joon-ho, Parasite è una profonda critica alla disparità sociale mascherata da commedia e thriller.
Il titolo vuol dire letteralmente ‘parassita’ e fa riferimento al comportamento della famiglia protagonista del film. I signori Kim e i loro due figli vivono nella povertà assoluta: si arrangiano con lavoretti, rubano il wi-fi ai vicini e la loro piccolissima casa è in un seminterrato invaso dagli scarafaggi. Tutto cambia, però, quando il primogenito viene assunto come insegnante privato della figlia di una famiglia ricchissima. L’evento porta a una serie di conseguenze inaspettate.
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Parasite è un’esperienza di cinema altissimo, un luogo raro e impalpabile dove il cinema d’autore incontra quello d’intrattenimento.

Il primo re

Qualcuno l’ha paragonato a La passione di Cristo e Apocalypto di Mel Gibson ma la verità è che un film come Il primo re non si era mai visto, né in Italia né altrove. Matteo Rovere riesce nell’ambiziosa impresa di raccontare la leggenda delle origini di Roma ambientando la storia di Romolo e Remo in un contesto il più possibile storico (nonostante gli elementi fantastici). Ecco perché si affida persino al protolatino, lingua arcaica in cui è girato l’intero film. Le ottime interpretazioni di Alessio Lapice e Alessandro Borghi nei panni dei due gemelli rendono il tutto credibile ed emozionante. Un film coraggioso che potrebbe essere un punto di partenza per l’epica cinematografica made in Italy.

Rocketman

Un anno dopo il successo di Bohemian Rhapsody, che raccontava la vita di Freddie Mercury, al cinema è arrivato un nuovo (e ben più riuscito) biopic dedicato a un noto cantante, Elton John. Diretto da Dexter Fletcher, Rocketman è un vero e proprio musical che utilizza i brani della nota star britannica per mostrare i suoi successi, difficoltà ed errori.
A interpretare Elton John è un talentuoso Taron Edgerton, perfettamente calato nel ruolo tanto nelle scene prettamente recitate quanto in quelle in cui deve cantare ed esibirsoi sul palco. Una storia di rivalsa, amore, soprattutto verso se stessi, e sul potere della musica.
di Corinna Spirito, https://it.mashable.com/intrattenimento/1506/i-migliori-film-del-2019-ecco-i-nostri-preferiti
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