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Emozioni in progress
Premessa
Perché un progetto sulle emozioni a scuola? Quale possibilità offre ai ragazzi una tale proposta?
Tutto è iniziato dall’osservazione degli alunni sia per quanto riguarda il loro atteggiamento nell’affrontare la quotidiana fatica della scuola sia dall’osservazione di alcune difficoltà di convivenza relative ad una gestione delle emozioni non molto consapevole. Per tale ragione noi docenti abbiamo ritenuto necessario avviare un’unità di apprendimento allo scopo di riuscire ad aiutare la classe a vivere le proprie emozioni in modo più disteso e costruttivo. Un ulteriore intento di tale proposta è stato quello di facilitare di conseguenza le possibilità di apprendimento soprattutto favorendo uno stile collaborativo e meno competitivo tra gli stessi alunni.
Situazione di partenza
Il progetto in questione è stato svolto nella classe II B della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo Fidenae. La classe, di livello culturale medio alto e di livello socioeconomico medio, è composta da un totale di 21 alunni, di cui 9 maschi e 12 femmine con una buona percentuale di studenti stranieri. Il progetto ha coinvolto tutti gli alunni e si inserisce, in aggiunta e integrazione delle finalità sopraindicate, all’interno della proposta didattica globale al fine di migliorare le interazioni tra i ragazzi, l’inclusione e la consapevolezza critica del proprio vissuto.
Gli obiettivi
L’obiettivo generale è stato quello imparare a riconoscere la grammatica delle cinque emozioni primarie: PAURA, GIOIA, TRISTEZZA, DISGUSTO, RABBIA.
Per ogni emozione abbiamo proposte delle attività per mettere in evidenza i seguenti punti :
1. riconoscere le manifestazioni corporee delle emozioni.
2. riconoscere i pensieri:
A. Riconoscere quale pensiero automatico fa seguito a un’emozione.
B. Insegnare ai ragazzi a relativizzare questo pensiero.
C. Aiutarli a rendersi conto che quello che hanno avuto è un pensiero e non tutta la realtà. La nostra mente funziona pensiero dopo pensiero ma il pensiero non è la realtà.
3. Nominare l’emozione.
4. Riconoscere i comportamenti associati.
Le tappe del progetto
1. La prima tappa del nostro percorso è stata la visione del film ‘ Inside Out’ e la relativa riflessione evidenziando gli aspetti che sarebbero poi tornati utili nel lavoro successivo.
2. Successivamente abbiamo chiesto ai ragazzi di scrivere una loro definizione di ‘Emozione’. Abbiamo fatto un braistorming circa quanto avevano scritto prendendone nota alla lavagna. Da quanto loro hanno condiviso ci siamo collegati alla definizione di emozione .
3. Siamo poi passati a trattare le diverse emozioni secondo differenti modalità:
– Mettere per iscritto un episodio significativo della loro vita mettendo in evidenza i vari elementi indicati nella definizione ufficiale.
– Rappresentazione rappresentare attraverso il disegno a mano libera un’emozione.
– Scelta di una o più immagini (o fotografie) che rappresentano l’emozione indicata spiegando la motivazione della scelta al gruppo classe.
– Drammatizzazione in classe dell’emozione indicata attraverso mini-storie in piccoli gruppi
– Elaborazione in piccoli gruppi di una storia, lasciando spazio a fantasia e immaginazioneNella condivisione dei vari episodi abbiamo aiutato i ragazzi nell’esplicitare i vari punti (manifestazioni corporee, pensieri, comportamenti) qualora non li avessero già identificati ed espressi.
4. Abbiamo elaborato poi verifica sia sui contenuti sia sulle modalità scelte nei vari incontri sia sull’utilità personale che i singoli alunni hanno percepito nel corso della realizzazione del progetto. Quindi possiamo meglio dire che le verifiche in questione sono state sia soggettive (svolte al termine di ogni sessione per valutare la partecipazione e il coinvolgimento dei singoli ragazzi, la capacità di rielaborazione e il rispetto delle consegne e osservazione finale da parte dei partecipanti) sia oggettive (verifica finale attraverso un questionario circa l’assimilazione dei contenuti e l’acquisizione delle specifiche competenze).
Conclusioni
L’esperienza realizzata è stata interessante e ci ha permesso di constatare sia l’utilità di un tale intervento a favore dei ragazzi sia nel poter rafforzare generalmente un rapporto di maggiore fiducia sia tra il docente e l’alunno sia tra gli stessi membri del gruppo classi e soprattutto una maggiore capacità di accoglienza reciproca permettendo così ai ragazzi stessi un confronto più sereno con il proprio mondo emotivo a beneficio sia della didattica che più in generale dell’esperienza di apprendimento e acquisizione di competenze per il proprio benessere.