Erroneamente presentato talvolta come “propedeutico” ad altri, il sacramento della Riconciliazione ha bisogno di essere riscoperto, dai più piccoli e da quanti sono accanto a loro nel cammino di fede. Questo testo, frutto di un lavoro sinergico di teologi ed educatori, vuole essere un aiuto per pensare, celebrare e soprattutto vivere questo sacramento. Genitori, catechisti, educatori, sacerdoti vi potranno trovare piste di riflessione e approfondimento e strumenti pratici da utilizzare con i più piccoli, per vivere con loro la gratuità dell’Amore misericordioso di Dio, che ci raggiunge “non per merito ma per-dono”.
 
Descrizione
Titolo Non per merito ma per-dono. Per genitori ed educatori – Riscoprire il sacramento della Riconciliazione con i ragazzi
Autore Azione Cattolica Ragazzi
Editore AVE
Prezzo: 7,00 Euro
EAN 9788882849320
Pagine 80
Data dicembre 2015
 
Prima confessione o cammino nel “fare penitenza”?
La differenza tra la virtù e il sacramento nella iniziazione cristiana
di Andrea Grillo
Nei giorni scorsi è stato pubblicato da ACR un piccolo libretto che si intitola Non per merito ma Per-dono. Riscoprire il sacramento della Riconciliazione con i ragazzi (Roma, AVE, 2015).
Il mio contributo, all’interno del volume – con il titolo “Perdonate e sarete perdonati”. Celebrare e vivere la misericordia del Padre. Iniziazione alla penitenza e riammissione alla comunione: una distinzione decisiva per la catechesi di fanciulli, ragazzi e adulti – si conclude con un “piccolo decalogo” per la iniziazione al “fare penitenza” dei giovani neofiti cristiani. Riporto questo decalogo, per indicare una via significativa per uscire dal “formalismo esteriore” che spesso altera in modo pesante la iniziazione cristiana dei ragazzi sul versante della penitenza e del rapporto con il perdono del peccato.
[…]
4. Piccolo decalogo per la “formazione alla penitenza” dei fanciulli/ragazzi
Tesi: La iniziazione al perdono che Dio assicura ad ogni uomo e donna avviene anzitutto nella forma della celebrazione di azioni simbolico-rituali e dell’ascolto di narrazioni bibliche, prevalentemente nel contesto della eucaristia nel giorno del Signore. Tutto ciò ha bisogno oggi di nuove attenzioni ecclesiali e individuali, oltre che di una rinnovata sensibilità per la “forma simbolico-rituale” della vita cristiana.
Sia pure in modo assai schematico, voglio trarre alcune conseguenze, da tutto quanto detto fino a qui, per quanto riguarda la esperienza di “riconciliazione” che i fanciulli/ragazzi possono e debbono fare nel percorso che li conduce alla pienezza della vita eucaristica
4.1. Condurre alla pienezza eucaristica della riconciliazione: forme e contenuti
In primo luogo occorre sottolineare, anche praticamente, che la esperienza del “perdono del peccato” scaturisce dalla progressiva partecipazione alla assemblea eucaristica domenicale. Questo obiettivo si realizza “per gradus”, ossia gradualmente, con una lenta e progressiva assimilazione del soggetto in formazione alle logiche della “azione simbolico-rituale”, fatta di narrazioni e di riti. Questo è il contesto nel quale il mistero pasquale, come centro del perdono dei peccati, della nuova creazione e della nuova vita, viene articolato e declinato, in tutte le sue variazioni. Già il bambino piccolo, apprendendo questi linguaggi elementari, viene introdotto nella logica della grazia perdonante di Dio, che nello Spirito Santo raggiunge ogni uomo e ogni donna.
4.2. I “fondamentali” della riconciliazione “eucaristica”:
Tale “riconciliazione eucaristica” si struttura su una serie di “atti” che danno forma alla esperienza di “comunione”, per Cristo, con Cristo e in Cristo, nella Chiesa con il Padre. Possiamo farne un breve elenco:
– comunione come “non vivere più per se stessi”: imparare a radunarsi, a “vivere il silenzio” e a “cantare insieme”.
– ascoltare una parola comune, riconoscersi fratelli e sorelle nell’unica Parola, imparando che la “liturgia della Parola” è fatta di soglie diverse, alle quali si risponde diversamente;
– pregare per gli assenti, ricapitolare il “corpo di Cristo” in tutta la sua articolazione, esercitando la memoria e la profezia;
– entrare nella “preghiera di Gesù”: dalla domanda di beni, far seguire la domanda del bene, per accedere, infine, al lodare, rendere grazie e benedire della preghiera eucaristica. La “scuola della lode” diventa il terreno fondamentale su cui sarà possibile, domani, accedere al sacramento della penitenza, dove confessio peccatorum va sempre insieme a confessio fidei e confessio laudis;
– il Padre Nostro come testo penitenziale e testo di lode: la “remissione dei debiti” come esperienza di soglia per accedere alla pace della comunione al corpo di Cristo
– dono di pace, gesto di pace: nel perdono ricevuto si dischiude la possibilità di “dare e ricevere la pace”.
– fratelli e sorelle nell’unico pane/calice: essere liberati dal timore della morte nella comunione con la morte di Cristo, in attesa della sua venuta: tutto ciò mediante un gesto elementare come il condividere pane e vino, nello sperimentare una figliolanza e una fratellanza “di pasto” che è radicale annuncio della riconciliazione in Cristo, con il Padre e con tutti gli uomini e donne.
4.3. I registri corporei (azioni simbolico-rituali) del fare penitenza:
In tutta questa articolazione di “azioni simbolico-rituali” che formano alla riconciliazione, è molto importante riconoscere la forza della forma. Il superamento della inimicizia e della indifferenza scaturisce da una “comunione vissuta”, nella quale le azioni sono “azioni comuni”. Se le analizziamo con attenzione, notiamo quanto forte possa essere la autorevolezza di comunione che scaturisce da tutti questi “verbi”:
– radunarsi insieme
– ascoltare insieme
– cantare insieme
– far silenzio insieme – domandare insieme – lodare insieme
– mangiare e bere insieme
Una accurata educazione a questa logica di azione comune – che non scivoli né nell’individualismo della devozione né nella disciplina della omologazione – permette di elaborare una “cultura del perdono” che scaturisce dalla stessa “forma di vita” appresa nella azione celebrativa domenicale.
4.4. I testi biblici fondamentali:
Ovviamente, non vi sono soltanto le “forme”, ma anche i “contenuti”: in primis le grandi narrazioni bibliche, che presentano drammaticamente la “storia di perdono” di cui vive la storia sacra. Qui, in particolare, un lavoro capillare di “iniziazione” a parabole e situazioni appare decisivo:
– Le parabole sul peccato/perdono (Padre misericordioso, Buon Samaritano, due fratelli…)
– Le situazioni di peccato/perdono (paralitico, cieco nato, l’adultera, il rinnegamento di Pietro…)
Ascoltare e raccontare il perdono è la condizione per “assumere” il linguaggio della riconciliazione, che non può essere in prima battuto linguaggio morale, disciplinare o giuridico, né per giovani né per adulti.
4.5. L’incontro umano e il dialogo spirituale:
Accanto alle narrazioni bibliche, la parola diretta, personale, lo stile della confessione, della meditazione, della riflessione, della condivisione, possono fare molto per preparare lo stile di una Chiesa capace di ricevere e di offrire perdono:
– anche ai più piccoli offrire spazi di dialogo;
– preparare il terreno di un incontro umano e di un dialogo che potrà assumere la forma del sacramento della penitenza;
– possibilità di un “sacramento di devozione” in vista del “sacramento necessario”;
– occorre sempre ricordare: la assoluzione è necessaria in presenza della scomunica, motivata da colpa grave. Se non c’è scomunica non è necessaria la assoluzione: la preghiera comune, la benedizione o il consiglio prudente possono essere le parole più adeguate a situazioni di questo genere.
in “Come se non” – http://www.cittadellaeditrice.com/munera/come-se-non/ – del 26 febbraio 2016